La Juventus ha 32 o 30 scudetti? E il Torino va considerato con uno scudetto in più ritenendo ingiusta la revoca di quello del
1927 oppure no? E lo Spezia, sotto la dicitura vigili del fuoco, ha
davvero vinto uno scudetto in tempo di guerra o sta bluffando clamorosamente?
Ecco a noi in questo articolo a cura di Antonio Bomba proprio non
importa.
Benvenuti nell’articolo dedicato ai tifosi più marci e
fanatici d’Italia, quello degli scudetti che ogni squadra può effettivamente
reclamare. Abbiamo chiamato l’articolo “sul Campo” in omaggio all’adagio
che dal post calciopoli accompagna ogni scudetto vinto dalla Juventus. Ma ad
essere sinceri questa dicitura è molto limitativa di quanto andremo ad
analizzare nelle prossime righe. Qua infatti, per ogni squadra, abbiamo
contatto tutti, ma proprio tutti gli scudetti che una squadra può, a torto o
a ragione reclamare perché vinti per l’appunto sul campo e poi revocati,
perché persi dopo una serie di ricorsi dall’esito altalenante, perché non
assegnati alla seconda classificata dopo la revoca alla prima, perché assegnati
da una federazione che a tutti gli effetti praticava calcio ma all’ultimo non è
stata scelta dalla FIFA come rappresentante del calcio in Italia. La casistica
è ampia e variegata.
Ecco a noi, sia ben chiaro, non ci importa chi abbia
ragione oppure no. Ci interessa fare una classifica lorda, lordissima che
più lorda non si può, sommando, per la gioia del tifoso allucinato dalla
propria squadra, tutti gli scudetti effettivamente assegnabili.
Ripetiamo, il calcolo è lordo. E quindi gli scudetti
effettivamente computati da noi saranno giocoforza e di gran lunga maggiori
degli stessi tornei sin qui disputati.
Pertanto scriviamo qua le regole base per l’assegnazione
degli scudetti lordi:
- Tutti gli scudetti effettivamente
riconosciuti ed assegnati da una federazione che ha agito su base nazionale
o comunque lungo un territorio che al tempo era considerato di massimo
interesse per il calcio, avendo avuto questo sport una diffusione al centro-sud
molto tardiva rispetto alle grandi città del nord.
- Tutti gli scudetti revocati
- Tutti gli scudetti non
assegnati causa revoca o altro motivo e contesi tramite richiesta ufficiale
o no da parte della squadra giunta al secondo posto.
- Tutti gli scudetti assegnati
per decisione della giustizia sportiva o comunque degli altri organi della
federazione, se non addirittura per una sentenza della magistratura ordinaria,
con una scelta che abbia fatto protestare quantomeno una diretta concorrente al
titolo.
- Tutti gli scudetti segnati da una evidente
truffa/combine o altro su cui vi siano testimonianze o prove evidenti
giunte anche in seguito, non quindi quelli caratterizzati da un errore
arbitrale su cui molti possono dibattere ma nessuno ha mai fornito una singola
prova di corruzione.
Come funziona la tabella? Nella prima colonna abbiamo posto
gli scudetti assegnati dalla FIGC e dalla sua antesignana FIF. Nella
seconda l’unica stagione disputata dalla federazione CCI, la
Confederazione Calcistica Italiana. Uno scudetto che ancora oggi è
ufficialmente riconosciuto dalla FIGC. Nella terza colonna, denominata FIGC2,
abbiamo inserito tutti quegli scudetti che la FIGC ha prima o poi
riconosciuto come ufficiali ma che non lo sono attualmente. Nella quarta
troviamo gli scudetti assegnati dalla FGI, la federazione di ginnastica
che in diversi anni ha disputato un campionato parallelo a quello FIF. Infine
nella colonna denominata come seconda, troveremo tutti quegli scudetti che
possono reclamare le squadre giunte seconde (o in altra posizione) al termine
di un campionato controverso e/o successivamente ad una decisione di
qualche organo federale o di giustizia.
Infine i colori: In verde i titoli effettivamente
riconosciuti dall’attuale albo d’oro. In azzurro quelli che la FIGC ha
riconosciuto come ufficiali in un dato momento della propria storia e in rosso
quelli che solo un super tifoso di parte può considerare propri.
