sabato 4 ottobre 2014

COMPRESSA DI CALCIO: IL BILANCIO DELLA ROMA MOSTRA QUALCHE CREPA


Venerdì 3 ottobre la Roma ha comunicato di aver chiuso il bilancio 2013/14 con un passivo di 38,6 milioni di euro, in miglioramento rispetto al –40,1 dell’anno prima. Non certo un’ottima notizia, soprattutto tenendo conto del fatto che dalla scorsa settimana i giallorossi sono ufficialmente sotto la lente di ingrandimento dell’UEFA che dovrà decidere nei prossimi mesi se penalizzarli o meno per violazione del Fair Play Finanziario.


Devo ammettere che questo passivo mi ha colto un po’ di sorpresa, perché io avevo ipotizzato in un calcolo un po’ a spanne un risultato negativo attorno ai 20 milioni, pur non avendovi mai nascosto che le mie stime sulla Roma e su altre squadre non possono al momento essere precise quanto quelle sulla Juventus, argomento sul quale ho affinato le mie proiezioni anno dopo anno da diverso tempo.

Da una prima lettura dei dati, ad alzare il passivo rispetto alle mie previsioni sono quattro fattori: 8,2 milioni di bonus elargiti per il raggiungimento del secondo posto in campionato e la qualificazione in Champions League; 2 milioni per la svalutazione anticipata del contratto di Josè Angel (una mossa simile a quella fatta dalla Juventus per Felipe Melo la scorsa stagione); 5 milioni di maggiori Oneri Finanziari; un aumento di 4 milioni dei Servizi Esterni.

Purtroppo il problema non è solamente che io ho sbagliato un po’ i conti, ma è soprattutto che questo peggiora in misura considerevole il bilancio attuale e le stime sul bilancio futuro della Roma legate al Fair Play Finanziario. Supponendo che la squadra di Pallotta arrivi di nuovo fra le prime due in campionato anche quest’anno, solo la svalutazione di José Angel sarà un costo che sicuramente non verrà replicato nel prossimo bilancio mentre tutte le altre potrebbero ripresentarsi. Di conseguenza, oltre al bilancio reale 2013/14, peggiorano anche le mie ipotesi sul bilancio 2014/15.

Numericamente ciò vuol dire che se fino a due giorni fa ipotizzavo per la Roma – una volta scorporati i costi virtuosi - un passivo sul triennio 2011/14 di circa 60 milioni (contro i 45 massimi concessi dall’UEFA) e la concreta possibilità con alcuni altri buoni risultati nelle coppe di rientrare nei parametri del break-even per il triennio 2012/15, adesso la situazione si fa molto più complicata. La Roma ha chiuso il triennio 2011/14 con un passivo valido per il FPF di circa 80 milioni (sempre meno rispetto ai 115 dell’Inter, ma ben lontani dai 45 validi come soglia per non incorrere nel rischio di sanzioni) e, tenendo conto di quanto già guadagnato fino a ora in Champions League e del passivo risultante dal calciomercato (oltre che di diversi altri fattori relativi all’aumento dei ricavi pubblicitari e degli stipendi di alcuni calciatori), questo passivo è per il momento vicino ai 90 milioni per il triennio 2012/15. Anche ipotizzando ottimisticamente altri 20-30 milioni incassati dal cammino nelle coppe europee oltre a quelli già guadagnati, l’obiettivo –30 (deficit massimo per il FPF nel 2012/15) è molto più lontano di quanto credevo.

Inoltre la Roma per il bilancio 2013/14 risulta in sofferenza in tutti gli altri indicatori messi sotto controllo dall’UEFA:

- Il Patrimonio Netto, nonostante parte dell’aumento di capitale sia già stato conteggiato, continua a peggiorare e ha raggiunto i -81,5 milioni contro i -66 dell’anno scorso (e ricordo che l’UEFA richiede un Patrimonio Netto positivo o che per lo meno, se è negativo, mostri un miglioramento).

- L’Indebitamento Finanziario Netto ha raggiunto i 132 milioni che è una cifra superiore ai 128,4 milioni che la Roma ha incassato come ricavi escludendo le plusvalenze, altra violazione del vincolo in posto dall’UEFA.

