L’amico Rado Il Figo ci propone le sue personali proposte di
correzione al ranking Uefa per club.
Premetto subito che la presente analisi non propone una classifica
alternativa al corrente ranking UEFA per club, pur essendo indubbia
l’esigenza di una sua rivisitazione, non fosse altro per aver mantenuto nelle
stagioni il medesimo algoritmo di calcolo (con una sola modifica riguardante il
peso dimezzato per le gare dei turni preliminari) a fronte di una radicale
“inversione” del suo uso. Infatti, nato per assegnare il numero di squadre
iscrivibili da ogni federazione nel torneo continentale meno importante (la
Coppa UEFA) in base ai risultati ottenuti anche nei due tornei più importanti
(la Coppa dei Campioni e la Coppa delle Coppe), oggi è giunto (anche) ad
assegnare il numero di squadre iscrivibili (anche) nel torneo più importante
(la Champions League) anche in base ai risultati ottenuti nel torneo meno
importante (l’Europa League).
Andando oltre il qui sopra trionfo della congiunzione “anche”, l’analisi
perciò esula completamente da qualsiasi critica sull’attribuzione dei punti su
cui è calcolato il coefficiente di federazione, concentrandosi per l’appunto
nel rilevare come quest’ultimo, pur nella sua banalità (o forse proprio per
tale caratteristica) sia tutt’altro che scevro da errori generanti, anche solo
potenzialmente, risultati distorsivi. In poche parole, tralascio
completamente ogni aspetto “etico-filosofico” per concentrarmi esclusivamente
su quello “aritmetico”.
Il ranking UEFA classifica le federazioni in base al numero di punti medio
per squadra ottenuto dai suoi club in 5 stagioni consecutive di tornei europei
(o meglio in Coppa dei Campioni, ora Champions League, Coppa delle Coppe e
Coppa UEFA, ora Europa League), attraverso un coefficiente costruito sommando
le medie punti annuali di ognuna delle stagioni interessate. Si può già
affermare come… si cominci male: infatti, statistica impone che un indice
numerico siffatto debba semmai essere calcolato rapportando il totale dei punti
cumulati nelle 5 stagioni al numero complessivo di squadre che hanno giocato in
tale lasso di tempo. O meglio, l’ultima grandezza è ancor più esattamente
definibile come “numero d’iscrizioni” in quanto, per esempio, un club ch
eabbia partecipato a tutte e 5 le stagioni “peserà” logicamente 5 e non 1.
Calcolando pertanto il coefficiente “come statistica comanda”, si ottiene
in un colpo solo di eliminare un’altra distorsione insita nel calcolo
effettuato “come UEFA impone”: la confederazione europea, infatti, usa
arrotondare ogni suo indice numerico (ora a livello solo di club) sempre per
difetto al millesimo inferiore, cioè, se si preferisce, troncando ogni cifra al
terzo decimale. Di per sé non sarebbe un gran problema, se il coefficiente
fosse calcolato correttamente, tanto da attenermi a detta approssimazione anche
in quest’analisi: gli effetti distorsivi nascono perché a essere
approssimati sono i singoli addendi formanti il coefficiente finale.
Un esempio chiarirà l’assunto; le seguenti cinque somme danno il medesimo
risultato dal punto di vista matematico:
a) 1/3+1/3+1/3+1/3+2/3=2
b) 1/3+1/3+1/3+3/3+0/3=2
c) 1/3+1/3+4/3+0/3+0/3=2
d) 1/3+5/3+0/3+0/3+0/3=2
e) 6/3+0/3+0/3+ 0/3+0/3=2
Viceversa, in ambito UEFA, il loro sviluppo porta a risultati diversi:
a) 1/3+1/3+1/3+1/3+2/3=0,333+0,333+0,333+0,333+0,666=1,998
b) 1/3+1/3+1/3+3/3+0/3=0,333+0,333+0,333+1,000+0,000=1,999
c) 1/3+1/3+4/3+0/3+0/3=0,333+0,333+1,333+0,000+0,000=1,999
d) 1/3+5/3+0/3+0/3+0/3=0,333+1,666+0,000+0,000+0,000=1,999
e) 6/3+0/3+0/3+0/3+0/3=2,000+0,000+0,000+0,000+0,000=2,000
b), c) e d) hanno così risultato uguale fra loro ma superiore ad a) e
inferiore a e), pur essendo tutt’e 5 “matematicamente” equivalenti, e senza
scorgere validi motivi per giustificare tali divergenze.