Di seguito, dopo la tabella, troverete stagione per stagione
ogni caso controverso di cui siamo venuti a conoscenza, cosa è effettivamente
successo, come abbiamo agito e le motivazioni che ci hanno indotto ad agire a
quella maniera. Ci scusiamo sin da ora se qualche avvenimento dovesse esserci
sfuggito. Casomai fatecelo notare, aggiungerlo dopo attenta analisi non sarà un
problema.
1901-1913
In concorrenza con la FIF,antesignana dell’attuale FIGC, ad
organizzazione un campionato italiano di calcio c’è anche l’FGI, la Federazione
Italiana Ginnastica. Certo le regole erano un istante differenti da quelle
di oggi come da quelle usate dalla FIF, ma la partecipazione ad entrambi i
campionati di squadre come Milan e Andrea Doria ben testimonia la
validità del torneo e pertanto non esiste un valido motivo in base al quale un
tifoso non debba considerare tali vittorie come scudetti conquistati sul campo.
Si noti bene che nel 1902, essendo terminata senza un vincitore la finale, la
FGI assegnò il titolo a pari merito sia al Milan che all’Andrea Doria, società
progenitrice dell’attuale Sampdoria.
1906
Primo autentico contenzioso. Il campionato di calcio era
ancora un affare per poche e sole squadre del nord (5 partecipanti) e alla fase finale si accedeva vincendo i
rispettivi gironi regionali. Al centro di tutto un triangolo che vede il Genoa.
Juventus – Genoa viene sospesa per intemperanze dei tifosi genoani. La
ripetizione della partita in campo neutro vede la vittoria della Juventus
ma scatena le ire del Genoa che si rifiuta di affrontare il Milan al
turno successivo, consegnandogli un 2-0 a tavolino. A parità di punti giungono
così Juventus e Milan. In base al regolamento era previsto uno spareggio sul
campo della squadra con la miglior differenza reti, cioè il Milan. La Juve si
appella alla sportività e chiede che i gol della sfida vinta a tavolino contro
il Genoa non vengano computati ai fini della sfida decisiva nella casella
rossonera. La Federazione accoglie la proposta ed il Milan accetta per
sportività. Si gioca così a Torino ma la sfida termina in parità. La FIF decide
quindi di far rigiocare lo spareggio questa volta a Milano, in un campo
differente da quello solitamente utilizzato dal Milan per le gare casalinghe
(precisamente quello della U.S. Milanese, eliminata proprio dal Milan
nel “girone lombardo”). Tuttavia la Juventus si rifiuta di giocare ritenendo la
sede non neutrale e così il Milan conquista per forfeit lo scudetto. Avendo
subito quello che ai loro occhi appare come un torto da parte della federazione
la Juventus può tranquillamente reclamare questo scudetto come seconda classificata.
1908
Inizia un triennio di continui casi controversi. Seguite con
attenzione anno per anno ed il ribaltone finale del terzo anno. Stesse
squadre, o quasi, doppio scudetto. Questo potrebbe essere il titolo del
triennio. La FIF decide di italianizzare il campionato estromettendo gli
stranieri dal campionato. Sotto la protesta dei maggiori team, si arriverà a
questo incredibile compromesso: il campionato federale, in cui potevano
giocare gli stranieri, ed il campionato nazionale, riservato a tutti
coloro in possesso di una cittadinanza italiana. La stessa FIF all’inizio
definì come più importante il torneo federale, tanto da assegnare alla
vincitrice la stessa coppa assegnata fino all’anno prima alla vincitrice, e
istituendo una seconda coppa per la vincitrice del campionato nazionale. E così
nel federale a trionfare è la Juventus, mentre la Pro Vercelli si
aggiudica il nazionale.
1909
Stessa situazione dell’ano precedente, solo che Juventus
e Pro Vercelli si scambiano i titoli. Questa volta infatti saranno i
vercellesi a portare a casa il titolo federale e la Juve il campionato
nazionale.
1909-1910
Stagione controversa ma molto più chiara delle precedenti.