- Il rapporto fra monte stipendi dei giocatori e ricavi escluse plusvalenze è superiore all’84% (nel 2012/13 era del 76% e da richiesta UEFA dovrebbe essere inferiore al 70%).

Insomma, la situazione non pare più essere quella di una squadra “di poco fuori” dal Fair Play Finanziario e, seppur non raggiungendo i picchi negativi di PSG, City e Inter, lo scenario sembra abbastanza preoccupante, anche perché i risultati economici ottenuti nel 2013/14 beneficiano di un mercato virtuoso che ha permesso elevate plusvalenze. Situazione che, nonostante la cessione di Benatia, non si è ripetuta quest’anno.

Se da una parte il 2014/15 sfrutterà in maniera importante il nuovo sponsor Nike, i milioni della Champions, miglioramenti nel marketing e forse presto un nuovo main sponsor sulla maglia, dall’altra parte non potrà più contare sui soldi incassati nel mercato dello scorso anno e vedrà un ulteriore peggioramento nelle voci “costi del personale” e “ammortamenti”, con il risultato che l’obiettivo pareggio di bilancio pare ancora molto lontano a meno di una grandissima stagione nelle coppe o una importante cessione a gennaio che generi una plusvalenza decisiva per far respirare i conti societari.

Con uno scenario del genere sono più pessimista di una settimana fa rispetto alle decisioni che potrebbe prendere l’UEFA per le violazioni al Fair Play Finanziario della Roma e immagino per i giallorossi uno scenario più simile a quello che mi aspetto per l’Inter: non solo multa da pagare tramite la “requisizione” parziale o totale dei soldi guadagnati nelle coppe, ma anche un intervento sulla riduzione del numero dei giocatori in rosa da iscrivere alla Champions e vincoli più stringenti sui futuri mercati, che potrebbero voler dire non solo la richiesta di non alzare ulteriormente il monte stipendi ma anche l’imposizione di un tetto sulle spese massime per i cartellini.

Va in conclusione però assolutamente ricordato che per il campionato i vincoli del FPF non contano. Perciò la Roma, come avevo ipotizzato anche quando i conti sembravano un po’ migliori di questi, potrebbe anche aver deciso di affrontare le eventuali punizioni UEFA (che comunque non impediscono di partecipare alle coppe, come PSG e City insegnano) pur di non rinunciare ad approntare una squadra in grado di raggiungere lo storico obiettivo del quarto scudetto, che quest’anno sembra più che mai possibile. Se l’idea della società fosse questa, tutti i discorsi su una eventuale cessione di un giocatore importante per rientrare velocemente nei parametri del FPF sarebbero rinviati ai mercati successivi.

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5 commenti:

  1. Ciao Marco,
    alcune mie considerazioni: premettendo che sono stato anche io piuttosto sorpreso del rosso, cerchiamo di vedere come la roma potrebbe rispondere a possibili decisioni prese dalle Uefa.
    LIMITI SUL MONTE INGAGGI: per me questo è un falso problema nel caso della roma. A fine stagione si perderanno i contratti di Borriello, balzaretti, Curci ed Emanuelson che pesano per più di 11 milioni lordi sul bilancio e dal punto di vista tecnico tali giocatori sono da considerarsi esuberi piuttosto che calciatori utili. Questo alleggerirebbe anche la rosa numericamente, oltre sul lato bilancistico.
    MASSIMA SPESA SUI CARTELLINI: la uefa si è dimostrata molto generosa nei confronti di psg ed city (una limitazione di 60 mil non mi sembra essere una cosa drammatica in virtù del fatto che quelle cifre la roma non le ha mai spese. Anche quest'anno a livello cash ne ha spese al massimo una 15ina)
    MULTA: anche qui per me ci sta il paradosso. Una multa andrebbe contro il principio di portarti ad aumento strutturale della situazione finanziaria. Credo che ogni squadra porterà le proprie ragioni in virtù delle quali la Uefa deciderà quali sanzioni applicare.
    C'è da dire che sia per l'inter che per la roma i trienni incriminati sono quelli per cui entrambe le squadre erano fuori dalle coppe (e con un cambio societario) e devono essere visti con una luce diversa da quella con cui è stato affrontato il problema city, psg ma anche per lo stesso Galatasaray in misura ridotta.
    L'unico fastidio sarebbe quella di limitare la lista Uefa per queste squadre, ma anche che fosse a 18 elementi non sarebbe comunque una situazione tragica a parer mio.
    la roma ha anche la situazione stadio da far valere a suo favore e i molti soldi spesi in consulenze per la sua realizzazione.
    Quello che voglio dire è che fare allarmismi mi sembra prematuro al momento, anche nelle peggiori delle ipotesi la roma, ha tutti gli strumenti per rispondere a situazioni "antipatiche".
    Un' ultima considerazione sui futuri ricavi: la roma è la squadra che sta vendendo più maglie in Italia e dovremo capire l'impatto economico che queste vendite avranno nell'accordo con la nike, che ad oggi non ci è dato sapere ma che sicuramente saranno un buono spunto di riflessione per la Uefa.
    La seconda riguarda il main sponsor. Ad oggi non possiamo essere al corrente delle reali trattative della roma (pare che la richiesta non solo sia molto alta ma che deve essere allargata anche alla partnership con lo stadio e non solo come sponsor di maglia). Dati cmq di natura strettamente privata che saranno oggetto di discussione per far capire quelle che sono le reali propensioni alla crescita della società. Ricordando che il prossimo anno si prevedono dei ricavi sui 180 milioni al netto delle plusvalenze...

