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Il Team Penske domina ad Atlanta. La terza gara del
campionato Nascar si è conclusa con un uno-due per la stable del Capitano Roger
Penske che ha visto Brad Keselowski
vincere precedendo Joey Logano.
Dietro di loro al terzo posto si è classificato Jimmie Johnson che ha preceduto Kyle Busch ed un finalmente competitivo
Austin Dillon, il quale in alcune
fasi della gara è sembrato addirittura in grado di poter vincere.
A dimostrazione della grande giornata vissuta dal Team
Penske basti dire che l’auto dei Wood Brothers, guidata da Ryan Blaney e supportata dall’equipe del Capitano, è giunta sesta,
precedendo i dominatori del nostro ranking quinquennale: Kevin Harvick e Dale
Earnhardt Jr.. Hanno chiuso
la Top 10 Kurt Busch ed il redivivo Kasey Kahne.
Ancora male Matt
Kenseth, questa volta attardato da problemi vari e trentasettesimo al
traguardo davanti a Chase Elliott
che ancora fatica a trovare la giusta quanto indispensabile continuità richiesta
a tutti i piloti Nascar per primeggiare. Pazienza. Si rifarà.
Nel nostro ranking quinquennale, come detto, Harvick precede
ancora Dale Jr. Dietro il primo sorpasso con Jimmie Johnson che prende il terzo
posto ai danni di Kenseth. Più in basso Greg
Biffle scavalca Denny Hamlin per
la dodicesima piazza, così come Austin
Dillon entra in Top 25. Nessuna entrata o uscita, ancora, per quel che
riguarda la Top 40. Attenzione però a Ryan Blaney, quarantaduesimo con sole
ventisette gare disputate. Per lui l’ingresso tra i migliori è solo una
questione di tempo.
NASCAR (3 GARE SU 36 più 3 GARE EXTRA SU 4)
Oggi è anche il giorno della presentazione del ranking
quinquennale della Indycar che domenica prossima vedrà iniziare la propria
stagione da St. Petersburg, come da tradizione consolidatasi negli ultimi anni.
Queste le regole del ranking quinquennale Indycar che
differiscono di poco, ma differiscono, rispetto a quanto detto sulla Nascar nel
primo articolo stagionale.
La Media Punti Piloti per quel che riguarda l’Indycar si
calcola prendendo i risultati degli ultimi cinque anni e dividendoli per il
numero di partecipazioni di ogni singolo pilota. Chi ha una media punti più
alta è il miglior pilota attuale nell’Indycar.
A quanto detto sopra abbiamo applicato qualche
correttivo. E tra correttivi e metodo
di assegnazione punti, ecco un importante vademecum:
1) Il
metodo di assegnazione dei punti è lo stesso della Indycar, eccetto che per i
punti bonus che da noi non avverranno assegnati, volendo ricercare il migliore
quando sventola la bandiera a scacchi, e per determinate posizioni, quelle
finali, in cui l’Indycar assegna a tutti lo stesso punteggio. Troverete più
sotto la tabella di assegnazione punti. Per tutte quelle posizioni che non
vedrebbero l’assegnazione di un punteggio fatto da numeri interi, siamo andati
avanti togliendo un decimale di punto alla volta prima, per poi procedere allo
scalare di un centesimo alla volta e poi via con lo stesso criterio per
millesimi e decimillesimi. Questo perché, al contrario di quanto accade nelle
competizioni europee dove esistono criteri specifici per trovare i ritirati,
nelle gare americane tutti sono considerati in classifica ed il concetto di
ritirato non esiste.
2) Non
abbiamo considerato la metà dei punteggi per quegli eventi che si sono
disputati e si disputeranno in due manche. Questo perché partecipare a simili
eventi sarebbe stata più una penalizzazione che un vantaggio anche in caso di
vittoria.
3) Al
contrario, vista la sua importanza, quasi inestimabile rispetto al resto delle
gare, abbiamo tenuto il punteggio doppio rispetto a quanto indicato nella
tabella per quel che riguarda l’Indianapolis 500.
4) Mano
a mano che gli appuntamenti della stagione avranno luogo ed entreranno a
condizionare la classifica, ne uscirà uno. Il suo appuntamento equivalente di
cinque anni prima. Quindi, una volta disputatosi il primo appuntamento Indycar
del 2016, la MPP CEAE Indycar verrà calcolata a sommando a ritroso tutti gli
appuntamenti fino alla seconda gara del 2011.