In questo caso viene specificato sin dall’inizio che la squadra vincitrice del
campionato italiano conquisterà un titolo puramente onorifico. A riuscirci sarà
la Pro Vercelli. Trattandosi inoltre di un torneo interno allo stesso
campionato federale e non giocato a parte con apposite partite, non sussistono
gli elementi per considerare questo titolo nazionale come contestabile da parte
della Pro Vercelli. Ironia della sorte vuole comunque che nel federale a
giungere a pari punti in cima alla classifica sarà ancora la Pro Vercelli
assieme alla neonata Internazionale Milano, meglio nota ai nostri giorni come Inter.
Non mancheranno le controversie. Tra un problema (che per molti erano scuse) ed
un altro, compreso alcuni giocatori inviati alla Fanteria dell’esercito, la Pro
Vercelli si rifiuta più di una volta di giocare lo spareggio, finché la FIF non
decide categoricamente la data del 24 aprile. Per protesta, e convinto che
l’Inter alla fine avrebbe accettato un rinvio dell’ultimo secondo per
sportività, il presidente della Pro Vercelli decide di schierare per protesta
la cosiddetta quarta squadra (adolescenti dagli 11 ai 15 anni). L’Inter
non cede e decide comunque di giocare e, ovviamente, vince facilmente la
partita. Finita? Macchè. La Pro Vercelli fa ricorso sostenendo che il giocatore
nerazzurro Ermanno Aebi è a tutti gli effetti straniero, per la
precisione svizzero, senza i requisiti necessari per essere considerato uno in
grado di poter essere schierato nel campionato italiano. La FIF deciderà
diversamente punendo severamente e per l’anno successivo la Pro Vercelli ed i
giocatori che si sono rifiutati di scendere in campo per lo spareggio. La Pro
Vercelli, ritenendosi defraudata addirittura due volte, può per i nostri
criteri può rivendicare uno scudetto come seconda classificata.
Vi avevamo preannunciato che ci sarebbe stato un ribaltone
finale. Successivamente la federazione decise di ragionare col cosiddetto buon
senso e considerò campione d’Italia del 1908 la Pro Vercelli vincitrice del
torneo nazionale, nel 1909 ancora la Pro Vercelli questa volta campione
federale. Probabile si sia deciso di agire così per premiare le vincitrici dei
tornei quantitativamente e qualitativamente ritenuti più attendibili, ma resta
il fatto che, in base a quanto ottenuto sul campo e per quanto era stato deciso
a priori, la Juventus può sentirsi scippata di due campionati vinti.
1914-1915
La prima
guerra mondiale ha inizio ed i campionati vengono sospesi ad un passo dal loro
completamento. Detto che da qualche anno il titolo era assegnato in una
finalissima tra le due squadre vincitrici di due tornei separati, nord e
centro-sud, e che la partita si era sempre risolta senza storia a favore della
squadra del nord di turno a causa dell’enorme divario tecnico e finanziario che
al tempo divideva le due realtà, ecco come si svolsero gli eventi: al nord il
campionato venne sospeso ad una giornata dal termine con il Genoa in testa e
Torino e Inter seconde a due punti e ancora in corsa per il primo posto. La
decisione attirò le ire delle società convinte come erano che sul campo
avrebbero vinto il titolo. Al centro-sud l’Internazionale Napoli aveva battuto
il Naples nella seminale di andata del sud per 3-0 mentre la Lazio si era già
qualificata come squadra del centro alla sfida conclusiva contro la vincente
della semifinale del sud. La federazione, convinta come era che si trattasse di
una guerra lampo, aveva infatti deciso di far riprendere il torneo alla fine
del conflitto. Apprendiamo così da questa storia che è una tradizione tutta
italiana sottovalutare la portata e la durata delle guerre mondiali. Le azioni
belliche si conclusero infatti solamente nel 1918 ed il campionato rimase così
inconcluso. Anni dopo la fine della guerra la federazione decise di assegnare
lo scudetto al Genoa d’ufficio e per questa ragione ognuna delle cinque squadre
ancora in gara (Torino, Inter, Lazio, Internazionale Napoli e Naples) può
tranquillamente reclamare uno scudetto “rubato” per decisione federale. Da
notare che negli anni successivi Internazionale Napoli e Naples si fusero dando
vita all’Inter-Naples, società che durante il fascismo dovette cambiare il nome
in Napoli, nome con cui è conosciuta anche oggi ed in base al quale i tifosi
partenopei, ora che ne sono a conoscenza, possono vantarsi di essere l’unica
squadra ad essersi vista privata della chance di vincere lo scudetto per due
volte nello stesso anno…
1915-1916
A Campionati sospesi per guerra la federazione e le società
riescono comunque a mettere in piedi un torneo calcistico, noto come la Coppa
Federale. Il torneo era in tutto e per tutto sentito quanto uno scudetto.
