Concludo la carrellata dei parallelismi fra le squadre
vincitrici delle coppe più importanti e il loro andamento nel rispettivo
campionato nazionale dell’anno corrispondente con la Coppa
Intercontinentale/Mondiale per Club. Fra i quattro articoli scritti in
proposito questo è stato sicuramente quello più difficile da fare a causa della
particolare formula del campionato argentino, che disputava fino alla
scorsa stagione due campionati nazionali in un anno. Ho deciso di ovviare al
problema prendendo per buono il piazzamento delle squadre campioni del mondo
argentine nella metà di campionato nazionale giocato nel periodo di
assegnazione della Coppa Intercontinentale/Mondiale per Club. Poiché questa
situazione comporta che ai primi tre posti si trovino proprio tre squadre
argentine ho anche decison, prima di vedere i tre team sul podio di segnalare
la sudamericana non argentina e l’europea che han fatto peggio nel loro
campionato nell’anno in cui si sono laureate campioni del mondo. Segnalo anche
che nell’albo d’oro del 2000 figurano due squadre campioni del mondo perché in
quella stagione si giocarono sia la Coppa Intercontinentale che la prima
sperimentale edizione del Mondiale per Club.
Prima di partire ricordo i link dei tre primi post di questa serie di articoli:
Campioni d’Europa e perdenti in patria: http://mds78.blogspot.it/2014/12/campioni-deuropa-e-perdenti-in-patria.html
Prima di partire ricordo i link dei tre primi post di questa serie di articoli:
Campioni d’Europa e perdenti in patria: http://mds78.blogspot.it/2014/12/campioni-deuropa-e-perdenti-in-patria.html
Campioni d’Europa League e perdenti in patria: http://mds78.blogspot.it/2015/03/campioni-deuropa-league-e-perdenti-in.html
Campioni di Coppa Coppe e perdenti in patria: http://mds78.blogspot.it/2015/04/campioni-di-coppa-coppe-e-perdenti-in.html
PEGGIORE EUROPEA: 10° IN CAMPIONATO – BORUSSIA DORTMUND
1997/98
Reduce dalla inattesa vittoria in finale di Champions
League contro la favorita Juventus, il Borussia Dortmund si
presenta al via della nuova stagione con un nuovo allenatore (il nostro Nevio
Scala al posto di Ottmar Hitzfield) e senza l’attaccante Riedle,
autore di una doppietta in finale e passato al Liverpool. L’inizio della
stagione è disastroso: in Bundesliga da metà agosto a metà ottobre la squadra
non riesce a vincere una partita, infilando addirittura quattro sconfitte
consecutive, e perde definitivamente Sammer, fermato da un infortunio al
ginocchio che pone fine alla sua carriera mettendo addirittura a rischio la sua
vita a causa di un’infezione contratta dopo l’operazione. Nonostante ciò la
squadra in Champions League se la cava egregiamente, superando senza difficoltà
(5 vittorie e 1 sconfitta) un girone con Galatasaray, Sparta Praga
e Parma, ex squadra di Scala. Il 2 dicembre 1997 ad affrontare i
tedeschi nella finale di Coppa Intercontinentale è il Cruzeiro di Dida
e Bebeto. I gialloneri, nella cui formazione iniziale figurano fra gli
altri gli ex juventini Reuter, Julio Cesar, Paulo Sousa e Moeller
e lo svizzero Chapuisat, si impone sui brasiliani con un secco 2-0
con reti nel primo tempo di Zorc e nel finale di Herrlich. Il
titolo di campione del mondo non basta a salvare la panchina di Scala, che
viene esonerato a fine stagione dopo un decimo posto in Bundesliga (con soli 5
punti di vantaggio sulla zona retrocessione) e nonostante l’approdo alle
semifinali di Champions League dove deve lasciare il passo ai futuri campioni
d’Europa del Real Madrid.
PEGGIORE SUDAMERICANA NON ARGENTINA: 11° IN CAMPIONATO –
SAN PAOLO 2005
Il San Paolo arriva a giocare la prima edizione del
Mondiale per Club definitivamente sostitutiva della Coppa Intercontinentale nel
dicembre del 2005 al termine di una stagione esaltante in Coppa Libertadores ma
molto deludente in campionato. In luglio i brasiliani conquistano la
Libertadores eliminando il River Plate in semifinale (2-0 in casa, 3-2 in argentina) e in finale
i connazionali dell’Atletico Paranaense (1-1 in trasferta, 4-0 in casa).