È facile appurare che se passiamo dall’ambito di somme a quello di
coefficienti, cioè se i 5 addendi fossero i coefficienti annuali di 5 diverse
federazioni, tali per cui il quoto sono i punti stagionali e il quoziente le
squadre iscritte, il calcolo corretto dell’indice evita tale distorsione;
infatti, quanto qui sopra riportato è null’altro che l’algoritmo usato
dall’UEFA per il arrivare al coefficiente, mentre qui sotto è sviluppata la
procedura di calcolo esatta:
a) (1+1+1+1+2)/(3+3+3+3+3)=6/15=0,400
b) (1+1+1+3+0)/(3+3+3+3+3)=6/18=0,400
c) (1+1+4+0+0)/(3+3+3+3+3)=6/18=0,400
d) (1+5+0+0+0)/(3+3+3+3+3)=6/18=0,400
e) (6+0+0+0+0)/(3+3+3+3+3)=6/18=0,400
Balza subito agli occhi la diversa “scala” fra il coefficiente UEFA e la
sua versione corretta ma, pur di fronte a ordini di grandezza palesemente
difformi, è innegabile che le 5 situazioni sono restitute alla loro dimensione
paritaria l’una con qualsiasi altra.
Un’obiezione più sostanziosa poggia sul fatto che il coefficiente corretto
annulla completamente l’eventuale diverso numero di stagioni in cui una
federazione è stata presente nelle coppe. Riprendiamo le cinque situazioni
precedenti e “sostituiamo” gli addendi nulli (0/3) con stagioni di assenza
nelle coppe. In ambito UEFA, nulla cambia a livello di coefficiente finale:
a) 1/3+1/3+1/3+1/3+2/3=0,333+0,333+0,333+0,333+0,666=1,998
b) 1/3+1/3+1/3+3/3=0,333+0,333+0,333+1,000=1,999
c) 1/3+1/3+4/3=0,333+0,333+1,333=1,999
d) 1/3+5/3=0,333+1,666=1,999
e) 6/3=2,000
Viceversa, le cose mutano completamente nell’indice corretto:
a) (1+1+1+1+2)/(3+3+3+3+3)=6/15=0,400
b) (1+1+1+3)/(3+3+3+3)=6/12=0,500
c) (1+1+4)/(3+3+3)=6/9=0,666
d) (1+5)/(3+3)=6/6=1,000
e) 6/3=2,000
Tuttavia, si può ritornare nella “normalità” di “premiare” le federazioni
più presenti con un semplice “correttivo dell’indice corretto”, moltiplicando
il numero dei punti totali per le stagioni di presenza. In questo modo l’indice
varia come qui sotto riportato:
a) 5x(1+1+1+1+2)/(3+3+3+3+3)=30/15=2,000
b) 4x(1+1+1+3)/(3+3+3+3)=24/12=2,000
c) 3x(1+1+4)/(3+3+3)=18/9=2,000
d) 2x(1+5)/(3+3)=12/6=2,000
e) 1x6/3=6/3=2,000
Il “correttivo” riporta fra l’altro l’indice allo stesso ordine di
grandezza del coefficiente, rendendo più facile comparare le differenze fra i
due.
Vediamo, per l’appunto, come muta il ranking UEFA se il coefficiente
fosse calcolato correttamente. Nella seguente tabella (divisa in due per motivi di spazio) le federazioni sono
ordinate per il coefficiente “versione” UEFA nel suo ultimo aggiornamento
2009/14, quinquennio che ha il vantaggio di avere tutte e 53 le federazioni in
lizza presenti in tutte e 5 le stagioni considerate, le quali sono anche le
prime di disputa dell’Europa League, aggiungendo così l’altro beneficio di
essere perfettamente (o quasi) fra loro comparabili, data la diversa formula
della precedente Coppa UEFA. Nel dettaglio, le colonne indicano quanto segue:
Fed.: federazione
classificata in base a CU;
CU: coefficiente UEFA,
somma dei 5 C;
CC: coefficiente
“corretto”, rapporto fra PT e ST;
D: differenza fra tra
CU e CC;
PT: 5 volte la somma
dei P;
ST: somma delle S;
P: punti raccolti dai
club della Fed. nella stagione indicata in cima alla colonna;
S: squadre iscritte
dalla Fed. nella stagione indicata in cima alla colonna;
C: coefficiente
annuale della Fed. della stagione indicata in cima alla colonna.
