Torna Luca Soligo con i suoi approfondimenti legati al nuoto. Oggi prende il via uno speciale in tre parti sugli imminenti Campionati Mondiali di Nuoto in vasca corta.
Dal 3 al 7 dicembre si terranno a Doha, in Qatar, i Campionati Mondiali di nuoto in vasca corta, giunti quest’anno alla dodicesima edizione. Nati nel 1993, i mondiali in vasca corta si disputano con scadenza biennale (dal 2000 negli anni pari) e rappresentano la vetrina più importante della stagione natatoria in vasca da 25 metri. La rassegna è stata ospitata 5 volte da nazioni europee ma mai dall’Italia, che in realtà avrebbe dovuto essere sede proprio dell’edizione 2014 (la candidatura di Catania purtroppo è saltata per questioni economico-burocratiche).
Il nuoto in vasca da 25 metri è
talmente diverso dal nuoto in vasca da 50 metri da poter quasi essere
considerato un’altra disciplina. I record del mondo sono molto più bassi e gli
specialisti della vasca corta non sempre riescono ad ottenere gli stessi
risultati in vasca lunga. La vasca da 25 necessita di una discreta
specializzazione da parte degli atleti, i quali però spesso utilizzano le
competizioni in vasca corta soltanto come viatico preparativo alla stagione
estiva, ovvero quella in vasca lunga.
I mondiali in vasca corta sono
nati perlopiù come manifestazione dimostrativa e sono relativamente più giovani
rispetto all’altra grande gara-spettacolo della stagione in vasca corta, la
FINA World Cup (la quale si disputa ogni anno su più tappe fin dal 1989).
Rispetto alla FINA World Cup, che ha una classifica a punti e premia un
vincitore unico per sesso al termine delle varie tappe, i mondiali in vasca
corta assegnano medaglie per sesso e gara, proprio come i mondiali in vasca
lunga. Se c’è un evento in vasca corta al quale gli atleti elite tengono
particolarmente (e che quindi, se decidono di parteciparvi, preparano con cura)
sono proprio i mondiali.
Analizzeremo la storia dei
mondiali in vasca corta cercando di scoprire, nelle prossime righe, quale sia
la nazione più forte di sempre in questo evento. Lo faremo attraverso tre
graduatorie:
- Il medagliere classico
- Il medagliere per sesso
- Il medagliere per abitanti
IL MEDAGLIERE CLASSICO
Come già fatto in occasione degli
europei di quest’estate, valutiamo innanzitutto il medagliere “classico”: vince
chi ha più ori, a parità di ori si contano gli argenti e poi i bronzi.
Negli Stati Uniti la vasca da 25 metri è quasi inutilizzata (nei college
si nuota o in vasca da 50 metri oppure su distanze in yards) ma nonostante ciò
la nazione a stelle e strisce domina nettamente il medagliere storico. Lo
strapotere numerico e qualitativo statunitense è talmente evidente che risulta
quasi imbarazzante, soprattutto perché gli USA lasciano, in questo caso, a 40
medaglie di distanza (di cui 28 d’oro) l’altra nazione dominatrice del nuoto
mondiale, ovvero l’Australia. Terza
piazza per la Cina e fuori dal podio
l’Europa.
Da notare come dal quinto posto
in poi, le nazioni viaggino a meno di 20 ori totali, che significa (con un
totale disputato di 11 edizioni) nemmeno due ori per edizione. Menzione d’onore
per la Svezia, nazione dalla grande
tradizione di specialisti della vasca corta, che si piazza al quarto posto ma
con una distanza di ben 40 medaglie dalla Cina terza.
Per trovare l’Italia dobbiamo scendere al ventunesimo
posto del ranking: i mondiali in vasca corta sono stati spesso lasciati in
secondo piano, sacrificati sia dalla federazione che dagli atleti elite azzurri
in onore di più elevati obiettivi nella stagione in vasca lunga (questo almeno
nelle dichiarazioni).
IL MEDAGLIERE PER SESSO
Scopriamo quale nazione vince
invece il medagliere suddiviso per sesso, partendo dai maschi.
Sempre gli Stati Uniti e sempre di dominio si tratta: anche se per “solo” 11
medaglie d’oro, gli States precedono l’Australia,
mentre la Russia risale al terzo
posto superando di tre ori Gran Bretagna
e Brasile. Piccolo passo avanti per
l’Italia, che negli anni d’oro ha
goduto di parecchi buoni piazzamenti maschili (13 argenti, quarto dato assoluto
maschile) sia individuali che in staffetta.
Cambiano i piazzati ma non il
leader: anche tra le donne gli Stati
Uniti dominano la scena, con la Cina
che segue a 6 ori di distanza. L’Australia
scende al terzo posto mentre torna al quarto, grazie alle sue regine della
velocità, la Svezia. La nostra Italia scende giù fino al ventiduesimo posto, inesorabilmente
scavalcata da nazioni con tradizione ed atlete ben più portate alla vasca
corta.
MEDAGLIERE PER ABITANTI
Come analizzato in occasione
degli Europei in vasca lunga, anche in questa sede proviamo a stilare una
classifica che valuti le medaglie ottenute da ogni nazione proporzionandole
alla base demografica a disposizione, ovvero al numero di abitanti.
L’obiettivo, sempre molto ambizioso, è quello di determinare chi ha lavorato
meglio con il materiale umano a sua disposizione. Prima di iniziare, qualche
precisazione:
- Il calcolo viene effettuato dividendo il numero di medaglie
vinte per il numero di abitanti della nazione (indicato in milioni di
abitanti). Il numero ottenuto è riportato nella tabella sotto la colonna
denominata K.
- I dati relativi alla popolazione sono espressi in milioni di
abitanti, e sono tratti dal dato più recente disponibile (fonti: Wikipedia e
Fondo Monetario Internazionale)
- Come per gli Europei in vasca lunga, precisiamo il “caso” Far
Oer. Le Isole Far Oer vantano una popolazione totale di 49057 abitanti (dato
del 2010). Nel 2012 Pal Oensen si è aggiudicato il bronzo nei 1500 stile
libero: questo fa sì che il dato relativo alla sua nazione di appartenenza sia
praticamente imbattibile, poiché il numero di medaglie conquistate (1) viene
diviso per il numero di abitanti (0.05 milioni). Questo dato viene riportato in
alto e lo definiremo, per comodità, fuori classifica.
Ecco a voi il medagliere per
abitanti dei mondiali in vasca corta.
In Australia il nuoto è uno degli sport nazionali e quindi la
federazione Aussie dovrebbe incorniciare questa classifica e tenerla ben
visibile nella propria bacheca. Con ben 7,88 medaglie per milione di abitanti,
la terra dei canguri svetta su tutte le 48 nazioni che hanno conquistato almeno
un podio ai mondiali in vasca corta. Per il nuoto australiano è un dominio
completo, in quanto nessuno ha vinto così tanto nemmeno nelle sezioni oro
(2,68), argento (3,03) e bronzo (2,16). La rivincita dei piccoli stati è
evidente in questa graduatoria: troviamo al secondo posto la Svezia ed al terzo la Slovenia, mentre Danimarca e Bahamas
chiudono la top five. Ma che fine hanno fatto gli Stati Uniti? Con una base di 316 milioni di abitanti, il risultato
è di sole 0,7 medaglie per milione (22esimo posto). Il piazzamento è anche
incoraggiante se si nota che la Cina
è 46esima (e terzultima) con il punteggio di 0,08 medaglie.
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