In Brasile come detto la stagione è mediocre: il San Paolo chiude il campionato
il 4 dicembre con 16 vittorie, 10 pareggi e 16 sconfitte e l’undicesimo posto
finale. Dieci giorni dopo è in programma la semifinale del Mondiale per Club
contro gli arabi dell’Al-Ittihad: i brasiliani superano l’ostacolo 3-2
trascinati dal difensore Lugano, dall’attaccante Marcio Amoroso
(ex Udinese e Parma, futuro Milan) e dal portiere goleador Ceni, in gol
su rigore per il momentaneo 3-1 e unico portiere ad aver segnato fra rigori e
punizioni più di 100 gol in carriera (tuttora in attività, Ceni ha annunciato
il ritiro a fine stagione proprio qualche giorno fa). In finale gli uomini di
Mister Paulo Autuori trovano gli inglesi del Liverpool e portano a casa
la coppa in modo rocambolesco, vincendo per 1-0 con marcatura di Mineiro
al termine di una partita nella quale Ceni verrà premiato come migliore giocatore
del torneo e gli inglesi si vedono annullare ben tre gol con conseguenti
furiose proteste dell’allenatore Rafa Benitez, che accusa la Fifa di
aver fatto arbitrare una partita così importante a un messicano coadiuvato da
un guardalinee canadese, sottointendendo l’inadegatezza di direttori di gara
provenienti da quei paesi… per la cronaca l’arbitro era il messicano Archundia
e il guardalinee il canadese Vergara, entrambi nella terna arbitrale di Italia-Germania
2-0 nei mondiali del 2006 e detentori dei record di maggior numero di
partite ai mondiali rispettivamente per un arbitro e un guardalinee…
2° POSTO EX AEQUO: 14° IN CAMPIONATO – INDEPENDIENTE 1984
Il 1984 è un anno storico per l’Independiente, che
approda per la settima volta alla finale di Coppa Libertadores e per la settima
volta la vince (record assoluto ancora oggi, visto che è stata l’ultima finale
giocata dagli argentini). L’allenatore della squadra è José Pastoriza e
nell’undici titolare ci sono la bandiera Bochini e i due futuri campioni
del mondo Burruchaga e Giusti. Se in Coppa Libertadores come
detto va tutto alla grande, con il Gremio sconfitto 1-0 all’andata in
Brasile (0-0 il ritorno in casa), così non è nel campionato Metropolitano
(disputato fra il 1° aprile e il 23 dicembre), nel quale l’Independiente si
piazza addirittura quattordicesimo con 10 vittorie, 11 pareggi e ben 15
sconfitte. Il 9 dicembre ad affrontare gli argentini a Tokyo è il Liverpool di
Grobbelaar e Rush, che ha superato la Roma nella finale di
Coppa dei Campioni dell’anno precedente. A risolvere la partita è un gol di Percudani
al sesto minuto di gioco, rete che gli uomini di Joe Fagan non
riescono più a recuperare nel corso del match.
