venerdì 22 agosto 2014

ALTRI ELEMENTI - PALLAVOLO: IL RANKING ALL-TIME PER NAZIONALI

A poco più di una settimana dal campionato del mondo, Antonio Bomba ci presenta il ranking all-time per nazionali relativo alla Pallavolo.

Nonostante a quanto pare la Pallavolo stia passando un periodo di calo di ascolti mondiali che sta inducendo la federazione mondiale, la FIVB, a sperimentare set più corti che si chiudono ai 20 punti, il Volley resta uno degli sport più munifici in termini di soldi per le varie federazioni nazionali. Molti, tanti i tornei annuali e non, praticamente tutti più importanti e popolari delle competizioni per club.


E tra i movimenti più attivi al mondo degli ultimi venticinque anni vi è l’Italia.

Così, i mondiali di Polonia 2014 che inizieranno il 30 agosto sono un motivo più che valido per redigere il ranking mondiale per nazionali di tutti i tempi.

Se avete letto l’articolo sul Basket di qualche giorno fa, sappiate che abbiamo utilizzato la stessa formula.

Se invece siete neofiti di Calcio e altri elementi, ecco a voi una rapida spiegazione dei criteri utilizzati per stabilire la nazionale più forte di sempre, e le relative specifiche tecniche.

Nonostante come detto siano molte le competizioni internazionali di valore e prestigio, abbiamo deciso di utilizzare soltanto i due tornei massimi, equiparandoli: il mondiale e le olimpiadi.

Che punteggi sono stati assegnati? Ci siamo attenuti alla tradizione della pallavolo mondiale che vuole i propri ranking redatti tenendo conto del piazzamento finale di una manifestazione, anziché del record vittorie-sconfitte come invece accade nel calcio.

Infine si è scelta una formula di punteggio “storica”, adattabile cioè ad ogni competizione svolta nel corso degli anni. Pertanto, essendo stato sino ad ora ventiquattro il numero massimo di partecipanti ad una delle competizioni prese in considerazione, abbiamo assegnato un punto alla squadra ventiquattresima classificata, due punti alla ventitreesima (pari al punteggio della ventiquattresima più un punto), quattro punti alla ventiduesima (pari al punteggio della ventitreesima più due punti), sette punti alla ventunesima (cioè il punteggio della ventiduesima più tre punti) e così a salire progressivamente. Con questo metodo le scelte di punteggio decise dall’uomo” sono ridotte allo zero. Ogni posizione conta in base alla matematica. Di seguito la tabella riepilogativa dei punteggi.


Infine abbiamo utilizzato come tie break per le posizioni considerate a pari merito dalla FIVB il coefficiente set.

Nella classifica generale invece a parità di punti abbiamo utilizzato come discriminanti il maggior numero di primi posti, in caso di ulteriore parità di secondi, poi di terzi e così via fino al ventiquattresimo posto. Nel caso di due o più nazionali pari in tutto e per tutto la prima ad aver ottenuto il risultato migliore è piazzata davanti alle altre.

Infine, sempre attenendoci agli archivi FIVB (mal tenuti e ardui da consultare lasciatecelo dire) la Russia eredità i record dell’Unione Sovietica e della Comunità degli Stati Indipendenti. La Serbia è la diretta discendente della Jugoslavia e della Serbia & Montenegro, così come la storia della Cecoslovacchia prosegue con la Repubblica Ceca. Caso curioso per la Germania che ha ereditato i record sia della Germania Ovest che della Germania Est. Tuttavia avendo riscontrato una sola partecipazione della Germania Ovest ad una grande competizione, vale a dire l’Olimpiade di Monaco ’72 da loro stessi organizzata ed in cui era presente come qualificata anche la Germania Est alla fine meglio piazzata di loro, abbiamo deciso di non considerare una doppia partecipazione della Germania alla stessa olimpiade per non scadere nel ridicolo.

Quando parleremo di oro, argento e bronzo per i primi tre posti, lo faremo indistintamente tra mondiali e olimpiadi, salvo diverso avviso.

Infine abbiamo evidenziato in grassetto le migliori ventiquattro nazionali, a testimoniare le meritevoli di partecipare all’ipotetico mondiale di tutti i tempi.

E sì, preferendo chi scrive lo sport maschile a quello femminile, il ranking è riferito alla sola attività maschile.

Spiegato tutto è tempo di far parlare i numeri tramite la classifica di tutti i tempi:


E la Russia conquista il primo posto giustamente. Non è esistito un singolo grande evento in cui i russi non siano partiti tra i favoriti. Nel corso degli anni sono cambiati gli avversari, i loro nomi, la loro effettiva forza, ma gli ex sovietici non sono mai mancati se non per scelta propria, col famoso boicottaggio delle olimpiadi di Los Angeles del 1984. E alla fine il medagliere parla chiaro: dieci ori, sei argenti e sei bronzi in ventinove partecipazioni.

Al secondo posto e sempre senza molte obiezioni la nazionale che più di tutte ha significato pallavolo negli ultimi trenta anni, con un presente ai confini dell’imbattibilità. Quel Brasile sempre a podio negli ultimi dodici anni e con l’unica pecca di perdere un po’ troppo spesso la finale olimpica. Un particolare dannato per i brasiliani ma che non intacca la loro potenza, la loro storia ed il loro medagliere fatto di cinque ori e quattro argenti.

