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A qualche giorno dal termine della Copa America 2015 è giunto il momento
di illustrare il ranking All Time costruito con il “metodo Bomba” (spesso
citato nelle sue classifiche da Rado il Figo), ideato e spiegato come sempre da
Antonio Bomba.
Come già fatto per i
mondiali, la Coppa d’Africa e quella d’Asia, il criterio utilizzato per stilare
la classifica sarà il seguente: valgono solo ed esclusivamente le partite
giocate durante la varie fasi finali delle quarantaquattro edizioni sin qui
disputate. Poi abbiamo assegnato: 7
punti a chi vince un incontro durante i tempi regolamentari, 6 punti per chi
vince ai supplementari, 5 punti per chi trionfa ai rigori, mentre il pareggio
vale 4 punti per squadra. E le perdenti? 1 punto viene assegnato a chi perde nel
corso dei tempi regolamentari, 2 punti a chi esce sconfitto dai supplementari e
3 punti a chi perde ai rigori.
A quanto detto sopra va
considerata la differenza reti, positiva o negativa che sia, che una squadra
ottiene al termine di ogni partita. Verrà quindi aggiunto 1 punto decimale ai
punteggi riportati sopra e ne verrà tolto 1 per ogni goal di differenza reti,
di partita in partita.
Infine viene riconosciuto un
bonus di 8 punti per ogni partecipazione alla Copa America, per ogni passaggio
di turno e per la vittoria finale. Resta quindi esclusa da questo bonus di 8
punti la vincitrice della finale per il terzo e quarto posto non essendo una
vittoria finale di torneo e tantomeno un autentico passaggio di turno, bensì un
turno di consolazione utile a stabilire l’ultimo posto sul podio.
Proseguiamo coi soliti esempi di fantasia adattati alla
Conmebol, utili a far capire meglio i punteggi applicati: Argentina – Brasile 2-1.
Il l’Argentina riceve 2 punti ed il Brasile 1. Tuttavia i gauchos si ritrovano
1 punto decimale in più per la differenza reti mentre i verdeoro 1 in meno.
Pertanto a fine partita l’Argentina avrà totalizzato il punteggio di 7.1 ed il
Brasile di 0.9. Colomba – Venezuela 7-1 ai quarti. I primi totalizzano un
punteggio di 7.6, i secondi di 0.4. Inoltre i colombiani conquistano altri 8
punti per il passaggio del turno.
Da dire anche che nella
colonna risultati abbiamo inserito tutte le volte che una nazionale ha
totalizzato punti, giocando partecipando o passando al turno successivo e che
abbiamo messo in grassetto le prime dodici nazioni, a sottolineare quale
sarebbe la Copa America ideale dato il regolamento attuale.
Prima di iniziare con
l’analisi vera e propria non possiamo tuttavia non farvi notare che la massima
competizione per nazionali della Conmebol è senza ombra di dubbio quella che ha
offerto meno sorprese e spunti di rilievo. I motivi sono diversi. Analizzeremo di
seguito i due a nostro modo di vedere fondamentali.
Anzitutto la nazionali
affiliate alla Conmebol sono appena 10. Prima non tutte partecipavano alla Copa
America per mille motivi, economico-politico-sportivi. Oggi, o meglio da una
ventina d’anni a questa parte, addirittura si invitano due nazionali da altre
confederazioni pur di giungere a 12 squadre ed avere tre gironi in modo da
adottare una struttura più tipica per questo tipo di competizioni.
In secondo luogo nessuna
altra competizione sin qui analizzata ha avuto formule così tanto differenti,
variegate, a volte complesse. Si parte col più classico dei gironi all’italiana,
modalità tenuta anche quando le nazionali partecipanti erano ormai 8, a quella
attuale che potremo definire classica, con una fase a gironi prima e ad
eliminazione diretta poi. Nel mezzo un periodo in cui addirittura la vincitrice
dell’edizione precedente era esentata dalla fase a gironi e si ritrovava
immediatamente qualificata alla semifinale. Un dato più penalizzante che altro
visto come è strutturata la nostra classifica, ma tant’è. Ne è conseguito che
il ranking finale è anche il ranking di chi più ha giocato e ottenuto più volte
punti. Un dato che non trova corrispondenza giusto in un paio di occasioni.
Tuttavia, dati alla mano, è curioso notare come le più vincenti siano comunque
ai primi posti.
Ed infatti l’Uruguay è primo e con merito avendo
portato a casa ben 15 Copa America. Gli uruguagi sono inseguiti ad appena 4.3
punti di distacco dall’Argentina.
Un’inezia se si pensa che siamo a 44 edizioni di Copa America spalmate in 99
anni di storia del calcio. Per Maradona, tutti i suoi antenati e relativi
successori, la gioia di aver comunque portato a casa una sola Copa in meno
dell’Uruguay.
Terzo troviamo il Brasile, da sempre anomalia
sudamericana. Unica squadra, proprio come una qualsiasi nazionale europea con
per l’appunto gli europei, ad aver trovato sempre più attraente il Mondiale che
non la Copa America sia in termini di impegno, quantomeno una volta, che di
risultati effettivamente ottenuti. Sarà una questione di DNA o di chissà cosa,
fatto sta che il Brasile è terzo a circa 170 punti di distanza dall’Argentina e
con “sole” 8 Cope in bacheca.
Quarti troviamo i bicampioni
del Paraguay che possono tuttavia
vantare anche sei secondi posti e soprattutto tante tante partecipazioni alla
Copa.
Dopo 99 anni il Cile è riuscito a conquistare la sua
prima Copa qualche settimana fa. Un risultato che permette ai guerrieri in
maglia roja di posizionarsi sopra il Perù,
da sempre osso duro della competizione e capace di vincerla ben due volte e pure in epoche quanto mai
distinte: 1939 la prima, 1975 la seconda.
Qualcuno potrebbe
sorprendersi della Colombia soltanto
settima. Tuttavia i cafeteros sono molto, molto più giovani come nazionale
rispetto a chi li precede e comunque il loro movimento e la qualità dei loro
giocatori non è mai stata eccelsa fino a metà anni ’90, quando l’avvento dei
vari Higuita, Valderrama, Escobar eccetera portò ad una vera piccola-grande rivoluzione
in tutto il calcio sudamericano.
I colombiani riescono
comunque a precedere la Bolivia,
nazionale che solo in poche occasioni è riuscita ad uscire dal ruolo di squadra
materasso della competizione, e dell’Ecuador,
che negli ultimi quindici anni ha raggiunto livelli di calcio accettabili
quando non addirittura competitivi.
Il Messico decimo è il primo “invasore”. Vale a dire la prima tra le
nazionali extra conmebol a qualificarsi nella top 12. Anzi, addirittura nella
top 10. I messicani son riusciti posizionarsi davanti al Venezuela (che a parte
un quarto posto nel 2011 è sempre stata la squadra che tutti sognano di
incontrare nei gironi). Chiude invece al dodicesimo posto la Costa Rica, ultima qualificata in una
ipotetica Copa America delle cope americhe e seconda squadra extra Conmebol.
Con la classifica di tutti i
tempi della Copa America è tutto. L’appuntamento coi ranking per le nazionali costruito
secondo il “metodo Bomba” è rinnovato a tra qualche settimana, quando al
termine della Gold Cup stileremo la classifica di tutti i tempi della Concacaf.
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