giovedì 10 marzo 2016

ALTRI ELEMENTI - MOTORI: MEDIA PUNTI PILOTI NASCAR E INDYCAR aggiornati al 10 marzo 2016




Nuovo appuntamento con la media punti piloti a cura di Antonio Bomba.



Il Team Penske domina ad Atlanta. La terza gara del campionato Nascar si è conclusa con un uno-due per la stable del Capitano Roger Penske che ha visto Brad Keselowski vincere precedendo Joey Logano.

Dietro di loro al terzo posto si è classificato Jimmie Johnson che ha preceduto Kyle Busch ed un finalmente competitivo Austin Dillon, il quale in alcune fasi della gara è sembrato addirittura in grado di poter vincere.

A dimostrazione della grande giornata vissuta dal Team Penske basti dire che l’auto dei Wood Brothers, guidata da Ryan Blaney e supportata dall’equipe del Capitano, è giunta sesta, precedendo i dominatori del nostro ranking quinquennale: Kevin Harvick e Dale Earnhardt Jr.. Hanno chiuso la Top 10 Kurt Busch ed il redivivo Kasey Kahne.

Ancora male Matt Kenseth, questa volta attardato da problemi vari e trentasettesimo al traguardo davanti a Chase Elliott che ancora fatica a trovare la giusta quanto indispensabile continuità richiesta a tutti i piloti Nascar per primeggiare. Pazienza. Si rifarà.



Nel nostro ranking quinquennale, come detto, Harvick precede ancora Dale Jr. Dietro il primo sorpasso con Jimmie Johnson che prende il terzo posto ai danni di Kenseth. Più in basso Greg Biffle scavalca Denny Hamlin per la dodicesima piazza, così come Austin Dillon entra in Top 25. Nessuna entrata o uscita, ancora, per quel che riguarda la Top 40. Attenzione però a Ryan Blaney, quarantaduesimo con sole ventisette gare disputate. Per lui l’ingresso tra i migliori è solo una questione di tempo.

NASCAR (3 GARE SU 36 più 3 GARE EXTRA SU 4)

NASCAR1003

Oggi è anche il giorno della presentazione del ranking quinquennale della Indycar che domenica prossima vedrà iniziare la propria stagione da St. Petersburg, come da tradizione consolidatasi negli ultimi anni.

Queste le regole del ranking quinquennale Indycar che differiscono di poco, ma differiscono, rispetto a quanto detto sulla Nascar nel primo articolo stagionale.

La Media Punti Piloti per quel che riguarda l’Indycar si calcola prendendo i risultati degli ultimi cinque anni e dividendoli per il numero di partecipazioni di ogni singolo pilota. Chi ha una media punti più alta è il miglior pilota attuale nell’Indycar.



A quanto detto sopra abbiamo applicato qualche correttivo.  E tra correttivi e metodo di assegnazione punti, ecco un importante vademecum:

1) Il metodo di assegnazione dei punti è lo stesso della Indycar, eccetto che per i punti bonus che da noi non avverranno assegnati, volendo ricercare il migliore quando sventola la bandiera a scacchi, e per determinate posizioni, quelle finali, in cui l’Indycar assegna a tutti lo stesso punteggio. Troverete più sotto la tabella di assegnazione punti. Per tutte quelle posizioni che non vedrebbero l’assegnazione di un punteggio fatto da numeri interi, siamo andati avanti togliendo un decimale di punto alla volta prima, per poi procedere allo scalare di un centesimo alla volta e poi via con lo stesso criterio per millesimi e decimillesimi. Questo perché, al contrario di quanto accade nelle competizioni europee dove esistono criteri specifici per trovare i ritirati, nelle gare americane tutti sono considerati in classifica ed il concetto di ritirato non esiste.
2) Non abbiamo considerato la metà dei punteggi per quegli eventi che si sono disputati e si disputeranno in due manche. Questo perché partecipare a simili eventi sarebbe stata più una penalizzazione che un vantaggio anche in caso di vittoria.
3) Al contrario, vista la sua importanza, quasi inestimabile rispetto al resto delle gare, abbiamo tenuto il punteggio doppio rispetto a quanto indicato nella tabella per quel che riguarda l’Indianapolis 500.
4) Mano a mano che gli appuntamenti della stagione avranno luogo ed entreranno a condizionare la classifica, ne uscirà uno. Il suo appuntamento equivalente di cinque anni prima. Quindi, una volta disputatosi il primo appuntamento Indycar del 2016, la MPP CEAE Indycar verrà calcolata a sommando a ritroso tutti gli appuntamenti fino alla seconda gara del 2011.
5) Al fine di selezionare il miglior pilota il numero minimo di appuntamenti a fare da divisore per la media punti del 2015 è di 15, cioè il numero di appuntamenti ufficiali disputatisi nella stagione scorsa. Chi ha 16 o più gare all’attivo vedrà la propria MPP composta semplicemente dal totale dei punti diviso le partecipazioni alle varie gare.
6) Nella classifica compariranno quindi tutti i piloti che hanno disputato almeno un tentativo di qualifica negli ultimi cinque anni, compresi i piloti ritiratisi o, ahinoi, gravemente feriti se non addirittura deceduti come nei casi di Justin Wilson e Dal Wheldon per quel che riguarda l’Indycar.
7)  Si badi bene che si è parlato di appuntamenti e non di gare visto il proliferare nel corso degli anni di gare disputatesi su due manche. Pertanto queste, quando sarà il loro turno, verranno eliminate assieme e non una alla volta, cosa che a nostro modo di vedere avrebbe avuto poco senso logico e pratico.
8) Eventuali ulteriori specifiche o modifiche al regolamento verranno indicate più avanti qualora casi o particolarità dovessero presentarsi.

