Qual è la nazionale più forte
di sempre? Ce lo spiega Antonio Bomba con il suo Ranking All-Time delle
Nazionali!
A meno di una settimana dal
termine del mondiale è giunto il momento di stilare una classifica su di un
tema che ha sempre affascinato gli appassionati di calcio: Qual è la nazionale
più forte di sempre?
Sarebbe troppo facile dire il Brasile che ha vinto cinque
mondiali e si piazza chiaramente prima per valori assoluti.
Tuttavia i fattori che ogni appassionato considera e
percepisce sono diversi. Tenteremo quindi qui di unirli tutti per stilare un
Ranking All Time.
Anzitutto le competizioni utilizzate per compilare il
ranking: tutti i venti mondiali sin qui disputati e le due precedenti
olimpiadi. La scelta potrebbe non piacere a molti. Tuttavia le olimpiadi del
1924 e del 1928 sono a nostro parere dei veri e propri pre-campionati del mondo
per via della partecipazione di molte nazionali di livello, sia europee che
sudamericane, pronte a schierare i loro migliori giocatori dell’epoca. Questa osservazione
ci fa ritenere che anche se queste due competizioni sono ancora oggi
riconosciute dalla FIFA come dilettantistiche (situazione che provocò la
mancata partecipazione di alcune importanti nazionali europee a una o a
entrambe le edizioni, quali ad esempio l’Austria, l’Ungheria, la Cecoslovacchia
e soprattutto l’Inghilterra che proprio su questo punto e sul “finto
dilettantismo” presente in molte nazioni iniziò la sua guerra alla FIFA che
portò poco dopo gli inglesi ad autoesiliarsi e a non partecipare alle
competizioni intercontinentali da essa organizzate per molto tempo), siano da
considerare alla pari di vere e proprie Coppe del Mondo, anche considerando il
fatto che i difficili spostamenti intercontinentali provocarono defezioni di
alcune nazionali importanti anche nelle prime edizioni ufficiali dei mondiali.
In entrambi i tornei olimpici vinse l’Uruguay che nel 1930 vinse anche il primo
mondiale della storia. Non abbiamo invece preso in considerazione i vari tornei
continentali, vedi il campionato europeo, non avendo ancora individuato un
criterio per ben equilibrare formule e versioni delle singole competizioni e
delle varie edizioni, né l’olimpiade del 1920 riconosciuta attualmente dalla
FIFA come “campionato del mondo dilettanti” alla pari delle due successive
edizioni ma a cui hanno partecipato solo squadre europee con l’aggiunta
dell’Egitto.
Quali punteggi abbiamo utilizzato? Il sistema di calcolo lo
ritroverete molto spesso anche per altre statistiche e tiene a considerare
tutte le casistiche attualmente possibili nel calcio. E quindi: 7 punti a chi
vince un incontro durante i tempi regolamentari, 6 punti per chi vince ai
supplementari, 5 punti per chi trionfa ai rigori, mentre il pareggio vale 4
punti per squadra. E le perdenti? 1 punto viene assegnato a chi perde nel corso
dei tempi regolamentari, 2 punti a chi esce sconfitto dai supplementari e 3
punti a chi perde alla cosiddetta lotteria dei rigori.
A quanto detto sopra va considerata la differenza reti,
positiva o negativa che sia, che una squadra ottiene al termine di ogni
partita. Verrà quindi aggiunto 1 punto decimale ai punteggi riportati sopra e
ne verrà tolto 1 per ogni goal di differenza reti, di partita in partita.
Infine viene riconosciuto un bonus di 8 punti per ogni
partecipazione al mondiale, per ogni passaggio di turno e per la vittoria
finale. Resta quindi esclusa da questo bonus di 8 punti la vincitrice della
finale per il terzo e quarto posto non essendo una vittoria finale di torneo e
tantomeno un autentico passaggio di turno, bensì un passaggio di mezzo.
Qualche esempio concreto per far capire meglio i punteggi
applicati: Italia – Inghilterra 2-1. L’Italia riceve 7 punti e l’Inghilterra 1.
Tuttavia la prima si ritrova 1 punto decimale per la differenza reti e
l’Inghilterra 1 in meno. Pertanto a fine partita l’Italia avrà totalizzato 7.1
e l’Inghilterra 0.9. Germania – Brasile 7 – 1. La Germania totalizza un
punteggio di 7.6 ed il Brasile di 0.4. Inoltre alla Germania vengono aggiunti 8
punti per il passaggio del turno. In finale invece la Germania ha sconfitto per
1-0 l’Argentina ma ai tempi supplementari. Il punteggio finale per il nostro
ranking sarà quindi Germania 6.1 e Argentina 1.9, con la Germania che si
ritrova anche gli 8 punti di bonus per la vittoria della coppa del mondo.