5) Al
fine di selezionare il miglior pilota il numero minimo di appuntamenti a fare
da divisore per la media punti del 2015 è di 15, cioè il numero di appuntamenti
ufficiali disputatisi nella stagione scorsa. Chi ha 16 o più gare all’attivo
vedrà la propria MPP composta semplicemente dal totale dei punti diviso le
partecipazioni alle varie gare.
6) Nella
classifica compariranno quindi tutti i piloti che hanno disputato almeno un
tentativo di qualifica negli ultimi cinque anni, compresi i piloti ritiratisi
o, ahinoi, gravemente feriti se non addirittura deceduti come nei casi di
Justin Wilson e Dal Wheldon per quel che riguarda l’Indycar.
7) Si
badi bene che si è parlato di appuntamenti e non di gare visto il proliferare
nel corso degli anni di gare disputatesi su due manche. Pertanto queste, quando
sarà il loro turno, verranno eliminate assieme e non una alla volta, cosa che a
nostro modo di vedere avrebbe avuto poco senso logico e pratico.
8) Eventuali
ulteriori specifiche o modifiche al regolamento verranno indicate più avanti
qualora casi o particolarità dovessero presentarsi.
Questa la tabella di assegnazione punti che poi corrisponde
a quella della Indycar, ricordandovi che ogni punteggio va raddoppiato per la
Indianapolis 500.
E questa è la MPP CEAE al termine della stagione 2015. In
grassetto la Top 33, in omaggio allo storico numero di piloti autorizzati a
partire alla Indianapolis 500.
Come potete vedere i duellanti che si sono contesi il
campionato fino all’ultimo giro dell’ultima corsa sono primo e secondo. Scott Dixon precede così Juan Pablo Montoya. Terzo il sempre
pericoloso Will Power mentre è
quarto Dario Franchitti, autentica
leggenda della categoria ma ritiratosi da due anni. La super Stable di Roger
Penske, l’uomo più citato in questo articolo of course, si chiude con Helio Castroneves quinto ed il francese
Simon Pagenaud sesto. Ryan Hunter-Reay è il primo pilota del
team di Michael Andretti in classifica a precedere l’eterno Tony Kanaan, il giovane Carlos Munoz e Marco Andretti. Un altro pilota molto stimato dalle folle e che
sembra aver trovato un po’ di continuità nei risultati nel 2015 è Graham Rahal. Da noi ancora arranca
pagando i pessimi risultati degli anni precedenti ed ora è ancora
quattordicesimo a precedere il compianto Justin
Wilson.
Altri nomi di spicco o conosciuti per aver corso in Formula
1? Certo che ce ne sono. E così Sebastien
Bourdais è lontano anni luce da quel pilota imbattibile che era diventato
in Champ Car e ora è sedicesimo a precedere nientemeno che Rubens Barrichello che nella sua unica stagione in Indycar
malissimo non fece ottenendo un quarto posto sullo stradale di Sonoma come
miglior risultato ed una undicesima piazza nella Indy 500. La stellina Danica Patrick, da anni nella Nascar,
resiste in top 33. Attualmente è diciannovesima ma destinata a scendere. Takuma Sato occupa la ventiquattresima
posizione. Proprio come in Formula 1, uno dei piloti giapponesi più veloci di
sempre non ha mai saputo trasformare il proprio istinto naturale per la
velocità in vittorie e podi continui.
Un applauso se lo merita poi Luca Filippi che nella sua ancora breve carriera in Indycar ha
fatto molto bene, tanto da essere in top 33 con sole diciotto gare disputate.
Per la precisione il nostro connazionale è trentunesimo. L’italo svizzera Simona De Silvestro è trentacinquesima,
mentre l’italiano di Monaco Stefano
Coletti è trentottesimo.
Altri italiani? Sì. Giorgio
Pantano ha dimostrato qualcosa ma non ha mai potuto correre con continuità
ed è cinquantaseiesimo. Francesco
Dracone cinquantottesimo davanti però all’ex campione del mondo di Formula
1, Indycar e vincitore della Indianapolis 500 del 1995 Jacques Villeneuve.
Settantacinquesimo e terzultimo nientemeno che Jean Alesi mentre ultimo degli ultimi è
una vecchia conoscenza della F1: Scott
Speed.
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