Antonio Bomba inizia oggi una serie di
articoli che nel giro di qualche mese vi presenterà le corse classificabili
come grandi classiche dell’automobilismo.
Il periodo scelto per iniziare questi articoli non è di
certo casuale. Quella che si concluderà questa domenica può infatti essere
definita a tutti gli effetti la settimana dei motori.
Il 25 maggio a distanza di poche ore l’una dall’altra,
verranno disputate le due più grandi corse per monoposto: Montecarlo con il GP di Monaco prima e la 500 miglia di Indianapolis poi. E
seguendo proprio quest’ordine, inizieremo la nostra analisi con il GP di
Montecarlo.
Due delle tre gare che a tutti gli effetti rappresentano al
giorno d’oggi il Grande Slam dell’automobilismo
assieme alla 24 ore di Le Mans e che in passato erano affiancate da altri
eventi in cui vincere ti portava diretto nell’olimpio dei grandi, come la Mille Miglia ed una vittoria nel
vecchio Nurburgring.
Al contrario del tennis tuttavia, nessuno, o quantomeno non
molti, hanno mai pensato di stilare una classifica All Time per ogni prova del
Grande Slam Autmobilistico.
E così eccoci qua con la prima grande classica, il GP di
Montecarlo, o meglio, per essere precisi, il GP di Monaco che si corre sul
tracciato cittadino di Montecarlo.
Da gara più prestigiosa al mondo è diventata nel corso degli
anni una delle tante gare, addirittura la più noiosa di tutte, a sentire gli
appassionati dell’ultima ora e qualche giornalista in cerca di tre righe facili
da scrivere. L’unica verità è invece che Montecarlo era una pista in cui si
moriva, vedi Lorenzo Bandini, ed in
cui ancora oggi se si batte in certi punti ci si fa tanto male, vedi Karl Wendlinger a cui è andata
decisamente peggio di Sergio Perez.
Vincere a Montecarlo non è mai stato casuale e non lo è tutt’oggi in cui i
sorpassi sono quasi impossibili. Occorre essere perfetti sin dalle prove perché
la Pole Position è essenziale, ed in gara un singolo errore costa di solito
l’intera gara. Ed a chi contesta vittorie inaspettate e frutto di circostanze,
come quelle di Jean-Pierre Beltoise
e Olivier Panis, c’è da ribattere
che arrivare primi al traguardo quando si arriva in pochi e tutti i big vanno
ko vale quasi doppio.
La curva del Loews racchiude due qualità uniche: quella di
essere una tra le più lente del mondo e quella di essere una tra le più famose
del mondo. Su di essa è transitata il gotha dell’automobilismo, era dopo era.
Se proprio si vuol trovare un qualcosa che ha tolto un
minimo di prestigio a Montecarlo, è il fatto di essere l’unica gara inserita in
un campionato più famoso della gara stessa, vale a dire il mondiale di F1. Un
problema che ad esempio non hanno la Indianapolis 500 (vincere a Indy è ancora
oggi molto più importante che vincere il campionato Indycar) e la 24 ore di Le
Mans, che si è addirittura vista costruire attorno un mini campionato del mondo
in cui le prime gare della stagione sono più un collaudo per Le Mans che altro.
Ciò tuttavia non toglie che per un vero appassionato il GP di Monaco resta
ancora oggi un traguardo a se stante, in grado di distinguere i vincenti dai
piloti qualsiasi.
E ora basta parole e via con l’All Time Ranking del GP di
Montecarlo. Qua vedrete la top 100. Ricordatevi i criteri chiave per la
classifica: Ho dato punti ai primi 10 classificati con lo stesso metodo
utilizzato oggi in F1 (25-18-15-12-10-8-6-4-2-1). Questo per stilare un
criterio uniforme e permettere a tutti, vecchi e neofiti, di farsi un’idea
precisa di chi si è classificato nella Top 10. Punteggi dimezzati per coloro
che nelle prime edizioni condividevano la vettura. E punteggio dimezzato anche
per la famosa edizione del 1984 che fu interrotta prima del 75% della distanza
programmata e lanciò nel firmamento dei migliori piloti del mondo Ayrton Senna.
In caso di parità di punteggi è davanti chi ha ottenuto i piazzamenti migliori
e se si sono ottenuti gli stessi piazzamenti, resta davanti chi li ha ottenuti
prima. La colonna GP indica il numero di gran premi in cui il pilota si è piazzato nei primi 10.
Pronti? Via!!!!
