Ultimo appuntamento stagionale con la classifica
allenatori di Serie A a cura di Antonio Bomba (vi ricordo che il
procedimento con cui è stata costruita questa classifica è consultabile a
questo link: http://mds78.blogspot.it/2014/03/classifica-degli-allenatori-di-serie.html)
Una pazza ultima giornata, un errore precedentemente commesso per via del quale non era stata contabilizzata una vittoria e la classifica di rendimento degli allenatori cambia sul più bello.
Una pazza ultima giornata, un errore precedentemente commesso per via del quale non era stata contabilizzata una vittoria e la classifica di rendimento degli allenatori cambia sul più bello.
Trionfa sempre Antonio
Conte (e vi erano dubbi?) ma dietro agguanta il secondo posto in extremis Rafa
Benitez che vince e supera il
collega della Roma Rudi Garcia,
autore di un finale di campionato condito da due sconfitte di troppo. Dopo il
tracollo di Catania di alcune settimane fa infatti, Garcia è uscito sconfitto
anche domenica nella sfida contro il Genoa di Gian Piero Gasperini.
Facile che la Roma, sicura del secondo posto, abbia avuto un
forte calo motivazionale. Cosa che non è invece accaduta al Napoli che così ha
permesso al proprio condottiero di ben sfruttare il cammino in Coppa Italia e
nelle coppe europee (più la Champions che l’Europa League) per issarsi sul
secondo gradino del podio.
Ed il resto della Top10?
Stabile al quarto posto Vincenzino
Montella, seguito da un Walter
Mazzarri che tanto bene aveva iniziato la stagione e altrettanto male l’ha
terminata. Per Mazzarri vale un po’ il discorso di Rudi Garcia, con le
aggravanti di un gruppo vecchio, stanco ed in smobilitazione.
A seguirlo Roberto Donadoni
che porta in Europa League il Parma (licenza Uefa permettendo) sopravanzando
proprio Giampiero Ventura, collega
contro il quale ha battagliato nelle ultime giornate per conquistare l’agognato
sesto posto che valeva l’ultimo passaporto per le coppe europee.
Donadoni che a breve potrebbe cambiare esercito passando al
Milan di cui era stato fiero soldato per circa un decennio. Sarebbe un
traguardo meritato per l’ex CT azzurro, quello di poter guidare una grande
anche se al momento con mille difficoltà, e che meriterebbe lo stesso Ventura
nonostante un’età non più giovanissima.
Chiude ottavo senza infamia e senza lode Edy Reja. Ereditata la Lazio
barcollante e poco vogliosa di ricevere ordini da Vladimir Petkovic, Reja dopo diversi tentativi è riuscito a trovare
la giusta quadratura che ha permesso alla Lazio di chiudere in maniera
dignitosa, pur non riuscendo a qualificarsi per le coppe, traguardo minimo per
una delle sette grandi. E sempre parlando di coppe, resta il rammarico per come
la Lazio ha buttato via la sua chance europea, facendosi sbattere fuori nei
sedicesimi di finale dal Ludogorets in una notte che Federico Marchetti
difficilmente dimenticherà mai in vita sua.
Termina nono grazie ad una buona Champions League il super bistrattato
Max Allegri. Allenatore inviso ai
più, e al suo ex presidente Silvio Berlusconi soprattutto, Allegri sembrava
essere uscito distrutto dall’esperienza sulla panchina rossonera. Quantomeno
nella reputazione. E invece per lui chiamate su chiamate. Da quella ipotizzata
sulla panchina della nazionale italiana qualora Cesare Prandelli non avesse rinnovato, a quella possibile dei
campioni d’Italia della Juventus se Conte fosse andato via, fino a quella del
Tottenham, che proprio poco di questi tempi non sarebbe. Che sia proprio la
solidità senza molti fronzoli che lo ha portato a disputare sempre delle ottime
Champions il motivo per cui Allegri è così tanto richiesto?
Chiude la top10 Andrea
Mandorlini. Anche lui sperava forse nella chiamata di una big, ma questa
non è venuta. E così l’ex terzino dell’Inter resterà a Verona in cui è amato da
tutti, dirigenza e società ed in cui può fare quasi tutto ciò che vuole.
Nulla da fare invece per finire tra i migliori dieci per Stefano Colantuono, troppo altalenante
nel corso della stagione, e per Sinisa
Mihajlovic. La sua Sampdoria a salvezza raggiunta si è adagiata troppo per
permettere al proprio tecnico di ben figurare.
E la flop ten?
Chiude ultimo senza se e senza ma il povero Davide Nicola. A seguirlo un Rolando Maran che molto avrà da
lavorare per cancellare la drammatica stagione espressa sotto ogni profilo a
Catania. Terzultimo Alberto Malesani
autore di un campionato costellato da cinque sconfitte su cinque partite al
Sassuolo. Peccato.
Quartultimo e sempre più in crisi d’identità Gigi De Canio che dal fondo precede un Beppe Sannino che dopo aver fatto poco
col Chievo è risultato disastroso nella serie B inglese alla guida del Watford.
Poco esperto e con poche chance è risultato essere Fabio Liverani, mentre appariva
impossibile e così è stata la scommessa di Mimmo
Di Carlo a Livorno. E per un Eugenio
Corini che parrebbe essersi salvato più per demeriti altrui che per meriti
propri, troviamo un Delio Rossi in
bambola totale con la Samp prima di essere accantonato ed un Eusebio Di Francesco che dopo aver
salvato il Sassuolo pare aver catturato l’attenzione dei grandi club.
La stagione è terminata e con essa pure gli appuntamenti con
le classifiche di rendimento degli allenatori.
Alla prossima stagione. Un grazie a tutti per averci seguito
e ricordatevi sempre che senza un buon generale si vincono le battaglie ma non
le guerre.
Facebook Antonio Bomba: www.facebook.com/antonio.bomba.3
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