Ancora qualche chiarimento prima di iniziare. Nel corso dei
90 anni in cui è stato stilato questo ranking molti stati hanno cessato di
essere tali, molti altri sono invece nati. Per correttezza e continuità abbiamo
adottato le direttive FIFA e delle varie confederazioni. Pertanto la Germania
Ovest è considerata la prosecutrice dei record della Germania pre-seconda
guerra mondiale e la Germania riunita è a sua volta considerata il seguito
della Germania Ovest. La Russia ha ereditato record e trofei dell’Unione
Sovietica, così come la Repubblica Ceca quelli della Cecoslovacchia e la
Repubblica Democratica del Congo dello Zaire. Le esotiche Indie Olandesi sono
oggi l’Indonesia, mentre l’attuale Serbia incorpora la Jugoslavia come la
Serbia & Montenegro presente al mondiale 2006.
Abbiamo messo in grassetto le prime 32 nazioni, quasi a
segnare le partecipanti al mondiale di ogni tempo.
Pronti?
Via!!!!!
La Germania vince
il mondiale 2014 e resta la nazionale più forte di sempre. Un mondiale vinto in
meno del Brasile ma oltre ai quattro
titoli i tedeschi possono vantare altRe quattro finali perse e soprattutto una continuità
da far spavento in una competizione che, superato il primo turno, diventa ad
eliminazione diretta. Vi basti pensare che dal 1966 ad oggi in sole tre
edizioni la Germania non è giunta in semifinale.
Dietro di loro i brasiliani appena umiliati in semifinale
con un sonoro 7-1. Cinque titoli mondiali e due finali perse non bastano per
superare la Germania. Più in generale il Brasile paga la maggior costanza
tedesca nell’arrivare fino in fondo e, da parte loro, i verdeoro salvo rare
eccezioni o portano a casa il risultato massimo o van fuori dal torneo molto
prima. Insomma, una maniera per batterli la si trova.
Terzi ci siamo noi. L’Italia
con le sue quattro finali vinte e due perse, diverse semifinali raggiunte e due
soli tornei non disputati. Gli azzurri ben reggono sul gradino più basso del
podio anche se staccati dalla vetta così come dalla sua più diretta
inseguitrice. I due ultimi mondiali in cui siamo usciti ai gironi in entrambe
le occasioni hanno però impedito agli azzurri di tenere il passo delle prime
due.
Dietro di noi la finalista perdente del 2014: l’Argentina. Al periodo d’oro di Diego Armando Maradona, al mondiale
vinto in casa nel 1978 e la finale raggiunta quest’anno, l’albiceleste
colleziona anche la finale del primo mondiale del 1930 e quella dell’olimpiade
persa al replay nel 1924.
Staccata un’altra sudamericana e prima nobile decaduta
dell’elite del calcio mondiale. Quell’Uruguay
capace di vincere in sei anni due olimpiadi ed il primo mondiale e due dei
primi quattro mondiali. Nonostante qualche piazzamento successivo tra le prime
quattro gli uruguagi non hanno più raggiunto gli exploit dei primi anni. Sul
loro logo tuttavia compaiono ben quattro stelle, a sottolineare l’importanza
delle due olimpiadi vinte, assimiliate alle coppe del mondo.
Dietro l’Uruguay un plotone di europee che nel corso degli
anni han portato a casa mondiali, finali e semifinali a rotazione scambiandosi
spesso ruoli, successi, insuccessi e figuracce. I punti che separano questo
trenino sono davvero pochi e già al prossimo mondiale molte posizioni
potrebbero cambiare.
E così al termine dell’edizione 2014 la Francia campione del mondo 1998 precede di qualche punto la Spagna apparsa invincibile dal 2008
fino all’inizio dell’ultimo mondiale. Un settimo posto che ben testimonia le
occasioni gettate dagli spagnoli partiti, soprattutto negli ultimi trenta anni,
troppe volte come i favoriti del torneo e poi mai giunti nemmeno tra le prime
quattro. A seguire l’Inghilterra che
non avesse saltato i primi tornei per propria scelta sarebbe con ogni
probabilità a giocarsi il quarto posto con l’Argentina.
Al nono posto la prima nazionale mai laureatasi campione. E
non poteva che essere quell’Olanda
capace di perdere ben tre finali di cui due consecutive.
Chiude la top 10 la prima inaspettata outsider. La Svezia finalista nel mondiale di casa
del 1958, spesso presente e mai davvero banale nelle massime competizioni
mondiali, se si eccettua il mondiale del ‘90.
Fuori dalle migliori dieci di sempre troviamo il Messico, prima squadra a interrompere
l’egemonia euro-sudamericana di questo ranking. A favore dei messicani la
qualità spesso espressa in campo e soprattutto l’aver preso parte a ben sedici
edizioni dei tornei qui considerati.
A seguirla torna subito una europea. Quel Belgio che ha nel quarto posto nel 1986
il suo maggior risultato conseguito e che dopo un decennio di mediocrità sembra
oggi addirittura in grado di potersi affermare come una delle migliori
nazionali al mondo.
Proseguendo tra le migliori trentadue troviamo la Serbia, o forse sarebbe meglio dire la Jugoslavia. Molti appassionati di calcio
continuano a chiedersi cosa avrebbe potuto ottenere la nazionale slava ai
mondiali del 1994 e 1998, non si fosse sgretolata la confederazione, vista la
moltitudine di talenti a disposizione tra Serbia e Croazia. Purtroppo non lo
sapremo mai.
