A poco più di una settimana dal campionato del mondo,
Antonio Bomba ci presenta il ranking all-time per nazionali relativo alla
Pallavolo.
Nonostante a quanto pare la Pallavolo stia passando un periodo di calo di ascolti mondiali che
sta inducendo la federazione mondiale, la FIVB,
a sperimentare set più corti che si chiudono ai 20 punti, il Volley resta uno degli sport più
munifici in termini di soldi per le varie federazioni nazionali. Molti, tanti i
tornei annuali e non, praticamente tutti più importanti e popolari delle
competizioni per club.
E tra i movimenti più attivi al mondo degli ultimi
venticinque anni vi è l’Italia.
Così, i mondiali di Polonia
2014 che inizieranno il 30 agosto sono un motivo più che valido per
redigere il ranking mondiale per nazionali di tutti i tempi.
Se avete letto l’articolo sul Basket di qualche giorno fa,
sappiate che abbiamo utilizzato la stessa formula.
Se invece siete neofiti di Calcio e altri elementi, ecco a voi una rapida spiegazione dei
criteri utilizzati per stabilire la nazionale più forte di sempre, e le
relative specifiche tecniche.
Nonostante come detto siano molte le competizioni
internazionali di valore e prestigio, abbiamo deciso di utilizzare soltanto i
due tornei massimi, equiparandoli: il mondiale
e le olimpiadi.
Che punteggi sono stati assegnati? Ci siamo attenuti alla
tradizione della pallavolo mondiale che vuole i propri ranking redatti tenendo
conto del piazzamento finale di una manifestazione, anziché del record
vittorie-sconfitte come invece accade nel calcio.
Infine si è scelta una formula di punteggio “storica”,
adattabile cioè ad ogni competizione svolta nel corso degli anni. Pertanto,
essendo stato sino ad ora ventiquattro il numero massimo di partecipanti ad una
delle competizioni prese in considerazione, abbiamo assegnato un punto alla
squadra ventiquattresima classificata, due punti alla ventitreesima (pari al
punteggio della ventiquattresima più un punto), quattro punti alla ventiduesima
(pari al punteggio della ventitreesima più due punti), sette punti alla
ventunesima (cioè il punteggio della ventiduesima più tre punti) e così a
salire progressivamente. Con questo metodo le scelte di punteggio decise
dall’uomo” sono ridotte allo zero. Ogni posizione conta in base alla
matematica. Di seguito la tabella riepilogativa dei punteggi.
Infine abbiamo utilizzato come tie break per le posizioni considerate a pari merito dalla FIVB il coefficiente set.
Nella classifica generale invece a parità di punti abbiamo
utilizzato come discriminanti il maggior numero di primi posti, in caso di
ulteriore parità di secondi, poi di terzi e così via fino al ventiquattresimo
posto. Nel caso di due o più nazionali pari in tutto e per tutto la prima ad
aver ottenuto il risultato migliore è piazzata davanti alle altre.
Infine, sempre attenendoci agli archivi FIVB (mal tenuti e
ardui da consultare lasciatecelo dire) la Russia eredità i record dell’Unione
Sovietica e della Comunità degli Stati Indipendenti. La Serbia è
la diretta discendente della Jugoslavia e della Serbia &
Montenegro, così come la storia della Cecoslovacchia prosegue con la
Repubblica Ceca. Caso curioso per la Germania che ha ereditato i
record sia della Germania Ovest che della Germania Est. Tuttavia
avendo riscontrato una sola partecipazione della Germania Ovest ad una grande
competizione, vale a dire l’Olimpiade di Monaco ’72 da loro stessi organizzata
ed in cui era presente come qualificata anche la Germania Est alla fine meglio
piazzata di loro, abbiamo deciso di non considerare una doppia partecipazione
della Germania alla stessa olimpiade per non scadere nel ridicolo.
Quando parleremo di oro, argento e bronzo per i primi tre
posti, lo faremo indistintamente tra mondiali e olimpiadi, salvo diverso
avviso.
Infine abbiamo evidenziato in grassetto le migliori
ventiquattro nazionali, a testimoniare le meritevoli di partecipare
all’ipotetico mondiale di tutti i tempi.
E sì, preferendo chi scrive lo sport maschile a quello
femminile, il ranking è riferito alla sola attività maschile.
Spiegato tutto è tempo di far parlare i numeri tramite la
classifica di tutti i tempi:
E la Russia
conquista il primo posto giustamente. Non è esistito un singolo grande evento
in cui i russi non siano partiti tra i favoriti. Nel corso degli anni sono
cambiati gli avversari, i loro nomi, la loro effettiva forza, ma gli ex
sovietici non sono mai mancati se non per scelta propria, col famoso
boicottaggio delle olimpiadi di Los Angeles del 1984. E alla fine il medagliere
parla chiaro: dieci ori, sei argenti e sei bronzi in ventinove partecipazioni.
Al secondo posto e sempre senza molte obiezioni la nazionale
che più di tutte ha significato pallavolo negli ultimi trenta anni, con un
presente ai confini dell’imbattibilità. Quel Brasile sempre a podio negli ultimi dodici anni e con l’unica pecca
di perdere un po’ troppo spesso la finale olimpica. Un particolare dannato per
i brasiliani ma che non intacca la loro potenza, la loro storia ed il loro
medagliere fatto di cinque ori e quattro argenti.
Terza troviamo la Bulgaria.
Ad “appena” due argenti e quattro bronzi ed un presente florido, fa da rinforzo
la costante partecipazione ai grandi eventi e la qualità espressa nei primi
anni di storia di questo sport, quando a mondiali ed olimpiadi la pallavolo era
un affare tra l’Unione Sovietica e gli altri paesi dell’Est. Un particolare,
questo, che tornerà a galla altre volte in questa top24…
Quarta finalmente l’Italia.
