La
dodicesima edizione dei Campionati Mondiali di nuoto in vasca corta si è
conclusa, mandando agli archivi una 5 giorni di nuoto mai così spettacolare e
ricca di spunti interessanti. Quella di Doha è stata indubbiamente una rassegna
di altissimo valore tecnico: lo dimostrano i 23 record del mondo battuti (9
dei quali in staffetta), segnale che il mondo del nuoto sta iniziando a passare
oltre l’era dei costumoni gommati e guardare al futuro, sia tecnicamente che
dal punto di vista delle metodologie d’allenamento. È palese infatti che, a
differenza di un tempo, atleti che gareggiano molto (Hosszu e Le Clos,
ad esempio) sviluppino un’attitudine alla gara molto più disinvolta, che li
aiuta ad essere molto vincenti nelle grandi occasioni oltre che veri e propri
professionisti del nuoto (anche nell’accezione economica del termine).
Ma torniamo ad analizzare la rassegna iridata 2014 dando
come sempre uno sguardo ai numeri che i mondiali in vasca corta ci hanno
regalato.
Il Medagliere Classico
Ci eravamo
lasciati con gli Stati Uniti dominatori del medagliere storico dei mondiali in
vasca corta. Prima di vedere come cambia la classifica all-time, diamo uno
sguardo al medagliere di Doha 2014.
Ma vediamo
se, dopo un mondiale decisamente fallimentare, i nordamericani sono ancora in
testa alla classifica all time.
Solo due
ori da aggiungere per la rappresentativa a stelle e strisce, ma il divario dal
resto del mondo resta ancora incolmabile. Gli Stati Uniti si sono
presentati a Doha con una squadra priva di moltissimi elementi fondamentali e
con i big (Ryan Lochte su tutti) totalmente fuori forma, deludendo così su
quasi tutti i fronti. Altrettanto male però sono andate Australia (1
oro) e Cina (0 ori) facendo sì che il divario generale sia
paradossalmente aumentato.
Il salto
in avanti maggiore l’ha fatto il Brasile, vera nazione dominatrice
quest’anno, che con 19 ori totali passa dalla decima alla quinta piazza. Entra
nella top ten anche il Sud Africa, forte dei 4 titoli del grande Chad Le
Clos, scalzando l’Argentina assente in questa edizione. Per l’Italia un
piccolo passo avanti rispetto alla ventunesima posizione pre-Doha, ma la
sensazione è che in vasca corta ci manchi ancora qualcosa per competere con le
grandi nazioni del nuoto, soprattutto a livello mondiale.
Il Campione dei Campioni
Innanzitutto,
come si calcola il Campione dei Campioni?
Vediamo
quindi la lista dei campioni di Doha ed i relativi punteggi.
Spesso il
Campione dei Campioni non è il personaggio principe dell’evento. A Doha la FINA
ha giustamente premiato Katinka Hosszu (4 titoli, 4 record del mondo) e Chad
Le Clos (4 titoli, 1 record del mondo) come migliori nuotatori della
manifestazione, in quanto decisamente superiori per solidità e classe tra le
corsie (oltre che per i titoli vinti).
Ma i
numeri ci dicono che la prestazione migliore dell’intero campionato mondiale
appartiene a Florent Manaudou: il gigante francese, già vincitore dei 50
stile con un’impressionante dimostrazione di potenza (ed altrettanto
impressionante riscontro cronometrico), ha deciso di cimentarsi anche nei 50
dorso. Risultato: la concorrenza è stata asfaltata, annegata sotto le onde
delle bracciate del fratello di Laure, che ha inoltre abbassato di 39 centesimi
il precedente limite mondiale (101,76 punti).
Tra le
donne il premio va a Mireia Belmonte Garcia, impressionante soprattutto
nella prima giornata di gare, durante la quale ha vinto con record del mondo
sia i 200 farfalla che i 400 misti. In entrambe le occasioni la spagnola ha
annichilito nientemeno che Katinka Hosszu e nei 200 farfalla ha addirittura
abbattuto (prima di sempre) la barriera dei 2 minuti, totalizzando quasi 101
punti nel nostro score.
La classifica delle staffette
La vera
novità tecnica del mondiale è stata la presenza nel programma gare di 12
staffette, ovvero tutte quelle esistenti. Chi ne ha tratto vantaggio è di
sicuro lo spettacolo in acqua, che ha almeno bilanciato quanto non visto tra il
pubblico degli spalti della fredda (non climaticamente parlando) Doha.
Le
indicazioni tecniche che possiamo ricavare da questa novità sono relative
all’impegno che ogni nazione ha riservato al programma delle staffette. È
chiaro che le nazioni con le rappresentative numericamente più importanti hanno
potuto dare peso ad ogni singola staffetta, mentre altre nazioni hanno dovuto
scegliere accuratamente l’evento sul quale concentrarsi.
Diamo uno
sguardo al medagliere per nazioni del Campionato Mondiale 2014 riservato alle
sole staffette.
Come
vediamo il Brasile (che domina anche il medagliere generale di questa
edizione) ha puntato molto sulla squadra, ed ha fatto bene: il bottino di tre
ori ed un bronzo gli permette di vincere questa graduatoria, davanti all’ottima
Olanda (3 ori). Gli Stati Uniti confermano qui il ruolo di grande
delusa: da una squadra così numericamente potente ci si aspetta una presenza
massiccia, che infatti c’è stata (9 medaglie). La qualità non è però andata di
pari passo ed i titoli sono stati solo due. Incredibile è stato, nell’ultima
giornata di gare, il crollo subito nella 4x100 mista maschile: gli Stati Uniti
non perdevano questa gara dal 2006 (Australia), quest’anno è toccato al Brasile
primeggiare. L’Italia si difende benissimo: la scelta federale di
portare una squadra allargata (31 atleti) proprio per partecipare a tutte le
staffette ha pagato ed il risultato sono quattro medaglie, alcune delle quali
(l’argento della 4x200 maschile su tutte) molto pesanti.
Diamo
anche uno sguardo al medagliere staffette diviso per sesso (maschi, femmine e
misto), cercando di trarne uno spunto interessante.
Cosa
aggiunge questa graduatoria a quanto già osservato in precedenza? Le uniche
nazioni presenti nel medagliere staffette maschile, femminile e misto sono gli
Stati Uniti e l’Italia!
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