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    1. Tutto giusto quello che dici e infatti per quello porto avanti l'ipotesi che sia una scelta societaria quella di rischiare quelle eventuali penalizzazioni proprio perché considerate meno penalizzanti rispetto a rimanere nei parametri e fare sacrifici che riducano la competitività della squadra.

      180 milioni al netto delle plusvalenze vuol dire 50 milioni più di quest'anno. Ci sta, solo di Champions la Roma è già sopra i 40 se poi ci aggiungi il resto non mi pare difficile. Il problema è che quella cifra è già contata nelle mie stime e comunque fra maggiori costi e minori plusvalenze il passivo di bilancio potrebbe rimanere abbastanza rilevante anche l'anno prossimo senza un ottimo cammino nelle coppe (che comunque a ora non è assolutamente da escludere).

      Semmai il problema più che le prime punizioni saranno se la Roma non migliora i suoi dati stagione per stagione perché sia l'Indebitamento che il Patrimonio Netto sono oltre ai livelli di guardia e sono due dati che limitano di molto le capacità di investimento se non si riesce a fare attivi di bilancio anno dopo anno.

      D'altra parte c'è anche da dire che con ricavi che sono la metà della Juve, poco meno della metà del Milan e ben sotto anche a quelli dell'Inter aver costruito una squadra così competitiva è già una grande cosa al di là dello sforamento dei parametri...

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  2. Ma la parte variabile sarà cospicua per me, anche se ad oggi difficile da stimare (la maglietta della Roma è la più venduta in Italia). Il grosso verrà in ogni caso dalla CL (ad oggi siamo già a 40 milioni, il resto dipenderà dal cammino, a cui devi aggiungere il botteghino), poi dal 2015 parte il nuovo accordo con la infront per i i diritti televisivi che porterà un buon aumento in tutte le squadre di serie A.

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  3. Esatto per la parte variabile del contratto Nike. Inoltre è presumibile pensare che una squadra più competitiva e in Champions League possa aumentare i suoi partner commerciali. I ricavi pubblicitari non si limitano ai soli ricavi da sponsor tecnico o sulla maglia.

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  4. Nella trimestrale della Roma (http://www.asroma.it/pdf/corporate/bilanci_e_relazioni/2014_-_11_-_14__Resoconto_Intermedio_di_Gestione_al_30_settembre_2014.pdf) a pagina 12 ''I proventi generati dal contratto di sponsorizzazione tecnica, sottoscritto con la NIKE per una durata di 10 anni, sono pari a 1,3 milioni di euro. Nel Trimestre 2013 erano stati contabilizzati proventi per 6 milioni di euro, relativi al medesimo contratto, e maturati interamente alla firma del contratto.'' I ricavi da merchandising crescono di 0,23 milioni e i ricavi pubblicitari calano di 0,26 milioni. Non si vede un boom dell'area commerciale, almeno per ora.

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