Al quattordicesimo posto una delle squadre in assoluto più
ostiche che uno può trovarsi contro al mondiale: La Svizzera. Gli elvetici se e quando riescono a qualificarsi sono in
grado di rendere la vita difficile a tutti. Praticamente mai riescono a
giungere davvero lontano, ma anche quando escono ai gironi sono in grado di
vendere carissima la loro pelle.
Dietro agli svizzeri un terzetto dell’est: Russia-Unione Sovietica, Ungheria
e Repubblica Ceca-Cecoslovacchia. Le tre sono tutte
attaccate e non a caso a nostro modo di vedere. Tutte hanno avuto le loro
chance di vincere almeno un mondiale, partendo spesso da favorite o venendo
incluse nel lotto delle pretendenti alla vittoria. La Cecoslovacchia ha anche
fatto una finale, l’Ungheria due. Eppure mai nessun paese dell’est è mai stato
in grado di portare a casa un primo posto.
In diciottesima piazza e in costante escalation gli Stati Uniti che dopo il terzo posto al
mondiale del 1930 han dovuto attendere il 1990 per tornare in maniera fissa nel
giro del calcio che conta. Da allora però non ne sono più usciti ed il
passaggio del primo turno è ormai quasi una tappa obbligata per loro.
Gli americani sono riusciti a precede quella che a tutti gli
effetti può essere definita la nazionale più deludente di tutte rispetto alla
qualità dei giocatori ed ai risultati conseguiti dai propri club nelle
competizioni europee. Stiamo parlando del Portogallo
che nonostante fuoriclasse mondiali come Eusebio
e Cristiano Ronaldo non sono mai
riusciti ad uscire da quell’alone di grande incompiuta che gli accompagna ad
ogni mondiale. Tante, troppe le occasioni sciupate per i più disparati motivi e
ancor troppe le qualificazioni mancate quando restare accasa sembrava
impossibile.
Segue i lusitani un’altra mini corrazzata proveniente
dall’est. Quella Polonia che tra il
1974 e il 1982 è stata in grado di affermarsi come una delle più grandi
nazionali del decennio.
E detto del Cile,
per cui può essere fatto lo stesso discorso della Svizzera sul duri a morire, e
della nobile decaduta Austria,
appena dietro all’altalenante Paraguay troviamo la prima asiatica. Ed il
simbolo mondiale del calcio dagli occhi a mandorla non poteva che essere la Corea del Sud, deludente all’ultimo
mondiale in un girone non proprio di ferro, ma presenza fissa dal 1986 ed in
grado di giungere quarta nel mondiale co-organizzato assieme al Giappone nel
2002.
A seguire i sudcoreani troviamo la Romania che deve gran parte dei suoi exploit mondiali al
leggendario Gheorge Hagi ed alla sua banda e poi la Bulgaria, capace di
giungere quarta nel 1994 grazie ad un gruppo di talenti ben trascinati da Hristo Stoichkov.
Il Camerun in
ventisettesima posizione è la prima africana e allo stesso tempo croce e
delizia dell’intero continente. Spesso presenti dal 1982 ad oggi, i leoni
d’Africa hanno vinto solo una partita ai mondiali dopo il mitologico mondiale
del 1990. Fattori extra sportivi sembrano spesso prendere il sopravvento su
tattica e tecnica ogni qual volta si giunge alla fase finale di un mondiale.
Peccato davvero.
I danesi fecero il loro debutto mondiale nel 1986 e subito
si imposero come una delle formazioni più pazze, scriteriate e divertenti mai
viste in una coppa del mondo. Ecco da quella volta la situazione non è cambiata
tra delusioni cocenti e mancate qualificazioni la Danimarca si ritrova ventottesima. Certo sulla carta avrebbero
meritato qualche posizione in più e soprattutto qualche qualificazione in più
visti i talenti espressi soprattutto negli anni ‘90.
L’Ultimo mondiale ha permesso invece alla Colombia di salire fino alla
ventinovesima posizione, sopravanzando una Scozia
da circa venti anni uscita dal grande giro e l’Irlanda.
A chiudere la top 32 del nostro mondiale ideale troviamo la
seconda africana. Quella Nigeria che
secondo molti partiva tra le favorite nel 1998 soprattutto, ma anche nel 2002,
per poter vincere il torneo. Di certo anche per loro, proprio come per il
Camerun, l’impressione è che anche senza coppa del mondo in tasca, si sarebbe
comunque potuto fare molto, molto di più.
Menzione speciale la merita la prima delle escluse. La Croazia giunta trentatreesima. Davvero
niente male per una nazionale giovanissima e che al primo assaggio di mondiale
è riuscita a giungere terza.
La nostra rassegna sulle migliori nazionali di ogni tempo si
chiude qua. L’appuntamento è ai prossimi giorni quando assieme analizzeremo
bene la classifica di ogni tempo degli allenatori al mondiale. Chi sarà mai
stato il miglior CT della storia?
A breve lo saprete.
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