Ne è la dimostrazione la qualità delle partecipanti al nord, e le proteste
delle squadre del centro sud, che vennero escluse per principio dalla coppa. Il
torneo verrà vinto dal Milan ma non verrà mai considerato dalla FIF
prima e dalla FIGC poi come un autentico scudetto. Il Milan ha tuttavia ogni
diritto a rivendicarlo come tale essendo stata la maggior competizione sportiva
della stagione 1915-1916. Non possono invece essere considerati come scudetti
tutti i vari altri tornei a livello regionale che si svolsero durante la grande
guerra.
1921-1922
Tanti, troppi problemi con la formula del torneo a causa del
gran numero di partecipanti. Da anni il campionato italiano si svolgeva per
fasi: dalle eliminatorie regionali, alle fasi finali territoriali, sino alla
finalissima tra le vincitrici dei campionati nord e sud. Tuttavia, dopo la
prima guerra mondiale, dalla ripresa dell’attività sportiva, la federazione era
apparsa quanto mai inerme e schiava dei comitati regionali. Ciò aveva portato
ad un campionato italiano interminabile, dalle dimensioni elefantiache. La cosa
aveva suscitato non poche proteste da parte dei grandi club che, dopo qualche
precedente tentativo fallito, nella stagione 1921-1922 riuscirono nel loro
intento di staccarsi dalla federazione dando vita ad un organismo, la Confederazione
Calcistica Italiana (CCI) che avrebbe assegnato un titolo di campione
d’Italia parallelo a quello FIGC. Ad aggiudicarsi il campionato CCI fu la Pro
Vercelli, quello della FIGC andò invece alla Novese. La FIGC si rese
presto conto che senza i grandi club il suo futuro era probabilmente segnato e
così per l’anno successivo procedette ad una riforma vera ed effettiva dei
propri campionati e le squadre iscrittesi alla CCI rientrarono tutte nei ranghi
federali. La FIGC, oltre ovviamente a riconoscere lo scudetto vinto dalla
Novese, riconosce ancora oggi quello vinto dalla Pro Vercelli sotto l’egida di
un’altra lega, rendendo la stagione 1921-1922 come l’unica in cui ufficialmente
l’Italia ha avuto due squadre campioni d’Italia.
1923-1924
La Juventus viene acquistata dalla famiglia
Agnelli e, tra i primi grandi investimenti, i proprietari della Fiat
decidono di acquistare Virginio Rosetta dalla Pro Vercelli. Tralasciando
la questione economica della vicenda (si era ancora nel dilettantismo e non si
potevano pagare i giocatori se non tramite rimborsi spese), Rosetta risultava
tesserato per la già citata squadra di Vercelli e secondo molti non poteva
trasferirsi senza il consenso di quest’ultima. Ne uscì una querelle incredibile
con la Lega Nord (che organizzava come da nome il campionato nord) che decise
di assegnare tutte sconfitte 0-2 a tavolino alla Juventus nelle partite
in cui aveva schierato Rosetta, ritenuto un giocatore irregolarmente sceso in
campo. La FIGC a sua volta ritenne valido il tesseramento e obbligò la Lega
Nord a rivedere le proprie posizioni. Ne nacque una guerra politica infinita
che vide prevalere prima la Federazione e poi la Lega, con i rispettivi
rappresentanti tutti esautorati e sostituiti di volta in volta. Alla fine la
guerra fu vinta dalla Lega Nord. Rosetta venne ritenuto non tesserabile dalla
Juventus per tre delle sette partite in cui fu schierato e il tesseramento fu
ritenuto valido solo a partire dalla quarta. I bianconeri si videro perciò
inflitti ben tre 2-0 a tavolino venendo privati dei sei punti conquistati sul
campo nelle tre partite, compresa una vinta contro la diretta avversaria del Genoa.
