Settimo appuntamento con la storia del ranking Uefa per
nazionali a cura di Rado il Figo (per le puntate precedenti:
http://mds78.blogspot.it/search/label/Storia%20del%20Ranking%20Uefa%20per%20Nazionali).
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BELGIO/OLANDA 2000
1° metodo
Sono stralciati gli spareggi fra le 8 peggiori seconde:
Inghilterra-Scozia, Danimarca-Israele, Ucraina-Slovenia e Irlanda-Turchia.
Doppia conferma in vetta, come non accadeva da 30 anni esatti, risalendo al 1970 l’unico precedente: all’epoca furono Italia e URSS a ripetere i primi due posti, oggi tocca a Spagna e Romania. Un predominio sinceramente imbarazzante testimoniato dal bottino complessivo delle due di 99 punti in 38 gare, frutto di 31 vittorie, 6 pareggi e 1 sconfitta. L’imbarazzo rimane (seppur da altro verso) considerando come l’unica battuta d’arresto sia della capolista Spagna, fermata niente meno che da Cipro (a onor del vero, protagonista di una campagna qualificatoria europea ben al di sopra di attese e tradizione, tanto da sfiorare gli spareggi).
L’imbarazzo raggiunge il sommo poi a guardare la Francia
la quale, dal predominio in campo nei due tornei, agguantati entrambi, per una
conferma al vertice di tutt’altro spessore, guadagna un avanzamento di 4
posizioni ma non andando oltre la 12ª, punita dall’aver giocato e vinto il
Mondiale in casa e l’essersi qualificata all’ultima gara a Euro2000. A
completare il podio, infatti, arriva la Norvegia (+6): delle 3
medagliate del ranking, nel torneo continentale solo la Spagna riesce a
superare i gironi, e a grandissima fatica (grazie a un’incredibile rimonta da
2-3 a 4-3 nel recupero contro la Iugoslavia), salvo poi arrestarsi subito ai
quarti per mano francese (e… piede di Raúl, che fallisce il rigore del
pareggio). L’Italia termina pure nel ranking un gradino sotto la
Francia, un anomimo 13° posto con annessa perdita di 5 posizioni.
Proseguo con le differenze, ai cui estremi si trova una Svezia
capace di guadagnare 19 posti, dal 23° al 4°, pur non qualificandosi ai
Mondiali e una Bulgaria in transizione, retrocessa dal 10° al 24° posto
(-14). Un pelino peggio di Russia e Inghilterra, sempre a braccetto
ma 13 posizioni più sotto (da 3ª/4ª a 16ª/17ª).
Esordisce Andorra ma è poca cosa: solo San Marino
riesce a starle sotto.
2° metodo
Gli spareggi summenzionati valgono 12.000 punti di bonus a
testa per Danimarca, Inghilterra, Irlanda, Israele, Scozia, Slovenia, Turchia e
Ucraina. Per il secondo correttivo, i due coorganizzatori Belgio e Olanda
riutilizzano quanto messo assieme nelle eliminatorie di Francia 1998, superate
da entrambi.
È il primo ranking i cui 3 tornei coinvolti sono strutturati, anche a livello di punti per vittoria, così come concepito; in altre parole, è la sua prima “ricostruzione storica” non soggetta ad adattamenti di vario genere.
Il podio del ranking rispecchia quasi quello del presente
torneo, con l’unica inversione alle spalle della Francia capolista (e
unica a confermarsi in zona medaglie) fra Italia e Olanda, questi
ultimi beneficiando del miglior coefficiente di ciclo, superiore pure a quello
dei Bleus. La vera notizia, però, come intuibile, è l’assenza dal primo posto
della Germania, scivolata al 5°; non capitava dal 1986 e curiosamente
anche all’epoca fu la Francia a detronizzarla. Svolta storica, ricordando come
i tedeschi dal 1972 non sono mai andati sotto il 2° posto: o per meglio dire,
in 26 anni e 14 aggiornamenti, sono stati primi per 12 volte e secondi per 2.
Ora sono fuori pure dal podio, dove alloggiavano ininterottamente dal 1964:
allargando poi l’orizzonte, da quando l’avevano raggiunto per la prima volta
nel 1954, solo nel 1962 l’avevano bucato.