Terza troviamo la Bulgaria. Ad “appena” due argenti e quattro bronzi ed un presente florido, fa da rinforzo la costante partecipazione ai grandi eventi e la qualità espressa nei primi anni di storia di questo sport, quando a mondiali ed olimpiadi la pallavolo era un affare tra l’Unione Sovietica e gli altri paesi dell’Est. Un particolare, questo, che tornerà a galla altre volte in questa top24…

Quarta finalmente l’Italia. Tra fine anni ottanta ed inizio anni novanta ai limiti dell’imbattibilità, proprio come il Brasile nell’ultimo decennio. E ancor più del Brasile con un destino stregato alle olimpiadi. Secondi nel 1996 dopo un’epica finale con l’Olanda, addirittura quinti quattro anni prima, quando arrivare in finale e portare a casa l’oro sembrava quasi una formalità tanta era la nostra superiorità. Pazienza. Il nostro 3 3 3, tre ori, tre argenti e tre bronzi, è comunque un palmares che pochi superano ma che tutti ci invidiano.

Quinta troviamo la Polonia. Ancor più della Bulgaria l’ultimo decennio ha visto il risorgere di questa nazionale capace di vincere due ori negli anni settanta, equamente divisi tra mondiale ed olimpiade, e più in generale sempre lì a far bella figura tra il 1949 (anno del primo mondiale) ed inizio anni ottanta. E sicuro il mondiale che andranno ad ospitare tra qualche giorno non potrà che farli salire in termini di punti in questa classifica ogni tempo.

La segue una Repubblica Ceca erede viva ma in forma di copia quanto mai sbiadita della Cecoslovacchia da cui ha ereditato storia e palmares. Per loro due ori, cinque argenti e un bronzo. Un bottino conquistato tutto tra il 1949 e 1968, o se volete nei primi sei grandi eventi disputati nella storia di questo sport. I Cechi non sono riusciti a qualificarsi per il mondiale.

Si sono accorti un po’ tardi di questo sport, ma quando lo hanno scoperto ne sono diventati dei maestri o, se volete, quantomeno degli interpreti massimi. Stiamo parlando degli Stati Uniti che si piazzano settimi in questo ranking. Per loro quattro ori e due bronzi e chance concrete di incrementare il proprio palmares dal 30 agosto.

Li segue la prima nazionale asiatica che non poteva che essere il Giappone. Un oro, un argento e tre bronzi per loro che tuttavia subiscono il “dramma” di mancare l’olimpiade dal 1996 e dopo piazzamenti decisamente poco consoni al loro blasone ai mondiali, non sono nemmeno riusciti a qualificarsi ai mondiali di Polonia, segno di un declino tecnico che solo il tempo saprà dirci se essere temporaneo o definitivo. Tuttavia il contributo del Giappone per quanto riguarda attrezzature, strutture, soldi e passione offerti alla pallavolo sono meritevoli di ben altri risultati.

Dietro al sestetto del Sol levante, e quindi in nona posizione, troviamo Cuba. Ecco per loro il discorso è quanto mai particolare. Da tanti, troppi anni sono sul punto di vincere quell’alloro massimo che pure mai son stati capaci di portare effettivamente nell’Isola. Per carità, non che due argenti (l’ultimo conquistato all’ultimo mondiale) e tre bronzi siano pochi, ma dato il potenziale con cui spesso la nazionale è partita un paio d’ori erano quantomeno mancano alla collezione di medaglie.

Decima e ormai fuori dal giro che conta da oltre trenta anni la Romania. Due argenti e tre bronzi per loro che mancano da una grande competizione dal 1982, in cui comunque finirono quindicesimi.

Discorso inverso invece per la Serbia/Ex Jugoslavia che scoperta decisamente tardi la pallavolo per essere un paese dell’est, dal 1996 ad oggi han collezionato un oro, un argento e due bronzi. Li segue un’Argentina che ha due bronzi e molte presenze nelle due competizioni maggiori a far punteggio per il ranking.

Al tredicesimo posto troviamo la Germania che dai tempi del famigerato muro di Berlino s’è portata dietro un oro mondiale ed un argento olimpico e che precede quell’Olanda che dopo aver vinto un oro olimpico con la generazione di fenomeni degli anni novanta da oltre dieci anni è tornata a livelli di poco superiore l’anonimo. La segue una Francia quanto mai incostante ma spesso presente, capace di far fruttare la forza di un gruppo coeso prima ancora che le effettive qualità dei singoli nelle rare occasioni in cui ha occupato le posizioni che contano nelle classifiche finali.

Dietro i galletti francesi un tandem asiatico formato da Corea del Sud e Cina che si stan contendendo il ruolo di migliore asiatica dei nostri giorni con l’assimilata Australia (nella pallavolo tutte le nazioni dell’Oceania fanno capo alla Confederazione Asiatica) che in questo ranking manca di un soffio la top 24.

E dietro a due forze emergenti un’altra nazione dell’est come l’Ungheria che ha vissuto il suo massimo splendore nei primi quindici anni di grandi competizioni pallavolistiche.

Seguono tutte nazionali che chi prima o chi dopo, han avuto un buon momento e lo han saputo far fruttare con qualche buon piazzamento, o viceversa chi ha fatto di continue qualificazioni terminate in tornei abbastanza anonimi il proprio punto di forza. Rientrano nella prima categoria Canada e Grecia, mentre appartengono alla seconda la Tunisia (prima africana), la Spagna, e l’Egitto (seconda africana) ed un Belgio che chiude ventiquattresimo in rappresentanza di un volley giocato in un’epoca che non esiste più.

Il tempo speso assieme con la classifica di tutti i tempi delle nazionali di pallavolo sta giungendo al termine.

L’appuntamento è a dopo il mondiale, dove vi proporremo la classifica aggiornata, sempre qui, sulle pagine di Calcio e altri elementi.

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