Con questi punti la Juve avrebbe potuto vincere il Girone A (chiuso sette punti
dietro al Genoa invece che uno avanti come da risultati sul campo) e andarsi a
giocare le finali per il titolo di campione d’Italia. Giusto o sbagliato la
Juventus può reclamare questo titolo.
1924-1925
Siamo forse al caso più eclatante di sempre, anche se poco
conosciuto ai nostri giorni. Spareggio finale per decidere chi sarà campione
del Nord. Il Genoa conduce 2-0 sul Bologna quando, a mezzora dal
termine, i tifosi bolognesi invadono il campo tentando addirittura di sparare
all’arbitro. Stando alle più recenti ricostruzioni a guidare la sommossa dei
tifosi c’era Leandro Arpinati. Gerarca fascista di Bologna, da sempre
amico stretto del Duce, presidente federale e considerato al tempo il vero
padre padrone del calcio italiano e dello sport in generale. Arpinati, assieme
alle camicie nere bolognesi, persuade l’arbitro e riesce a far proseguire
l’incontro. E non solo. Lo convince a tramutare un calcio d’angolo in gol
(episodio che aveva suscitato l’ira dei tifosi e la successiva invasione). In
un clima surreale il Bologna pareggia e la partita termina 2-2. Il Genoa attende
come un pro-forma la vittoria a tavolino per 2-0 visto quanto accaduto, ma
l’arbitro nel referto si “dimentica” di scrivere dell’invasione e così la
partita viene omologata. Alla federazione non resta che sancire una nuova gara
di spareggio. Anche questa volta il risultato non cambia. Stesse reti per
entrambe le squadre ed invasione bolognese. Il terzo ed ultimo spareggio verrà
invece vinto direttamente dal Bologna per 2-0. Per gli emiliani battere
successivamente l’Alba Roma col punteggio totale fra andata e ritorno di
6-0 sarà un gioco da ragazzi. L’Alba Roma è a sua volta una delle tre società
fondatrici dell’attuale AS Roma, ma non ci risulta abbia mai fatto
ricorso per vedersi attribuito uno scudetto. Va detto che quanto attribuito in
questa vicenda al gerarca Arpinati cozza con un’altra decisione da lui presa e
di cui parleremo tra poco. Per noi comunque poco cambia, Genoa e Roma, figlia
dell’Alba Roma, possono rivendicare un titolo di campione italiano.
1926-1927
Il Torino vince il suo primo titolo di campione
d’Italia, ma lo scudetto viene successivamente revocato ai granata. Il Torino è
accusato di aver corrotto con una discreta somma di denaro per il tempo il
giocatore juventino Luigi Allemandi. Arpinati manda alcuni suoi
collaboratori ad indagare ed in base alle loro indagini le prove acquisite
risultano schiaccianti secondo la federazione, che decide così di privare i
torinisti del loro primo scudetto. Contrariamente a quanto la logica vorrebbe
però, Arpinati decide di non assegnare lo scudetto alla squadra seconda
classificata, che poi sarebbe stata il suo Bologna. A quanto riporta
l’avvocato Cantamessa, famoso giurista sportivo e nipote di Arpinati, pare che
il gerarca non se la sarebbe sentita di assegnare su sua decisione uno scudetto
alla squadra del cuore in mancanza di un regolamento che chiarisse
preventivamente come procedere in casi di questo tipo. Un comportamento
totalmente opposto a quanto gli abbiamo visto tenere solo due anni prima.
1929-1930
Un breve accenno a questo campionato soltanto per dire che è
stato il primo a girone unico nazionale, così come conosciamo oggi la Serie A.
Inoltre la vincitrice è l’Ambrosiana Milano, vale a dire l’Inter che in
tempi fascisti si è vista costretta a cambiare nome per motivi autarchici. Nel
nostro albo d’oro, per facilitarne la comprensione, verrà sempre chiamata
Inter.