Passando ad altro, la Bulgaria si conferma in
transizione retrocedendo pure qui al 24° posto, seppur partendo dal 14° e
“limitando” i danni a un -10. Di contro, prima citazione di merito per Cipro,
che guadagna 8 posizioni: il punto di arrivo è sempre un infimo 30° posto, ma si
tratta comunque del suo massimo piazzamento storico, raggiunto solo una volta
in precedenza, anche quando le nazionali europee erano poco più di 30.
Altra conferma arriva da Andorra, esordiente da penultima.
Differenze
Per la seconda volta di fila, i due podi indicano sei
nazionali diverse. Per cui… mi confermo anch’io nel segnalare solo le
differenze, dalla minore alla maggiore: la Spagna oscilla da 1ª o 4ª (3
posizioni), l’Olanda da seconda a quinti (3), la Romania da 2ª a
7ª (5), la Norvegia da 3ª a 9ª (6), l’Italia da 3ª a 13ª (10) e
chiude sempre la Francia da 1ª a 12ª (11).
COREA DEL SUD/GIAPPONE 2002
1° metodo
Tutte e 9 le seconde devono sottostare agli spareggi, come
al solito stralciati. Non computate, quindi, le sfide “interne”
Belgio-Repubblica Ceca, Ucraina-Germania, Austria-Turchia e Slovenia Romania, e
l’intercontinentale Irlanda-Iran.
Un precoce omaggio a Zlatan Ibrahimović che muove i primi passi nei grandi tornei per nazionali? Il ranking incorona l’11ª regina della sua storia, la Svezia, che scalza dopo un paio di aggiornamenti la Spagna retrocessa a damigella d’onore. Obiettivamente, gli scandinavi sono stati devastanti nelle due fasi di qualificazione: in 18 uscite, solo Inghilterra, Slovacchia e Turchia sono riusciti a fermarli sul pari. Certo, a scorrere i tre nomi, s’intuisce che gli avversari non siano stati trascendentali; in effetti, i britannici sono l’unico scalpo di peso. A ulteriore conferma di un primato discutibile (non una novità), basti ricordare che in 7 partite di fasi finali (e già il loro basso numero non è bel segnale) la Svezia esce vincitrice solo una volta (1-0 alla Nigeria) e sconfitta quattro (col Senegal al golden goal, però). Chiude la zona medaglie la Repubblica Ceca, mai così in alto nemmeno quand’era unita agli slovacchi, capitalizzando il 10 su 10 ottenuto nelle eliminatorie continentali.
Nel campo delle differenze, l’Irlanda riassapora il
Mondiale issandosi al 6° posto, con un saldo positivo di +14 ma c’è chi fa
meglio: la Slovenia è solo 19ª, però partiva da 36ª e il guadagno è di
+17, a premiare le prime due qualificazioni della sua breve storia. La Norvegia
dimostra che il 3° posto di partenza non era proprio nelle sue corde,
precipitando al 23°, un -20 che fa passare sott’occhio il -13 della Lituania
e, soprattutto, il -10 dell’Olanda ora quindicesima.
L’Italia è ottava, preceduta al gradino superiore
dalla Romania: di per sé, nulla di rilevante, se non fosse che gli
Azzurri hanno eliminato i balcanici sia a Euro2000 (nei quarti) sia ai Mondiali
2002 (nelle qualificazioni, con la Slovenia a completare l’opera negli
spareggi); eppure questi ultimi li precedono in classifica…
2° metodo
I citati spareggi fanno guadagnare ad Austria, Belgio,
Repubblica Ceca, Germania, Irlanda, Romania, Slovenia, Turchia e Ucraina 12.000
punti di bonus a testa. Per il secondo correttivo, la Francia ricicla le
positive eliminatorie di Euro2000.
I primi sei posti sono confermati quasi in toto, un quasi che però fa scalpore. Infatti, vi è un’inversione al primo e al quarto posto, con lo scambio tra Francia e Spagna; gli iberici diventano così la sesta regina della storia del ranking. Priva della legittimità del campo, comunque: i Galletti non hanno certo entusiasmato in terra asiatica (eufemismo) ma hanno pur sempre vinto 2 dei 3 tornei interessati (e l’ultimo è andato al Brasile, extra UEFA). Gli spagnoli, di contro, non sono mai andati oltre i quarti; inoltre, non possono nemmeno vantare il miglior coefficiente di ciclo, andato “logicamente” alla Germania seconda in campo. Misteri del ranking, che hanno voluto così “sporcare” una classifica “carta carbone” con le conferme di Olanda secondi, Italia terza, Germania quinta e Portogallo sesto.