Le differenze sono numericamente contenute ma comunque in
una certa misura significative. Innanzi tutto, sono 34 le federazioni i
cui due coefficienti risultano identici, e salgono a 38 mantenendo le
divergenze nell’ordine dei 2 millesimi, in più o in meno. Intuitivamente, le
federazioni che hanno iscritto sempre il medesimo numero di squadre in ognuna
delle 5 stagioni coinvolte, dovrebbero presentare differenze nulle o molte
contenute dovute esclusivamente alle approssimazioni, e in effetti 36 delle 38
federazioni “invariate” o quasi rispondono a tale caratteristica, con le uniche
due eccezioni di Germania e Finlandia. Il calcolo adottato
dall’UEFA risulta penalizzante per 5 federazioni, dalla Spagna che
lamenta 1 millesimo “rubato”, all’Ucraina con una perdita di 0,413.
Viceversa, sono 14 le federazioni a beneficiare dell’algoritmo inesatto, fra
cui l’Italia, cominciando dalla citata Germania, con 1 millesimo
di “guadagno” e terminando coi Paesi Bassi cui spettano 1,562 di
“indebito profitto”. Tuttavia, a livello concreto, cioè di piazzamento, si
registra solo un’inversione al 16° e 17° posto fra Romania e Israele,
posizioni, tabellone alla mano, però del tutto identiche.
La mia analisi non termina qui. Infatti, il coefficiente
UEFA pur così corretto non si può ancora definire “ideale”, in quanto nella sua
natura d’indice (relativamente) “assoluto” non tiene in considerazione un
dettaglio importante: le federazioni non cominciano tutte alla pari, per cui è
necessario predisporre uno strumento numerico che “annulli” il più possibile il
diverso “punto di partenza”. Detto in altre parole, le federazioni
possono ambire a differenti coefficienti “massimi”, e una classifica che
tralasci questo dato distorce il giudizio finale su ognuna di essa e, quindi,
complessivo.
La prossima tabella illustra al meglio quanto finora
annunciato, ne convengo di non immediata comprensione. Per ogni fascia di
federazioni (contraddistinte dal piazzamento nel ranking) è esposto il coefficiente
annuale massimo realizzabile nella stagione 2013/14: per ragioni di
chiarezza espositiva, ho ripreso quanto esposto dai tabelloni ufficiali di
Champions ed Europa League, considerando come “club apolidi” i 2
detentori e le 3 squadre partecipanti via fair play al secondo torneo
continentale; è inoltre “tralasciata” la particolare posizione del Liechtenstein,
“convenzionalmente” situato in un posto qualsiasi fra il 33° e il 47°. Il
coefficiente massimo è facilmente calcolabile ipotizzando che le squadre di
ogni federazione, siano esse impegnate in Champions o in Europa League, a
prescindere dal turno di partenza:
1) vincano tutte le gare (al 90’) contro avversarie straniere;
2) si scontrino fra loro il più tardi possibile.
Nel dettaglio, le colonne indicano quanto segue:
FED.: federazione
individuata dal piazzamento nel ranking UEFA (2008/13);
C: coppa, divisa fra
Champions (CL) ed Europa League (EL);
T: turno di partenza,
individuato in gruppi (GR), spareggi (SP), 3° (3Q), 2° (2Q) e 1° (1T) turno di
qualificazione;
P: punti massimi
realizzabili nella singola coppa;
S: squadre iscritte
nella singola coppa;
PT: punti massimi
realizzabili nelle due coppe;
ST: squadre iscritte
nelle due coppe;
CM: coefficiente
stagionale massimo.
I numeri presenti nella griglia indicano, pertanto, le
squadre che complessivamente partono da quel turno in quella coppa per ogni
federazione.
Il risultato, solo all’apparenza stupefacente, è che peggio
si è piazzati nel ranking e più alto è il coefficiente massimo realizzabile;
in pratica, le federazioni più in alto in classifica, sono pertanto
penalizzate.
Soffermandosi però solo un attimo a ragionare, lo stupore
ha poca ragione d’essere; infatti, una migliore classifica ha due conseguenze
intuitivamente entrambe deleterie sotto questo punto di vista:
1) in primo luogo, s’iscrive un maggior numero di squadre, e questo
comporta un potenziale incremento di derby, con annessa perdita di punti
totali;
2) in seconda battuta, le squadre iniziano le coppe più avanti, saltando
tutti o alcuni turni preliminari, con conseguente minor numero di gare giocate
complessivamente.