Subito qualche osservazione: Un grande come Jackie Stewart resta fuori dalla top
10. Incredibile ma due vittorie non gli sono bastate per entrare tra i migliori
di sempre. Dietro di lui un pilota sopravvalutato per la gran parte degli
appassionati come David Coulthard,
che tuttavia nel corso della carriera ha vinto su tutti i circuiti più
importanti del circus e ben due volte a Montecarlo. Poco dietro spiccano
campioni del mondo quali Emerson
Fittipaldi e Niki Lauda. Alcuni
piloti a Montecarlo trovavano la propria dimensione e difficilmente sbagliavano
giornata. Uno di questi è Giancarlo
Fisichella che tuttavia non è mai riuscito a salire sul gradino più alto
del podio. Possono ancora recuperare molte posizioni invece Sebastian Vettel e Lewis Hamilton avendo anni ed anni di carriera davanti a loro.
Ottima anche la ventesima posizione di Eddie
Irvine, uno dei migliori interpreti del tracciato negli anni novanta ed
inizio duemila. Mentre qualche posizione più prestigiosa avrebbe meritato Michele Alboreto, quasi vincitore
nell’anno 1985. Male Nelson Piquet
che qualche cosa ha anche portato a casa a Montecarlo, ma limpidamente ha
sempre detto di non amare questo circuito. Ambiguo, diciamo così, il rapporto
di Nigel Mansell con Montecarlo. Non
vi ha mai vinto quando poteva avere nel carniere ben due successi. Addirittura
fuori dalla top 100 uno come Jim Clark
che a Montecarlo non è mai riuscito a quagliare nulla di buono rispetto al suo
effettivo valore, preceduto da piloti come Jonathan
Palmer e Adrian Sutil. Non
arrabbiatevi, fare costantemente top 10 a Indianapolis è considerato un pregio,
lo sarà anche a Montecarlo no?
Uh? Come dite? Nella tabella mancano i primi dieci? E allora
via a scoprirli meglio assieme.
Prima di diventare campione del mondo con la Ferrari, Jody
Scheckter era considerato da molti un pilota troppo irruento e spesso propenso
all’errore. Per i suoi critici, la bravata sconsiderata ed il duello fine a se
stesso erano sempre in agguato. Nessuno tuttavia si è mai azzardato a mettere
in dubbio le sue doti istintive di pilota che a Montecarlo emergevano tutte e
alla grande. Ne sono una dimostrazione la serie consecutiva di podi e risultati
utili conseguiti nel Principato. Sei piazzamenti consecutivi tra il 1974 ed il
1979, coronati da due vittorie. Ragguardevole davvero.
9) McLaren Bruce (Nzl) 108.0 (8 piazzamenti top 10)
Una vittoria, tre podi e ben otto arrivi in top 10, anzi top
6 nel suo caso, sono il bottino che consentono al neozelandese Bruce McLaren di
entrare di diritto tra i grandi di sempre del GP di Montecarlo. Una giusta
ricompensa per un grande pilota ricordato troppo spesso soltanto per aver dato
vita alla scuderia che ancora oggi porta il suo nome.
8) Webber Mark
(Aus) 114.0 (7 piazzamenti top 10)
Starete storcendo il naso nel vedere l’australiano
all’ottavo posto tra i migliori di sempre a Montecarlo. Eppure Mark ha vinto
ben due volte nel principato mettendo sempre o quasi in riga il proprio
compagno di squadra, su tutti Sebastian Vettel. Dimostrazione pratica ne sono anche
i quattro arrivi a podio, tra cui quello del tutto inaspettato del 2005 su
Williams.
Uno dei più grandi interpreti del circuito monegasco nonché
eroe di casa. Capace di correre sul cittadino prima e dopo la guerra ottenendo
sempre risultati di rilievo, su tutti la vittoria del 1931, costellata da altri
quattro podi. Chissà dove sarebbe potuto arrivare Chiron senza il secondo
conflitto mondiale. Di certo è stato troppo presto dimenticato da chi considera
nato il motor sport con la nascita della Formula 1 nel 1950. E per la cronaca
Chiron ha anche vinto un rally di Montecarlo, tanto per ribadire che a
Montecarlo comandava lui.
6) Alonso Fernando (Esp) 126.0 (10 piazzamenti top 10)
Lo spagnolo, tra i migliori piloti dell’ultimo ventennio,
non poteva di certo mancare in questa top 10. Due vittorie consecutive per lui
nel principato, con Renault e McLaren rispettivamente nel 2006 e nel 2007 ed un
totale di dieci piazzamenti tra i primi 10, di cui nove consecutivi e con la serie
ancora aperta. Vincere a Montecarlo con la Ferrari sarebbe un’autentica
ciliegina sulla torta. Ce la farà prima o poi?
5) Barrichello Rubens (Bra) 128.0 (14 piazzamenti top 10)
Anche qui in molti storceranno il naso. Eppure a Montecarlo
Rubens Barrichello non solo ha sempre fatto bene, ma spesso ha proprio esaltato
le sue qualità di guida. In altre epoche la sua cavalcata del 1997, quando
giunse secondo dietro Michael Schumacher alla guida della neonata Stewart sotto
un autentico diluvio universale, sarebbe stata raccontata con toni epici.