Da tali premesse, possono stupire le doppie cifre degli
estremi delle differenze: +10 per la Turchia nona e, soprattutto,
incredibile semifinalista con tanto di bronzo, imitata nel suo piccolo dalla Slovenia
(da 37ª a 27ª); -11 per la Lituania, nel totale anonimato della 38ª
piazza.
Differenze
Perdura il periodo di grandi differenze fra i due podi,
anche se finalmente si rivede una costante nella Spagna, prima ovvero
seconda. Per i rimanenti 4 nomi, la Svezia è incerta fra il 1° e il 7°
posto, l’Italia fra il 3° e l’8°, la Repubblica Ceca fra il 3° e
l’11° e, a chiudere, l’Olanda fra il 2° e il 15° per un gap di 13
posizioni.
PORTOGALLO 2004
1° metodo
Esattamente come nel Mondiale precedente, tutte le seconde
devono sottostare agli spareggi. Solo che ora sono 10 e quindi 5 le sfide da
stralciare: Lettonia-Turchia, Scozia-Paesi Bassi, Croazia-Slovenia,
Russia-Galles e Spagna-Norvegia. A metà qualificazioni, la Iugoslavia diventa Serbia
e Montenegro, sancendo “nominalmente” l’avvenuto distacco delle altre
repubbliche.
La Francia vola in testa alla classifica, da cui mancava dal 1958, guadagnando 11 posizioni in un colpo solo: riconoscimento tardivo delle vittorie conseguite nel 1998/2000, giunto quando nei due tornei considerati non si è andati oltre i quarti portoghesi. Se in precedenza i transalpini erano stati penalizzati dal dover contare su un solo turno eliminatorio, qui la medesima circostanza si rivela appagante: esentati da detentori dalle eliminatorie mondiali, in quelle continentali centrano l’en plein, un 8 su 8 che significa primo posto a punteggio pieno dopo 40 esatti dall’ultimo precedente (ma la Germania Ovest all’epoca giocò metà delle gare).
Il secondo posto del Portogallo è sicuramente meno
amaro di quello conquistato sul campo nel torneo che mi ha fatto capire come i
lusitani non vinceranno mai nulla. Se, infatti, riesci a perdere la finale in
casa, contro la Grecia e da recidivo, allora c’è poco da questionare. La Svezia
detronizzata chiude il podio mentre l’Italia pone fine alla gestione
Trapattoni al 6° posto (+3), piazzamento nettamente migliore di quanto raccolto
sui terreni di gioco. Infine, la sorpresa del titolo continentale alla Grecia
è testimoniata dal 23° posto occupato dagli ellenici che partivano dal 30°.
Tre le differenze a doppia cifra; in positivo, il +11 dei
francesi è superato dal +12 della Bulgaria sedicesima e dal +13 dell’Inghilterra
quinta; in negativo, si registra il -12 della Romania ora
diciannovesima.
2° metodo
I summenzionati spareggi valgono 12.000 punti di bonus a
testa per Croazia, Galles, Lettonia, Norvegia, Paesi Bassi, Russia, Scozia,
Slovenia, Spagna e Turchia. Per il secondo correttivo, il Portogallo riutilizza
le partite che lo portarono al Mondiale asiatico.
Almeno nel ranking il Portogallo acciuffa il primo posto nel suo esordio, fra l’altro, in zona medaglie. Certo, a leggere i risultati dei lusitani qualche dubbio appare legittimo, ancor di più verificando che le due nazionali ad aver vinto qualcosa nei tre tornei sono fuori dal podio: la Francia è quarta (confermata) e la Grecia diciottesima, pur centrando il miglior progresso (+11).