Ricordo solo di sfuggita che, comunque, le federazioni
meglio piazzate (almeno le prime 12) godono del vantaggio di avere al minimo
una squadra certa nei gironi di Champions, con annessi 4 punti garantiti per
oguna di esse.
Tornando al tema principale, la logica conseguenza è che
il ranking dovrebbe essere mirato non sul numero (medio) assoluto di punti per
squadra, quanto sulla percentuale di punti raccolti sui massimi teoricamente
raggrannellabili.
L’ultima tabella (divisa in tre per problemi di spazio) riporta così il ranking “perfetto”:
come ampiamente detto più sopra, avendo tutte e 53 le federazioni l’en plein di
presenze stagionali, non c’è bisogno di introdurre alcun correttivo su questo
punto (anche se si può tranquillamente mutuare il precedente adottato). Nel
dettaglio, ogni colonna riporta quanto segue:
Fed.: federazione
classificata in base a CU;
CU: coefficiente UEFA,
somma dei 5 C;
CP: coefficiente
“perfetto”, 100 volte il rapporto fra PT e PMT;
PT: punti totali della
federazione nelle 5 stagioni, somma dei P;
PMT: punti massimi
totali realizzabili dalla federazione nelle 5 stagioni, somma dei PM;
P: punti raccolti dai
club della Fed. nella stagione indicata in cima alla colonna;
S: squadre iscritte
dalla Fed. nella stagione indicata in cima alla colonna;
C: coefficiente
annuale della Fed. della stagione indicata in cima alla colonna;
PM: punti massimi
realizzabili dai club della Fed. nella stagione indicata in cima alla colonna;
PA: percentuale di
punti raccolti sui massimi realizzabili dalla Fed. della stagione indicata in
cima alla colonna.
Un primo dato curioso dalla lettura della tabella è come
la Spagna, prima in classifica, abbia raccolto poco meno del 60% del
bottino a disposizione, mentre l’Inghilterra, seconda, si attesta a poco
più della metà. È poi significativo come cambino i giudizi di merito
all’interno di ogni stagione; scorrendo in ordine cronologico:
1) nel 2009/10 il miglior coefficiente annuale è della Germania (18,083)
ma la miglior prestazione è della Spagna e dell’Inghilterra capaci
di realizzare il 53,2% dei punti totali;
2) nel 2010/11 il miglior coefficiente annuale è del Portogallo
(18,800) ma la miglior prestazione è ancora della Spagna capace di
realizzare il 55,0% dei punti totali;
3) nel 2011/12 il miglior coefficiente annuale è della Spagna
(20,857) che centra nuovamente la miglior prestazione col 62,0% (!) dei punti
totali;
4) nel 2012/13 il miglior coefficiente annuale è della Germania
(17,928) ma la miglior prestazione è sempre della Spagna col 53,0% dei
punti totali;
5) nel 2013/14 la Spagna replica l’accoppiata miglior coefficiente
(23,000) e miglior prestazione, uno sbaloriditivo 68,8% (!!).
In buona sostanza, la Spagna giustifica il suo
primo posto anche in virtù della supremazia avuta in tutte le stagioni
interessate, anche se quest’ultimo primato le è negato dal coefficiente annuale
“targato” UEFA.
Tuttavia, andando a quagliare, cioè analizzando le
differenze nei piazzamenti, sorprendentemente si può verificare che… non è
cambiato assolutamente nulla, registrando appena un’inversione fra Armenia ed
Estonia all’altezza del 49° e 50° posto (!), posizioni, anche in questo
caso, del tutto identiche ai fini pratici.
Mi chiederete: ma ne valeva la pena? Rispondo: beh,
almeno adesso sono in pace con la mia “coscienza statistica”, e poi non è detto
che in altri quinquenni le differenze non possano essere più corpose...
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Che ne dici di fare una rubrica settimanale (magari il venerdì dopo le coppe) del ranking aggiornato (di quest'anno) dei primo 5-6 campionati europei?
RispondiEliminaChe come avevo scritto qui alla fine dell'articolo:
Eliminahttp://mds78.blogspot.com/2014/08/europa-league-201415-cammino.html#more
domani mattina lo trovi online :)
Piccola anticipazione: dopo i primi tempi delle partite di questa sera l'Italia è a soli 0,039 punti dal controsorpasso al Portogallo... se il Rio Ave continua a perdere e Fiorentina e Napoli vincono c'è il sorpasso.
Grandissimo, sempre un passo avanti ^^
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