1943-1944
In piena seconda guerra mondiale lo Spezia vince e si
aggiudica il Campionato dell’Alta Italia, regolarmente organizzato e
riconosciuto dalla FIGC. Una scelta che verrà completamente rivista a fine
1944. Dopo un ricorso lunghissimo ed un attento riesame, nel 2002 la FIGC
decide di assegnare effettivamente il titolo allo Spezia, ma solo in maniera
onorifica. Per i tifosi dello Spezia è uno scudetto in tutto e per tutto e
quindi per noi conta come tale. A margine va segnalato che ufficialmente a
vincere il titolo furono i vigili del Fuoco dello Spezia. Si trattava comunque
di uno stratagemma adottato dai dirigenti spezzini che, riuscendo ad inserire
tra i vigili del fuoco locali i propri calciatori, riuscirono ad evitare a
molti di loro la chiamata alle armi. Giusto quindi assegnare il titolo allo
Spezia e non al gruppo sportivo dei Vigili del Fuoco di La Spezia. Non possono
invece avere un valore nazionale i vari tornei regionali giocati sia al nord
come al sud negli anni seguenti.
1948-1949
A causa della tragedia di Superga, dove perirono tutti i
giocatori del Torino, la FIGC decise di assegnare loro a tavolino lo
scudetto, obbligando le avversarie dei granata a schierare la cosiddetta
squadra primavera nelle restanti quattro partite di campionato, dato che solo
la formazione giovanile era rimasta al Torino. Essendo un caso particolare e
legato ad una tragedia, nessuno, nemmeno i tifosi, hanno mai avuto nulla da
ridire su questa assegnazione tantomeno l’Inter, giunta seconda in
campionato e che prima del drammatico avvenimento aveva 4 punti di distacco dai
granata.
1960-1961
Juventus-Inter viene sospesa per invasione di campo.
La FIGC prima assegna lo 0-2 a tavolino all’Inter, poi accoglie il ricorso
della Juventus che chiedeva di rigiocare la partita. Il match si disputa dopo
l’ultima giornata e per protesta contro la decisione presa dalla federazione il
presidente Angelo Moratti si presenta con la primavera e perde nettamente.
Moratti era convinto che gli organi federali avessero subito pressioni da parte
della Juve per ribaltare la decisione. Di certo non aiutava a dissipare i dubbi
il fatto che Umberto Agnelli fosse presidente della Juventus come della
FIGC. Ad ogni modo anche togliendo i due punti alla Juve ed assegnandoli a
tavolino all’Inter, i nerazzurri non riuscirebbero a superare i bianconeri.
Stessa cosa può dirsi del Milan, terzo incomodo in questa diatriba.
Pertanto lo scudetto è regolarmente assegnato alla Juventus e le due milanesi
non possono recriminare alcun titolo.
1963-1964
Il Bologna si aggiudica lo scudetto vincendo lo
spareggio contro l’Inter. Tuttavia durante l’anno era stata penalizzata
di tre punti per un sospetto caso di doping di squadra. La FIGC in seguito
ritenne infondate le prove e restituì i punti agli emiliani, senza dei quali
l’Inter avrebbe vinto il campionato. Tanto basta per recriminare uno scudetto,
date le decisioni ondivaghe della FIGC.
1989-1990
Il Napoli vince il campionato per due punti sul Milan.
Ma a rendere controversa questa stagione è la partita Atalanta – Napoli.
I napoletani vincono 2-0 a tavolino (0-0 il risultato sul campo) a causa di una
monetina che ha colpito in testa il brasiliano Alemao. Tempo dopo le
immagini Tv ed il relativo audio testimonieranno come, ad indurre Alemao a
fingersi gravemente ferito dal lancio della monetina, sia stato lo storico
massaggiatore del Napoli Carmando, conscio più del centrocampista del
Napoli che in base ai regolamenti di allora, un simile fatto avrebbe comportato
la vittoria a tavolino (il filmato venne presentato alla giustizia sportiva dai
bergamaschi ma non venne tenuto in considerazione in quanto ai tempi non era
previsto alcun utilizzo della prova televisiva). In ogni caso anche senza questa sentenza il Napoli avrebbe
conservato un punto di vantaggio sul Milan, perciò i rossoneri non possono
reclamare questo scudetto.