Argento alla Spagna, e pure qui vi sarebbe parecchio
da discutere, e bronzo alla Repubblica Ceca, in netta salita (+8) e
probabilmente la vera sconfitta di Euro2004, più ancora dei padroni di casa:
non per nulla, mette la firma al miglior coefficiente di ciclo. La seconda
eliminazione all’atto precedente i quarti costa all’Italia 4 posizioni e
la retrocessione in settima.
Se la Grecia ha la differenza positiva migliore, subito
sotto si pone il gambero di periodo, quella Serbia e Montenegro ora 19ª
a -7, imitata dalla Norvegia 26ª e dall’Austria 28ª.
Differenze
La diversità fra i due metodi prosegue, con un unico nome
in comune nei podi, il Portogallo, oro o argento a seconda dei punti di
vista. L’incertezza rimane limitata a una posizione di scarto per la Repubblica
Ceca (3ª o 4ª) e l’Italia (6ª o 7ª) e varia dalle 3 della Francia
(1ª o 4ª) alle 5 della Spagna (2ª o 7ª) e della Svezia (3ª o
8ª).
Germania 2006
1° metodo
Le 2 migliori seconde staccano il biglietto per la Coppa
FIFA, unendosi alle 8 prime; conseguentemente, sono 6 le partite stralciate,
quelle delle sfide Spagna-Slovacchia, Svizzera-Turchia e Norvegia-Repubblica
Ceca.
La zona medaglie vive due ritorni ultradecennali: s’impone l’Olanda, riagguantando il primo posto mai più raggiunto dal 1990 (e un podio da cui erano assenti dal 1992); sempre dal Mondiale italiano risaliva l’ultima apparizione nelle alte sfere dell’Inghilterra, seppur all’epoca seconda e ora terza. A favore degli olandesi giocano i risultati ottenuti per qualificarsi alla Coppa FIFA, dove si vendicano della Repubblica Ceca che li aveva costretti agli spareggi per Euro2004, ripagandola colla stessa moneta; gli inglesi, dal canto loro, patiscono l’ennesima beffa (a unirsi a quelle subite sui terreni di gioco) per mano lusitana, cedendo il secondo posto per differenza reti. L’argento rimane così al Portogallo, unica nazionale in campo a confermarsi anche fra le semifinaliste nei due tornei interessati.
Il quarto titolo mondiale vale all’Italia il 9°
posto e una perdita di altre tre posizioni (!): paga, soprattutto, la non
brillantissima qualificazione agli Europei (in lunga rincorsa sul Galles) e
l’inattesa sconfitta in Slovenia nelle eliminatorie mondiali. Male anche la Francia
finalista ed ex capolista del ranking, scesa al 4° posto a -3.
Esordisce il Kazakistan: vox populi vuole per poter
prendere parte alle più remunerative coppe europee per club. Fatto sta che, a
livello di nazionale, passa dalla media borghesia asiatica ad avere alle spalle
solamente Lussemburgo e San Marino.
Il primo posto rappresenta pure un +9 per l’Olanda,
imitata dalla Grecia regina continentale ma incapace di andare in Germania
e quindi solo 14ª, e superata dalla Norvegia 19ª a +10, la quale non
si qualifica più ai grandi tornei ma almeno centra gli spareggi. Il Belgio ufficializza
il suo periodo nero, perdendo 13 posizioni e terminando 25°.
2° metodo
I citati spareggi fanno guadagnare a Repubblica Ceca,
Norvegia, Slovacchia, Spagna, Svizzera e Turchia 12.000 punti di bonus a testa.
Per il secondo correttivo, la Germania ricicla le positive eliminatorie di Euro
2004.
Il periodo di grande varietà nei tornei di gioco finisce per premiare non tanto chi vi s’impone, quanto chi è più o meno continuo. Non per nulla, le due trionfatrici di Euro 2004 e Coppa del Mondo 2006 pagano dazio per non aver saputo dare seguito … e antecedenti ai trofei sollevati: infatti, la Grecia (12ª) ha mancato l’accesso ai due Mondilali interessati, mentre l’Italia (5ª) ha preceduto il quarto alloro iridato da due eliminazioni un turno prima dei quarti. Tutto ciò per “giustificare” il primo posto, confermato per giunta, nel ranking del Portogallo, che sul piatto della bilancia può mettere solo una finale e una semifinale centrate nei due tornei più recenti.