2° POSTO EX AEQUO: 14° IN CAMPIONATO – ESTUDIANTES 1968
L’Estudiantes è stata una delle squadre più sorprendenti degli anni ’60, il primo “piccolo team” (rispetto alle cinque squadre considerate storicamente le più forti di Argentina) a vincere il campionato argentino Metropolitano l’anno precedente con una fantastica rimonta in semifinale da 1-3 a 4-3 contro il Plataense prima di avere la meglio sul Racing con un secco 3-0 in finale. Plasmato dall’allenatore Osvaldo Zubeldia (un vero e proprio innovatore su tattica, schemi di gioco, calci piazzati e fuorigioco) partendo da una fortissima squadra giovanile (soprannominata “La Tercera que mata”, la giovanile che uccide), l’Estudiantes si piazza secondo nel successivo campionato National e si qualifica per la Coppa Libertadores, dove trionfa battendo in finale i brasiliani del Palmeiras per 2-0 nello spareggio (dopo aver vinto l’andata in casa e perso il ritorno in trasferta) con reti di Ribaudo e de “La Bruja” Veron, padre dell’ex giocatore di Sampdoria, Parma, Lazio e Inter Juan Sebastian Veron. In quella squadra a centrocampo gioca il futuro allenatore Carlos Bilardo, che sul campo picchia durissimo e nel frattempo apprende dal suo “mentore” Zubeldia molte delle nozioni che gli saranno utili per portare l’Argentina sul tetto del mondo. Il National 1968 (giocato dal 6 settembre al 29 dicembre) non è all’altezza dei risultati precedenti: l’Estudiantes si piazza terzultimo con 3 vittorie, 1 pareggio e ben 11 sconfitte, probabilmente distratto dal doppio impegno in Coppa Intercontinentale contro il Manchester United di Charlton e Best in programma il 25 settembre e il 16 ottobre. Nella partita di andata giocata in Argentina l’Estudiantes si impone per 1-0 con gol di Conigliaro sugli sviluppi di un corner battuto da Veron. Nel ritorno gli argentini si portano subito in vantaggio con Veron, ma approfittando del fatto che ancora non era in vigore la regola dei gol in trasferta lo United non si dà per vinto e cerca in tutti i modi la vittoria che avrebbe portato alla disputa della partita di spareggio. All’89° minuto la rete di Morgan riaccende le speranze inglesi e gli ultimi minuti sono davvero infuocati con un finale da infarto: Kidd segna il 2-1 per i Red Devils pochissimi istanti dopo il triplice fischio finale dell’arbitro. La protesta del pubblico inglese è fortissima, con il giro d’onore degli argentini impedito dal lancio di monetine da parte dei tifosi dello United. L’Estudiantes torna comunque a casa con la coppa e continua nel suo ciclo vincente, che porterà altre due Libertadores consecutive (e due finali Intercontinentali perse con Milan e Liverpool).
L’Estudiantes è stata una delle squadre più sorprendenti degli anni ’60, il primo “piccolo team” (rispetto alle cinque squadre considerate storicamente le più forti di Argentina) a vincere il campionato argentino Metropolitano l’anno precedente con una fantastica rimonta in semifinale da 1-3 a 4-3 contro il Plataense prima di avere la meglio sul Racing con un secco 3-0 in finale. Plasmato dall’allenatore Osvaldo Zubeldia (un vero e proprio innovatore su tattica, schemi di gioco, calci piazzati e fuorigioco) partendo da una fortissima squadra giovanile (soprannominata “La Tercera que mata”, la giovanile che uccide), l’Estudiantes si piazza secondo nel successivo campionato National e si qualifica per la Coppa Libertadores, dove trionfa battendo in finale i brasiliani del Palmeiras per 2-0 nello spareggio (dopo aver vinto l’andata in casa e perso il ritorno in trasferta) con reti di Ribaudo e de “La Bruja” Veron, padre dell’ex giocatore di Sampdoria, Parma, Lazio e Inter Juan Sebastian Veron. In quella squadra a centrocampo gioca il futuro allenatore Carlos Bilardo, che sul campo picchia durissimo e nel frattempo apprende dal suo “mentore” Zubeldia molte delle nozioni che gli saranno utili per portare l’Argentina sul tetto del mondo. Il National 1968 (giocato dal 6 settembre al 29 dicembre) non è all’altezza dei risultati precedenti: l’Estudiantes si piazza terzultimo con 3 vittorie, 1 pareggio e ben 11 sconfitte, probabilmente distratto dal doppio impegno in Coppa Intercontinentale contro il Manchester United di Charlton e Best in programma il 25 settembre e il 16 ottobre. Nella partita di andata giocata in Argentina l’Estudiantes si impone per 1-0 con gol di Conigliaro sugli sviluppi di un corner battuto da Veron. Nel ritorno gli argentini si portano subito in vantaggio con Veron, ma approfittando del fatto che ancora non era in vigore la regola dei gol in trasferta lo United non si dà per vinto e cerca in tutti i modi la vittoria che avrebbe portato alla disputa della partita di spareggio. All’89° minuto la rete di Morgan riaccende le speranze inglesi e gli ultimi minuti sono davvero infuocati con un finale da infarto: Kidd segna il 2-1 per i Red Devils pochissimi istanti dopo il triplice fischio finale dell’arbitro. La protesta del pubblico inglese è fortissima, con il giro d’onore degli argentini impedito dal lancio di monetine da parte dei tifosi dello United. L’Estudiantes torna comunque a casa con la coppa e continua nel suo ciclo vincente, che porterà altre due Libertadores consecutive (e due finali Intercontinentali perse con Milan e Liverpool).
