venerdì 18 luglio 2014

IL RANKING ALL-TIME DELLE SQUADRE NAZIONALI

Qual è la nazionale più forte di sempre? Ce lo spiega Antonio Bomba con il suo Ranking All-Time delle Nazionali!

A meno di una settimana dal termine del mondiale è giunto il momento di stilare una classifica su di un tema che ha sempre affascinato gli appassionati di calcio: Qual è la nazionale più forte di sempre?

Sarebbe troppo facile dire il Brasile che ha vinto cinque mondiali e si piazza chiaramente prima per valori assoluti.

Tuttavia i fattori che ogni appassionato considera e percepisce sono diversi. Tenteremo quindi qui di unirli tutti per stilare un Ranking All Time.


Anzitutto le competizioni utilizzate per compilare il ranking: tutti i venti mondiali sin qui disputati e le due precedenti olimpiadi. La scelta potrebbe non piacere a molti. Tuttavia le olimpiadi del 1924 e del 1928 sono a nostro parere dei veri e propri pre-campionati del mondo per via della partecipazione di molte nazionali di livello, sia europee che sudamericane, pronte a schierare i loro migliori giocatori dell’epoca. Questa osservazione ci fa ritenere che anche se queste due competizioni sono ancora oggi riconosciute dalla FIFA come dilettantistiche (situazione che provocò la mancata partecipazione di alcune importanti nazionali europee a una o a entrambe le edizioni, quali ad esempio l’Austria, l’Ungheria, la Cecoslovacchia e soprattutto l’Inghilterra che proprio su questo punto e sul “finto dilettantismo” presente in molte nazioni iniziò la sua guerra alla FIFA che portò poco dopo gli inglesi ad autoesiliarsi e a non partecipare alle competizioni intercontinentali da essa organizzate per molto tempo), siano da considerare alla pari di vere e proprie Coppe del Mondo, anche considerando il fatto che i difficili spostamenti intercontinentali provocarono defezioni di alcune nazionali importanti anche nelle prime edizioni ufficiali dei mondiali. In entrambi i tornei olimpici vinse l’Uruguay che nel 1930 vinse anche il primo mondiale della storia. Non abbiamo invece preso in considerazione i vari tornei continentali, vedi il campionato europeo, non avendo ancora individuato un criterio per ben equilibrare formule e versioni delle singole competizioni e delle varie edizioni, né l’olimpiade del 1920 riconosciuta attualmente dalla FIFA come “campionato del mondo dilettanti” alla pari delle due successive edizioni ma a cui hanno partecipato solo squadre europee con l’aggiunta dell’Egitto.

Quali punteggi abbiamo utilizzato? Il sistema di calcolo lo ritroverete molto spesso anche per altre statistiche e tiene a considerare tutte le casistiche attualmente possibili nel calcio. E quindi: 7 punti a chi vince un incontro durante i tempi regolamentari, 6 punti per chi vince ai supplementari, 5 punti per chi trionfa ai rigori, mentre il pareggio vale 4 punti per squadra. E le perdenti? 1 punto viene assegnato a chi perde nel corso dei tempi regolamentari, 2 punti a chi esce sconfitto dai supplementari e 3 punti a chi perde alla cosiddetta lotteria dei rigori.

A quanto detto sopra va considerata la differenza reti, positiva o negativa che sia, che una squadra ottiene al termine di ogni partita. Verrà quindi aggiunto 1 punto decimale ai punteggi riportati sopra e ne verrà tolto 1 per ogni goal di differenza reti, di partita in partita.

Infine viene riconosciuto un bonus di 8 punti per ogni partecipazione al mondiale, per ogni passaggio di turno e per la vittoria finale. Resta quindi esclusa da questo bonus di 8 punti la vincitrice della finale per il terzo e quarto posto non essendo una vittoria finale di torneo e tantomeno un autentico passaggio di turno, bensì un passaggio di mezzo.

Qualche esempio concreto per far capire meglio i punteggi applicati: Italia – Inghilterra 2-1. L’Italia riceve 7 punti e l’Inghilterra 1. Tuttavia la prima si ritrova 1 punto decimale per la differenza reti e l’Inghilterra 1 in meno. Pertanto a fine partita l’Italia avrà totalizzato 7.1 e l’Inghilterra 0.9. Germania – Brasile 7 – 1. La Germania totalizza un punteggio di 7.6 ed il Brasile di 0.4. Inoltre alla Germania vengono aggiunti 8 punti per il passaggio del turno. In finale invece la Germania ha sconfitto per 1-0 l’Argentina ma ai tempi supplementari. Il punteggio finale per il nostro ranking sarà quindi Germania 6.1 e Argentina 1.9, con la Germania che si ritrova anche gli 8 punti di bonus per la vittoria della coppa del mondo.