Alle spalle lusitane troviamo la Francia, che
capitalizza meglio dell’Italia (cui va la vittoria di tappa in termini di
coefficiente di ciclo) la finale tedesca… nonché l’aver subito l’uscita ai
gironi nel torneo meno recente e più leggero ai fini del ranking. Se, come
anticipato, la continuità paga, non deve stupire il 3° posto dell’Inghilterra,
riapparsa in zona medaglie dopo 36 anni (!) grazie a tre eliminazioni di fila
ai quarti, e al conseguente +7 dell’avanzamento più marcato. Avendo introdotto
le differenze, la retrocessione più marcata è il -8 dell’Islanda 35ª,
rea di essere rientrata nei ranghi dopo due eliminatorie sorprendenti data la
sua tradizione, condite da 8 vittorie in 18 uscite, cui ha fatto seguito
un’unica affermazione in 10 per Germania 2006. Infine, il Kazakistan si
conferma esordiente da 50° posto per non dire terz’ultimo.
Differenze
L’incertezza “di campo” non si traduce nei ranking, che
consegnano dopo tanto tempo due nomi comuni nei podi: Portogallo (1° o
2°) e Inghilterra (bronzo in entrambe le versioni). A “steccare” è l’Olanda,
da re continentali a ottava forza europea, e Francia, damigella d’onore
ovvero occupante il 5° gradino della classifica. L’Italia campione del
Mondo è appena quinta o solamente nona…
AUSTRIA/SVIZZERA 2008
1° metodo
Ormai divenuti un’abitudine, ci si sorprende della mancata
disputa degli spareggi (le seconde accompagnano le prime alla fase finale);
tuttavia 3 gare sono, a vario titolo, scomputate. In piena tensione politica,
Armenia e Azerbaigian non sono in grado di garantire l’una la sicurezza
dell’altra nel confronto diretto da giocarsi in casa; l’UEFA cancella così le 2
partite e tanto peggio per le due contendenti in termini di classifica nel
girone.
Invece, Danimarca-Svezia 3-3 è annullata e sostituita dallo
0-3 a tavolino per aggressione all’arbitro, e con tale risultato entra nel
ranking (in entrambi i metodi).
Proprio all’ultimo, qualcuno si accorge dell’eventualità
che si possa giocare un diverso numero di partite eliminatorie nei due tornei e
vi pone rimedio. Se il primo discriminante rimane la media punti nel torneo più
recente, i successivi sono ora anch’essi nella loro veste “relativa” e non più
assoluta, e quindi spazio alla “differenza reti media per partita” e alle “reti
segnate in media per partita”. Perché “proprio all’ultimo”? Perché questo è il
“ranking dello scandalo”, dove per la prima volta si levano alte le voci di
protesta sulla sua inaffidabilità a seguito del fortissimo sospetto che
Germania e Olanda abbiano volutamente non vinto l’ultima loro partita di
qualificazione (già matematicamente raggiunta) per non essere designate
teste di serie nel sorteggio dei gironi della fase finale (basato, per
l’appunto, sui responsi del ranking) assieme ad Austria, Grecia e Svizzera,
considerate non propriamente fra l’élite europea.
Se calcoli son stati fatti, la Germania li ha eseguiti meglio: il pareggio interno col Galles li priva del primo posto, retrocedendoli al settimo (una sconfitta avrebbe equivalso a sprofondare undicesimi), lontani, ma non eccessivamente, dal vertice. È pure vero, però, che l’Olanda peggio che perdere in Bielorussia non avrebbe potuto fare. Dimenticando le supposte gherminelle, gli olandesi si confermano così in vetta, doppietta con appena sei precedenti nel ranking (l’ultima a riuscirci fu la Spagna nel 2000). A qualificazioni da primato, han però fatto seguito nelle fasi finali illusorie conferme nei gironi e immediate eliminazioni alla prima gara a eliminazione diretta. Alle spalle degli Orange, due nazionali che marcano entrambe un +6, cioè la Croazia, seconda ed esordiente nel podio, e l’Italia campione del Mondo in carica, terza e ricomparsa in zona medaglie dopo 20 anni esatti.
Dove sono, allora, Grecia, Svizzera e Austria?