Purtroppo a Montecarlo Barrichello non ha mai vinto, ma a confermare la sua
fama di eterno secondo, giungono guarda caso ben quattro secondi posti,
ottenuti alla guida di tre vetture differenti: la già citata Stewart, la Ferrari
e la Brawn.
4) Prost Alain
(Fra) 150.5 (10 piazzamenti top 10)
Uno dei più grandi piloti di sempre manca il podio dei più
grandi di Montecarlo. Capita. Ciò, nonostante quattro vittorie, un secondo ed
un terzo posto. Montecarlo è anche saper attendere l’errore dell’avversario. E
Prost ne è stato maestro assoluto andando a vincere l’edizione 1985 (già vinta
da Alboreto) e quella 1988 (già vinta da Senna). Una lezione imparata perdendo
a pochi chilometri dalla fine la pazza edizione del 1982 che stava dominando in
lungo e in largo.
3) Senna Ayrton (Bra) 174.0 (8 piazzamenti top 10)
Colui che per molti è considerato il più grande di tutti
giunge terzo nella classifica all time di Montecarlo. Senna tra i marciapiedi
ed i Guard-Rail del Principato è stato capace di vincere sei volte, comprese le
ultime cinque edizioni in cui vi ha preso parte. Una striscia impressionante.
Un dominio, il suo, rotto solo dalla morte ad Imola il primo maggio 1994. Ed i
successi avrebbero potuto facilmente essere sette se non ci fosse stato il misterioso
ritiro del 1988. A pochi giri dal termine e con un vantaggio abissale su Prost,
andò a sbattere alla curva del Portier. Per molti fu Senna a voler strafare ma
Ron Dennis recentemente ha ammesso che fu colpa del muretto box che iniziò a
parlargli all’improvviso, deconcentrandolo. Era come detto il 1988 e le
comunicazioni box-pilota erano una novità quasi assoluta. Senna resta ancora
oggi colui che più volte si è imposto a Monaco, vincendo edizioni che
sembravano perse in partenza, 1993, ed altre che sembravano compromesse a pochi
giri dal termine, vedi il 1992, vincendone altre col cambio che andava via via
perdendo marce.
2) Schumacher Michael (Ger) 187.0 (11 piazzamenti top 10)
Il Kaiser è stato l’erede di Senna come re di Montecarlo.
Nessun dubbio a riguardo. Morto Ayrton, Schumacher ha vinto ben cinque volte. E
sarebbero state sei se la Benetton non si fosse fermata mentre era
tranquillamente in testa nel 1993, con Senna ancora vivo. Anche il tedesco su
queste strade si è esaltato come in poche altre piste. Basta rivedersi la gara
del 1997 dove trionfò sotto un diluvio universale mentre tutti i suoi
principali rivali sbattevano qua e là. Oppure come nel 2012, quando era già
dato come vecchio e bollito, eppure ottenne la Pole Position poi revocata per una
penalizzazione. Alla cinque vittorie si aggiungono due ulteriori podi per un
totale di ben 11 arrivi a punti. Eppure questo palmares non è sufficiente a
Schumacher per essere coronato come il più grande di sempre a Montecarlo.
Perché il più grande di tutti è…
1) Hill
Graham (Gbr) 188.0 (11 piazzamenti top 10)
E’ Graham Hill migliore di sempre a Montecarlo. Da sempre
ritenuto meno spettacolare e bravo di gente della sua epoca come Jim Clark,
John Surtees e Jackie Stewart per dire i primi tre che balzano in mente, Hill
zitto zitto è stato capace sì di vincere tanto quanto gli altri portando a casa
ben due mondiali piloti. Ma sarebbe riduttivo considerare la carriera di Hill
solo per i due titoli mondiali. Nello specifico a Montecarlo, il baffuto
inglese è stato capace di vincere ben cinque edizioni del GP. Un record
stabilito nel 1969 e battuto da Senna soltanto nel 1993. E, possiamo
anticiparvelo, Hill è stato anche l’unico pilota in grado di vincere anche ad
Indianapolis e alla 24 ore di Le Mans. Un pilota capace di trarre sempre il
massimo dalla propria macchina, facendo spesso di necessità virtù ed in grado
di trasformare molte avversità in qualità, uscendo fuori nelle fasi decisive
della gara, concedendo poco o nulla allo spettacolo. I risultati gli han dato
sempre e solo ragione.
Si conclude così questa carrellata sui migliori di sempre al
Gran Premio di Montecarlo. Appuntamento a domani per scoprire la top100, e la
top10 nel dettaglio, della Indianapolis 500.
Email Antonio Bomba: abomb@hotmail.it
Facebook Antonio Bomba: www.facebook.com/antonio.bomba.3
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