Ancora qualche chiarimento prima di iniziare. Nel corso dei 90 anni in cui è stato stilato questo ranking molti stati hanno cessato di essere tali, molti altri sono invece nati. Per correttezza e continuità abbiamo adottato le direttive FIFA e delle varie confederazioni. Pertanto la Germania Ovest è considerata la prosecutrice dei record della Germania pre-seconda guerra mondiale e la Germania riunita è a sua volta considerata il seguito della Germania Ovest. La Russia ha ereditato record e trofei dell’Unione Sovietica, così come la Repubblica Ceca quelli della Cecoslovacchia e la Repubblica Democratica del Congo dello Zaire. Le esotiche Indie Olandesi sono oggi l’Indonesia, mentre l’attuale Serbia incorpora la Jugoslavia come la Serbia & Montenegro presente al mondiale 2006.

Abbiamo messo in grassetto le prime 32 nazioni, quasi a segnare le partecipanti al mondiale di ogni tempo.

Pronti?

Via!!!!!


La Germania vince il mondiale 2014 e resta la nazionale più forte di sempre. Un mondiale vinto in meno del Brasile ma oltre ai quattro titoli i tedeschi possono vantare altRe quattro finali perse e soprattutto una continuità da far spavento in una competizione che, superato il primo turno, diventa ad eliminazione diretta. Vi basti pensare che dal 1966 ad oggi in sole tre edizioni la Germania non è giunta in semifinale.


Dietro di loro i brasiliani appena umiliati in semifinale con un sonoro 7-1. Cinque titoli mondiali e due finali perse non bastano per superare la Germania. Più in generale il Brasile paga la maggior costanza tedesca nell’arrivare fino in fondo e, da parte loro, i verdeoro salvo rare eccezioni o portano a casa il risultato massimo o van fuori dal torneo molto prima. Insomma, una maniera per batterli la si trova.


Terzi ci siamo noi. L’Italia con le sue quattro finali vinte e due perse, diverse semifinali raggiunte e due soli tornei non disputati. Gli azzurri ben reggono sul gradino più basso del podio anche se staccati dalla vetta così come dalla sua più diretta inseguitrice. I due ultimi mondiali in cui siamo usciti ai gironi in entrambe le occasioni hanno però impedito agli azzurri di tenere il passo delle prime due.


Dietro di noi la finalista perdente del 2014: l’Argentina. Al periodo d’oro di Diego Armando Maradona, al mondiale vinto in casa nel 1978 e la finale raggiunta quest’anno, l’albiceleste colleziona anche la finale del primo mondiale del 1930 e quella dell’olimpiade persa al replay nel 1924.

Staccata un’altra sudamericana e prima nobile decaduta dell’elite del calcio mondiale. Quell’Uruguay capace di vincere in sei anni due olimpiadi ed il primo mondiale e due dei primi quattro mondiali. Nonostante qualche piazzamento successivo tra le prime quattro gli uruguagi non hanno più raggiunto gli exploit dei primi anni. Sul loro logo tuttavia compaiono ben quattro stelle, a sottolineare l’importanza delle due olimpiadi vinte, assimiliate alle coppe del mondo.


Dietro l’Uruguay un plotone di europee che nel corso degli anni han portato a casa mondiali, finali e semifinali a rotazione scambiandosi spesso ruoli, successi, insuccessi e figuracce. I punti che separano questo trenino sono davvero pochi e già al prossimo mondiale molte posizioni potrebbero cambiare.

E così al termine dell’edizione 2014 la Francia campione del mondo 1998 precede di qualche punto la Spagna apparsa invincibile dal 2008 fino all’inizio dell’ultimo mondiale. Un settimo posto che ben testimonia le occasioni gettate dagli spagnoli partiti, soprattutto negli ultimi trenta anni, troppe volte come i favoriti del torneo e poi mai giunti nemmeno tra le prime quattro. A seguire l’Inghilterra che non avesse saltato i primi tornei per propria scelta sarebbe con ogni probabilità a giocarsi il quarto posto con l’Argentina.


Al nono posto la prima nazionale mai laureatasi campione. E non poteva che essere quell’Olanda capace di perdere ben tre finali di cui due consecutive.

Chiude la top 10 la prima inaspettata outsider. La Svezia finalista nel mondiale di casa del 1958, spesso presente e mai davvero banale nelle massime competizioni mondiali, se si eccettua il mondiale del ‘90.


Fuori dalle migliori dieci di sempre troviamo il Messico, prima squadra a interrompere l’egemonia euro-sudamericana di questo ranking. A favore dei messicani la qualità spesso espressa in campo e soprattutto l’aver preso parte a ben sedici edizioni dei tornei qui considerati.

A seguirla torna subito una europea. Quel Belgio che ha nel quarto posto nel 1986 il suo maggior risultato conseguito e che dopo un decennio di mediocrità sembra oggi addirittura in grado di potersi affermare come una delle migliori nazionali al mondo.


Proseguendo tra le migliori trentadue troviamo la Serbia, o forse sarebbe meglio dire la Jugoslavia. Molti appassionati di calcio continuano a chiedersi cosa avrebbe potuto ottenere la nazionale slava ai mondiali del 1994 e 1998, non si fosse sgretolata la confederazione, vista la moltitudine di talenti a disposizione tra Serbia e Croazia. Purtroppo non lo sapremo mai.