Rispettivamente, all’11°, 20° e 27° posto, effettivamente distantissime dalla
crema continentale. La loro presenza in prima fascia, infatti, non dipende dal
ranking bensì dal regolamento che impone quali teste di serie d’ufficio
detentore (la prima) e organizzatori (le altre due). Come anticipato in
presentazione, l’inaffidabilità del metodo è “scoperta” proprio nell’occasione
in cui è del tutto innocente nel fissare supremazie quanto meno bizzarre (al
netto dell’oro assegnato agli olandesi).
Polemiche (inopportune) a parte, il più marcato avanzamento
è dell’Irlanda del Nord, un +14 che le fa abbandonare il baratro del 42°
posto iniziale, grazie a una buona campagna eliminatoria che avrebbe potuto
concludersi felicemente se Lawrie Sanchez a metà cammino non avesse salutato
tutti per andare ad allenare in Premier League. I tonfi più pesanti (-8) sono
d’Islanda, rientrata fra i materassi (45ª), e Francia (13ª),
penalizzata dai troppi pareggi nelle eliminatorie mondiali.
2° metodo
Austria e Svizzera, organizzatrici, riciclano le partite
delle precedenti eliminatorie mondiali, superate dalla seconda ma non dalla
prima.
Di strettissima misura, prevale la Germania mettendo in riga, nell’ordine, la Spagna per 516 punti e l’Italia per 789. I tedeschi così si riappropriano dopo 10 anni, durante i quali non erano mai andati oltre il quarto, di quel primo posto che avevano monopolizzato per lunghissimo tempo. Alle loro spalle si piazzano le Furie Rosse, ben felici di “accontentarsi” della vittoria in campo (e proprio sulla Germania in finale), un successo atteso ben 44 anni, con annesso miglior coefficiente di ciclo e un +5 nel ranking; al terzo posto l’Italia, che per la prima volta mette a frutto anche nel ranking il titolo mondiale conquistato due anni prima (fra l’altro in terra tedesca).
Ancora una volta, la classifica premia non tanto i successi
“estemporanei” quanto la continuità dei tornei: tutte e 3 le medagliate hanno
patito un’eliminazione nei gironi ad Euro 2004; in seguito, come detto, Italia
e Spagna hanno vinto un torneo a testa, ma nell’altro non sono andate oltre il
turno successivo ai gironi; viceversa, la Germania non ha alzato alcun trofeo,
ma ha infilato un 3° e un 2° posto. La Grecia trionfante nel 2004, non
entra neppure nella Top 10 (11ª) ma è pur vero che nel 2002 era appena 29ª; il Portogallo,
ex “doppio capolista” paga l’eliminazione ai quarti scendendo al 4° posto.
Si perdono nell’assoluto anominato gli estremi delle
differenze: la Norvegia 17ª piazza il +8, il Belgio 28° il -10.
A titolo di curiosità, visto il gran rumore sollevato dalle
polemiche sul 1° metodo, come sarebbero variate le fasce del sorteggio se si
fosse applicato il 2°? Ricordo che ovviamente il ranking da usare in tale
contesto non è quello qui sopra presentato, bensì la sua versione aggiornata al
termine delle qualificazioni; ebbene, tolte le 3 teste di serie d’ufficio, e
per tale motivo inamovibili, avrebbero mantenuto la medesima fascia solo 5
squadre, di cui 3 nella quarta e ultima. Tuttavia le differenze più marcate si
fermano a due fasce e a due nazionali: la Francia sarebbe salita dalla
4ª alla 2ª e l’Olanda sarebbe scesa dalla 1ª (“sostituita” dall’Italia)
alla 3ª.
Differenze
I podi ritornano a essere assai mutevoli da un metodo
all’altro; solo l’Italia si conferma terza in entrambe le versioni. Le
due regine (bizzarria del caso, sono proprio le due nazionali “chiacchierate”)
hanno vita grama nel cambio: l’Olanda scende al 5° posto, la Germania
al 7°. Non va molto meglio nemmeno alle damigelle d’onore, perdendo sia la Spagna
sia la Croazia 7 posizioni.
Appuntamento alla prossima settimana, eccezionalmente di
lunedì, per la storia del ranking Uefa per Nazionali dal 2010 al 2014.
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