Tra fine anni ottanta ed inizio anni novanta ai limiti dell’imbattibilità,
proprio come il Brasile nell’ultimo decennio. E ancor più del Brasile con un
destino stregato alle olimpiadi. Secondi nel 1996 dopo un’epica finale con
l’Olanda, addirittura quinti quattro anni prima, quando arrivare in finale e
portare a casa l’oro sembrava quasi una formalità tanta era la nostra
superiorità. Pazienza. Il nostro 3 3 3, tre ori, tre argenti e tre bronzi, è
comunque un palmares che pochi superano ma che tutti ci invidiano.
Quinta troviamo la Polonia.
Ancor più della Bulgaria l’ultimo decennio ha visto il risorgere di questa
nazionale capace di vincere due ori negli anni settanta, equamente divisi tra
mondiale ed olimpiade, e più in generale sempre lì a far bella figura tra il
1949 (anno del primo mondiale) ed inizio anni ottanta. E sicuro il mondiale che
andranno ad ospitare tra qualche giorno non potrà che farli salire in termini
di punti in questa classifica ogni tempo.
La segue una Repubblica
Ceca erede viva ma in forma di copia quanto mai sbiadita della Cecoslovacchia da cui ha ereditato
storia e palmares. Per loro due ori, cinque argenti e un bronzo. Un bottino
conquistato tutto tra il 1949 e 1968, o se volete nei primi sei grandi eventi
disputati nella storia di questo sport. I Cechi non sono riusciti a
qualificarsi per il mondiale.
Si sono accorti un po’ tardi di questo sport, ma quando lo
hanno scoperto ne sono diventati dei maestri o, se volete, quantomeno degli
interpreti massimi. Stiamo parlando degli Stati
Uniti che si piazzano settimi in questo ranking. Per loro quattro ori e due
bronzi e chance concrete di incrementare il proprio palmares dal 30 agosto.
Li segue la prima nazionale asiatica che non poteva che
essere il Giappone. Un oro, un
argento e tre bronzi per loro che tuttavia subiscono il “dramma” di mancare
l’olimpiade dal 1996 e dopo piazzamenti decisamente poco consoni al loro
blasone ai mondiali, non sono nemmeno riusciti a qualificarsi ai mondiali di
Polonia, segno di un declino tecnico che solo il tempo saprà dirci se essere
temporaneo o definitivo. Tuttavia il contributo del Giappone per quanto
riguarda attrezzature, strutture, soldi e passione offerti alla pallavolo sono
meritevoli di ben altri risultati.
Dietro al sestetto del Sol levante, e quindi in nona
posizione, troviamo Cuba. Ecco per
loro il discorso è quanto mai particolare. Da tanti, troppi anni sono sul punto
di vincere quell’alloro massimo che pure mai son stati capaci di portare
effettivamente nell’Isola. Per carità, non che due argenti (l’ultimo
conquistato all’ultimo mondiale) e tre bronzi siano pochi, ma dato il
potenziale con cui spesso la nazionale è partita un paio d’ori erano quantomeno
mancano alla collezione di medaglie.
Decima e ormai fuori dal giro che conta da oltre trenta anni
la Romania. Due argenti e tre bronzi
per loro che mancano da una grande competizione dal 1982, in cui comunque
finirono quindicesimi.
Discorso inverso invece per la Serbia/Ex Jugoslavia che
scoperta decisamente tardi la pallavolo per essere un paese dell’est, dal 1996
ad oggi han collezionato un oro, un argento e due bronzi. Li segue un’Argentina che ha due bronzi e molte
presenze nelle due competizioni maggiori a far punteggio per il ranking.
Al tredicesimo posto troviamo la Germania che dai tempi del famigerato muro di Berlino s’è portata
dietro un oro mondiale ed un argento olimpico e che precede quell’Olanda che dopo aver vinto un oro
olimpico con la generazione di fenomeni degli anni novanta da oltre dieci anni
è tornata a livelli di poco superiore l’anonimo. La segue una Francia quanto mai incostante ma spesso
presente, capace di far fruttare la forza di un gruppo coeso prima ancora che
le effettive qualità dei singoli nelle rare occasioni in cui ha occupato le
posizioni che contano nelle classifiche finali.
Dietro i galletti francesi un tandem asiatico formato da Corea del Sud e Cina che si stan contendendo il ruolo di migliore asiatica dei
nostri giorni con l’assimilata Australia
(nella pallavolo tutte le nazioni dell’Oceania fanno capo alla Confederazione
Asiatica) che in questo ranking manca di un soffio la top 24.
E dietro a due forze emergenti un’altra nazione dell’est
come l’Ungheria che ha vissuto il
suo massimo splendore nei primi quindici anni di grandi competizioni
pallavolistiche.
Seguono tutte nazionali che chi prima o chi dopo, han avuto
un buon momento e lo han saputo far fruttare con qualche buon piazzamento, o
viceversa chi ha fatto di continue qualificazioni terminate in tornei
abbastanza anonimi il proprio punto di forza. Rientrano nella prima categoria Canada e Grecia, mentre appartengono alla seconda la Tunisia (prima africana), la Spagna,
e l’Egitto (seconda africana) ed un Belgio che chiude ventiquattresimo in
rappresentanza di un volley giocato in un’epoca che non esiste più.
Il tempo speso assieme con la classifica di tutti i tempi delle
nazionali di pallavolo sta giungendo al termine.
L’appuntamento è a dopo il mondiale, dove vi proporremo la
classifica aggiornata, sempre qui, sulle pagine di Calcio e altri elementi.
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