Questa la tabella di assegnazione punti che poi corrisponde a quella della Indycar, ricordandovi che ogni punteggio va raddoppiato per la Indianapolis 500.

E questa è la MPP CEAE al termine della stagione 2015. In grassetto la Top 33, in omaggio allo storico numero di piloti autorizzati a partire alla Indianapolis 500.


Come potete vedere i duellanti che si sono contesi il campionato fino all’ultimo giro dell’ultima corsa sono primo e secondo. Scott Dixon precede così Juan Pablo Montoya. Terzo il sempre pericoloso Will Power mentre è quarto Dario Franchitti, autentica leggenda della categoria ma ritiratosi da due anni. La super Stable di Roger Penske, l’uomo più citato in questo articolo of course, si chiude con Helio Castroneves quinto ed il francese Simon Pagenaud sesto. Ryan Hunter-Reay è il primo pilota del team di Michael Andretti in classifica a precedere l’eterno Tony Kanaan, il giovane Carlos Munoz e Marco Andretti. Un altro pilota molto stimato dalle folle e che sembra aver trovato un po’ di continuità nei risultati nel 2015 è Graham Rahal. Da noi ancora arranca pagando i pessimi risultati degli anni precedenti ed ora è ancora quattordicesimo a precedere il compianto Justin Wilson.

Altri nomi di spicco o conosciuti per aver corso in Formula 1? Certo che ce ne sono. E così Sebastien Bourdais è lontano anni luce da quel pilota imbattibile che era diventato in Champ Car e ora è sedicesimo a precedere nientemeno che Rubens Barrichello che nella sua unica stagione in Indycar malissimo non fece ottenendo un quarto posto sullo stradale di Sonoma come miglior risultato ed una undicesima piazza nella Indy 500. La stellina Danica Patrick, da anni nella Nascar, resiste in top 33. Attualmente è diciannovesima ma destinata a scendere. Takuma Sato occupa la ventiquattresima posizione. Proprio come in Formula 1, uno dei piloti giapponesi più veloci di sempre non ha mai saputo trasformare il proprio istinto naturale per la velocità in vittorie e podi continui.

Un applauso se lo merita poi Luca Filippi che nella sua ancora breve carriera in Indycar ha fatto molto bene, tanto da essere in top 33 con sole diciotto gare disputate. Per la precisione il nostro connazionale è trentunesimo. L’italo svizzera Simona De Silvestro è trentacinquesima, mentre l’italiano di Monaco Stefano Coletti è trentottesimo.

Altri italiani? Sì. Giorgio Pantano ha dimostrato qualcosa ma non ha mai potuto correre con continuità ed è cinquantaseiesimo. Francesco Dracone cinquantottesimo davanti però all’ex campione del mondo di Formula 1, Indycar e vincitore della Indianapolis 500 del 1995 Jacques Villeneuve.

Settantacinquesimo e terzultimo nientemeno che Jean Alesi mentre ultimo degli ultimi è una vecchia conoscenza della F1: Scott Speed.

Appuntamento alla prossima settimana.



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