Al quattordicesimo posto una delle squadre in assoluto più ostiche che uno può trovarsi contro al mondiale: La Svizzera. Gli elvetici se e quando riescono a qualificarsi sono in grado di rendere la vita difficile a tutti. Praticamente mai riescono a giungere davvero lontano, ma anche quando escono ai gironi sono in grado di vendere carissima la loro pelle.

Dietro agli svizzeri un terzetto dell’est: Russia-Unione Sovietica, Ungheria e Repubblica Ceca-Cecoslovacchia. Le tre sono tutte attaccate e non a caso a nostro modo di vedere. Tutte hanno avuto le loro chance di vincere almeno un mondiale, partendo spesso da favorite o venendo incluse nel lotto delle pretendenti alla vittoria. La Cecoslovacchia ha anche fatto una finale, l’Ungheria due. Eppure mai nessun paese dell’est è mai stato in grado di portare a casa un primo posto.


In diciottesima piazza e in costante escalation gli Stati Uniti che dopo il terzo posto al mondiale del 1930 han dovuto attendere il 1990 per tornare in maniera fissa nel giro del calcio che conta. Da allora però non ne sono più usciti ed il passaggio del primo turno è ormai quasi una tappa obbligata per loro.

Gli americani sono riusciti a precede quella che a tutti gli effetti può essere definita la nazionale più deludente di tutte rispetto alla qualità dei giocatori ed ai risultati conseguiti dai propri club nelle competizioni europee. Stiamo parlando del Portogallo che nonostante fuoriclasse mondiali come Eusebio e Cristiano Ronaldo non sono mai riusciti ad uscire da quell’alone di grande incompiuta che gli accompagna ad ogni mondiale. Tante, troppe le occasioni sciupate per i più disparati motivi e ancor troppe le qualificazioni mancate quando restare accasa sembrava impossibile.

Segue i lusitani un’altra mini corrazzata proveniente dall’est. Quella Polonia che tra il 1974 e il 1982 è stata in grado di affermarsi come una delle più grandi nazionali del decennio.

E detto del Cile, per cui può essere fatto lo stesso discorso della Svizzera sul duri a morire, e della nobile decaduta Austria, appena dietro all’altalenante Paraguay troviamo la prima asiatica. Ed il simbolo mondiale del calcio dagli occhi a mandorla non poteva che essere la Corea del Sud, deludente all’ultimo mondiale in un girone non proprio di ferro, ma presenza fissa dal 1986 ed in grado di giungere quarta nel mondiale co-organizzato assieme al Giappone nel 2002.

A seguire i sudcoreani troviamo la Romania che deve gran parte dei suoi exploit mondiali al leggendario Gheorge Hagi ed alla sua banda e poi la Bulgaria, capace di giungere quarta nel 1994 grazie ad un gruppo di talenti ben trascinati da Hristo Stoichkov.


Il Camerun in ventisettesima posizione è la prima africana e allo stesso tempo croce e delizia dell’intero continente. Spesso presenti dal 1982 ad oggi, i leoni d’Africa hanno vinto solo una partita ai mondiali dopo il mitologico mondiale del 1990. Fattori extra sportivi sembrano spesso prendere il sopravvento su tattica e tecnica ogni qual volta si giunge alla fase finale di un mondiale. Peccato davvero.



I danesi fecero il loro debutto mondiale nel 1986 e subito si imposero come una delle formazioni più pazze, scriteriate e divertenti mai viste in una coppa del mondo. Ecco da quella volta la situazione non è cambiata tra delusioni cocenti e mancate qualificazioni la Danimarca si ritrova ventottesima. Certo sulla carta avrebbero meritato qualche posizione in più e soprattutto qualche qualificazione in più visti i talenti espressi soprattutto negli anni ‘90.

L’Ultimo mondiale ha permesso invece alla Colombia di salire fino alla ventinovesima posizione, sopravanzando una Scozia da circa venti anni uscita dal grande giro e l’Irlanda.

A chiudere la top 32 del nostro mondiale ideale troviamo la seconda africana. Quella Nigeria che secondo molti partiva tra le favorite nel 1998 soprattutto, ma anche nel 2002, per poter vincere il torneo. Di certo anche per loro, proprio come per il Camerun, l’impressione è che anche senza coppa del mondo in tasca, si sarebbe comunque potuto fare molto, molto di più.

Menzione speciale la merita la prima delle escluse. La Croazia giunta trentatreesima. Davvero niente male per una nazionale giovanissima e che al primo assaggio di mondiale è riuscita a giungere terza.



La nostra rassegna sulle migliori nazionali di ogni tempo si chiude qua. L’appuntamento è ai prossimi giorni quando assieme analizzeremo bene la classifica di ogni tempo degli allenatori al mondiale. Chi sarà mai stato il miglior CT della storia?

A breve lo saprete.

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