2004-2005
La Juventus vince il campionato ma al termine della
stagione successiva viene ritenuta colpevole di aver condizionato diverse
partite e di conseguenza il campionato mediante l’eccessiva influenza che il
dirigente Luciano Moggi avrebbe esercitato verso gli arbitri, con cui
intratteneva rapporti vietati dai regolamenti. Il titolo non è assegnato al Milan
per le stesse ragioni e così lo scudetto resta non assegnato. Ovviamente la
Juventus, così come il Milan giunto secondo, ritenendosi ingiustamente
penalizzate da questa vicenda possono rivendicare uno scudetto a testa, così
come l’Inter giunta terza in campionato. Una successiva relazione del
procuratore federale Palazzi sottolineerà come anche l’Inter avesse intrattenuto rapporti “privilegiati”
con gli arbitri concludendo che solo la prescrizione impediva alla giustizia
sportiva di prendere anche per i nerazzurri decisioni simili a quelle prese per
le altre coinvolte in “calciopoli”. Non avendo l’Inter rinunciato alla
prescrizione un vero e proprio processo a proposito non è mai stato svolto. Nel
dubbio pertanto per i nostri parametri anche la quarta classificata, l’Udinese, può rivendicare incredibilmente
uno scudetto.
2005-2006
E’ proprio al terminare di questa stagione che scoppia lo
scandalo noto come Calciopoli di cui abbiamo già parlato nel paragrafo
precedente. Diverse società sono accusate di tenere rapporti illeciti con la
classe arbitrale. Il titolo è così tolto alla Juventus (in virtù dei
rapporti tenuti l’anno precedente). A vincere lo scudetto avrebbe quindi dovuto
essere il Milan ma anche i rossoneri sono implicati nella vicenda tanto
da subire una penalizzazione di trenta punti. La FIGC decide quindi di
assegnare lo scudetto all’Inter. Tuttavia anche qui vale quanto detto
per l’anno precedente sulla prescrizione che ha salvato l’Inter da un processo
che avrebbe potuto portare a una condanna come per le altre squadre coinvolte
in Calciopoli. Ciò permette alla Roma di poter vantare diritti su uno
degli scudetti più controversi della storia italiana. Ricapitoliamo: Vincitrice
ufficiale: Inter. Scudetto reclamato da: Juventus, Milan, Roma.
E detto tutto questo quale sarebbe l’albo d’oro lordo del
calcio italiano? Quanti scudetti massimi può vantare ogni singola squadra?
Questa è la tabella riepilogativa:
Altro che 30 o 32. Un vero juventino fino al midollo dovrebbe reclamare 36 scudetti per la Juventus. Così come il Milan 26. Un paio ne può piangere anche l’Inter, mentre è bello il caso del Napoli che può reclamarne due vinti in teoria nello stesso anno. Non è una cosa propriamente logica ma ne avete mai trovata un po’ nelle menti dei super-tifosi? Il Genoa raggiunge l’agognata stella mentre Verona vede un’altra squadra a far compagnia all’Hellas nell’albo d’oro: Il Bentegodi Verona vincitrice di un campionato FGI.
Come già detto se avete altri casi da segnalarci e che ci
sono sfuggiti fatelo pure, analizzeremo con cura caso per caso, assegnando,
dovesse servire, altri scudetti lordo-virtuali.