1° POSTO: 15° IN CAMPIONATO – INDEPENDIENTE 1973
Ancora i Diablos Rojos nella nostra speciale classifica: le due Coppe Intercontinentali vinte dagli argentini sono infatti coincise con campionati mediocri e probabilmente affrontati con sufficienza. Nel 1973 il campionato Nacional (disputato fra l’8 ottobre e il 29 dicembre) è diviso in due gironi da quindici squadre, l’Independiente si piazza ottavo nella Zona B (virtualmente quindicesimo avendo totalizzato un miglior punteggio dell’ottava di Zona A) con 6 vittorie 4 pareggi e 5 sconfitte. In quegli anni la squadra è la vera e propria dominatrice del Sudamerica ed è nel bel mezzo di un filotto di quattro vittorie consecutive in Coppa Libertadores dal 1972 al 1975. Nel 1973 la “Coppa dei Campioni del Sudamerica” viene vinta in finale contro i cileni del Colo Colo 2-1 nello spareggio dopo due pareggi nelle partite di andata e ritorno. L’allenatore da poco è Roberto Ferreiro e in squadra spiccano Bertoni (futuro Fiorentina e Napoli) e il giovanissimo (19 anni) Bochini, che abbiamo già incontrato undici anni dopo nella vittoria della Coppa Intercontinentale 1984. Ed è proprio Bochini a risolvere a dieci minuti dalla fine la Coppa Intercontinentale, disputata il 28 novembre 1973 a Roma in gara unica contro la Juventus, chiamata a giocare in sostituzione dei campioni d’Europa dell’Ajax. La partita viene dominata dai bianconeri, che colpiscono due traverse con Bettega e Altafini e sbagliano un rigore con Cuccureddu, venendo beffati dal gol di Bochini che fissa il risultato sull’1-0 e fa partire con il botto una carriera che lo porterà a entrare nella storia del club e a partecipare da comprimario al vittorioso mondiale argentino di Messico ’86.
Ancora i Diablos Rojos nella nostra speciale classifica: le due Coppe Intercontinentali vinte dagli argentini sono infatti coincise con campionati mediocri e probabilmente affrontati con sufficienza. Nel 1973 il campionato Nacional (disputato fra l’8 ottobre e il 29 dicembre) è diviso in due gironi da quindici squadre, l’Independiente si piazza ottavo nella Zona B (virtualmente quindicesimo avendo totalizzato un miglior punteggio dell’ottava di Zona A) con 6 vittorie 4 pareggi e 5 sconfitte. In quegli anni la squadra è la vera e propria dominatrice del Sudamerica ed è nel bel mezzo di un filotto di quattro vittorie consecutive in Coppa Libertadores dal 1972 al 1975. Nel 1973 la “Coppa dei Campioni del Sudamerica” viene vinta in finale contro i cileni del Colo Colo 2-1 nello spareggio dopo due pareggi nelle partite di andata e ritorno. L’allenatore da poco è Roberto Ferreiro e in squadra spiccano Bertoni (futuro Fiorentina e Napoli) e il giovanissimo (19 anni) Bochini, che abbiamo già incontrato undici anni dopo nella vittoria della Coppa Intercontinentale 1984. Ed è proprio Bochini a risolvere a dieci minuti dalla fine la Coppa Intercontinentale, disputata il 28 novembre 1973 a Roma in gara unica contro la Juventus, chiamata a giocare in sostituzione dei campioni d’Europa dell’Ajax. La partita viene dominata dai bianconeri, che colpiscono due traverse con Bettega e Altafini e sbagliano un rigore con Cuccureddu, venendo beffati dal gol di Bochini che fissa il risultato sull’1-0 e fa partire con il botto una carriera che lo porterà a entrare nella storia del club e a partecipare da comprimario al vittorioso mondiale argentino di Messico ’86.
Di seguito il tabellone completo di tutti i
piazzamenti ottenuti in campionato dalle squadre che nella stessa stagione
hanno conquistato il titolo di campione del mondo per club:
Per concludere qualche curiosità: 25 volte su 53 chi ha vinto la Coppa Intercontinentale/Mondiale per Club ha anche conquistato il proprio campionato nazionale. Santos, Juventus, Ajax e Manchester United sono le uniche squadre ad aver vinto due volte su due la Coppa Intercontinentale vincendo anche il campionato. Nessuno è ancora riuscito a compiere la doppietta per tre volte.
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