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Dato che la premessa è "bisogna essere più faziosi che più faziosi non si può", potrei esordire lamentando lo scudetto 1980/81 a favore della Roma, per quel Juve-Bologna della stagione precedente mai del tutto chiarito nel primo scandalo toto-nero e per la "diversità di trattamento". ;-)
RispondiEliminaPiù "storicamente", tornando nell'ambito "serio":
- avevo un vago ricordo dell'Udinese che rivendicava l'essere la prima squadra ad aver vinto un campionato di calcio italiano, esibendo la vittoria in non mi ricordo più quale torneo ginnico disputato prima del 1899, dove, fra le varie discipline, vi era per l'appunto il calcio
- per i fattacci del 1924/25 sono andato a rileggermi la storia del calcio italiano di Chiesa (autore che apprezzo pur non condividendo alcune sue conclusioni ma al quale riconosco l'onestà intellettuale di citare sempre le fonti da cui le trae, oltre allo scovare chicche veramente succose), narrati in modo un po' diverso, all'insegna del "siamo sempre gli stessi da sempre". Infatti, Bologna e Genoa, alla faccia di qualsiasi sportività che parrebbe sempre risiedere nei bei tempi andati, cercarono di trarre profitto, chi più chi meno, da quanto avvenne: il Genoa, convinto di aver la vittoria a tavolino certa, si rifiutò di disputare i supplementari (anch'essi pro forma ma comunque da giocare); il Bologna, nonostante l'invasione di campo, richiese a sua volta la vittoria a tavolino facendosi forza di quel rifiuto genoano di proseguire la gara oltre il 90'. La federazione, tutto sommato, fece la scelta migliore: essendo palesemente irregolare la partita, l'annullò del tutto e ordinò un nuova ripetizione della finale.
Ciao Rado grazie per il tuo contributo come sempre.
RispondiEliminaSull'Udinese la vicenda è in realtà molto meno controversa di quel che sembra. Vinsero sì il primo torneo di calcio indetto dalla FGI, ma si trattava di un torneo che sin dall'inizio era chiamato Interprovinciale e non nazionale. Quindi il problema non sussiste. Assieme all'Udinese altrimenti andrebbero scudettate altre squadre che han vinto torneo interprovinciali simili.
La vicenda Genoa-Bologna è quantomai controversa. Un pò l'ho riassunta volutamente, un pò è normale che le varie fonti differiscano considerando i fatti ed il periodo storico in cui la vicenda si è svolta.
Su Juventus-Udinese e sulla disparità di trattamento indagherò meglio. Dammi qualche giorno/settimana e ti farò sapere.
- primo scudetto Udinese: buono a sapersi. Ricordavo che la questione tenne per un po' banco (almeno nel triveneto) poi era rientrata nei ranghi: in ogni caso, era veramente tirata per i capelli
RispondiElimina- Juve-Bologna 1979/80: ovviamente, da leggere nell'ottica del "più faziosi non si può". In poche parole, più di qualcuno ebbe da ridire sul fatto che la gara fu stralciata dalla giustizia sportiva perché Trinca o Cruciani non si presentò al processo sportivo a confermare le sue accuse (ma non essendo tesserato non era nemmeno obbligato a farlo), mentre per altre partite chiacchierate si procedette ugualmente anche senza "conferma in aula". Il punto è che solitamente chi avanza questa tesi, non fornisce mai un esempio di tali altre partite in cui bastò la parola di Trinca o Cruciani "fuori aula" per arrivare a una condanna. Da qui il concetto di "disparità di trattamento"
- Genoa-Bologna: anch'io avevo riassunto, ma nel lavoro di Chiesa ci sono stralci delle cronache dell'epoca, ovviamente diametralmente opposte a seconda del giornale (e della zona geografica di riferimento): chi parla di rete segnata senz'ombra di dubbio e chi sostiene di pallone deviato in angolo su prodigiosa parata del portiere. Altra chiccha: De Vecchi, testimone oculare in campo, interpellato... ha una terza tesi: il pallone sarebbe uscito senza l'intervento del portiere (quindi manco angolo era) ma, d'altro canto, capiva benissimo che la bizzarra tratiettoria potesse aver tratto in inganno arbitro e giocatori tanto da far pensare a più di qualcuno alla rete.
- a proposito, m'ero scordato dello scudetto revocato del 1927: altre voci dell'epoca sostenevano che Arpinati in realtà non assegnò a nessuno lo scudetto in quanto le indagini svolte avevano iniziato a scoperchiare un tale verminaio di illeciti vari tali da poter dire che "il più onesto c'ha la rogna". In pratica il campionato 1927 era talmente falsato che si ritenne "equo" annullarlo di fatto colla mancata assegnazione del titolo ma senza punire nessuno, in quanto non vi erano innocenti da premiare. Fra l'altro, non so per quale diamine di motivo, ero convinto che risalisse a questo precedente la norma (attuale) per cui uno scudetto una volta assegnato possa essere solo revocato e non assegnato ad altri.