mercoledì 7 maggio 2014

LA STORIA (UFFICIALE E NON) DEL RANKING UEFA PER NAZIONI - ANNI 2000

Sesto appuntamento con la storia del ranking Uefa a cura di Antonio Bomba.

Gli anni novanta sono stati tutta una rivoluzione geopolitica e sportiva. Nel calcio abbiamo assistito a coppe che muoiono e coppe che nascono. Quelle che restano hanno cambiato forma per tenersi al passo coi tempi, favorendo nel contempo gli interessi dei grandi club e gli introiti degli stessi e dell’Uefa. Ed esperimento dopo esperimento e trattativa dopo trattativa, nel 1999-2000 è partita la Champions League per come la conosciamo adesso.

E’ tempo quindi di dedicarci al decennio scorso per vedere cosa è accaduto e come le varie federazioni hanno reagito a queste storiche riforme, tenendo sempre al centro di tutto il Ranking Uefa e la sua storia.


2000-2001


La Spagna mostra un dominio che rivedremo molte altre volte in questo decennio. Perde sì la Champions League a vantaggio del Bayern Monaco, ma porta in finale il Valencia che capitola solo ai calci di rigore, perdendo la sua seconda finale consecutiva. Il Real Madrid che sta diventando Galactico capitola invece in semifinale per mano dei futuri campioni. In Coppa Uefa il copione si ripete. L’Alavez perde in finale ed il Barcellona in semifinale per mano del Liverpool che si aggiudicherà la coppa facendo da traino all’Inghilterra che conquista il terzo posto nel ranking e la quarta squadra in Champions per il 2002-2003. L’Italia si conferma seconda dopo una stagione complessivamente al di sotto delle aspettative.



2001-2002


Ancora la Spagna a farla da padrona, conquistando il primo posto nella classifica a punti dei coefficienti annuali così come nel ranking quinquennale. Il Real Madrid degli ormai Galacticos a tutti gli effetti vince la Champions in finale col Bayer Leverkusen, sbattendo fuori in semifinale i rivali di sempre del Barcellona. L’Italia chiude un’altra stagione deludente rispetto alle aspettative portando in semifinale Uefa le due milanesi: Inter e Milan. Ad aggiudicarsi la coppa sarà a sorpresa il Feyenoord. Sorprende il sesto posto raggiunto nel ranking dalla Grecia che ha nel Panathinaikos, giunto ai quarti i Champions, il proprio fiore all’occhiello.



2002-2003


L’Italia vince la classifica stagionale a coefficienti e mantiene il secondo posto. I punti di vantaggio rispetto all’Inghilterra però si riducono sensibilmente. Dominiamo la Champions League in lungo e in largo. La finale tra Milan e Juve è risolta a favore dei primi ai rigori. In semifinale i rossoneri avevano battuto i cugini nerazzurri dell’Inter grazie ai goal in trasferta. La Lazio in Coppa Uefa ha un ultimo sprazzo di grandezza e agguanta la semifinale. In finale il Porto supera il Celtic Glasgow permettendo alle proprie federazioni di salire rispettivamente al settimo e nono posto del ranking. Il Porto è guidato da un tecnico di Setubal che finirà col far parlare spesso di sé in futuro. Un certo Josè Mourinho. La Spagna resta prima e inattaccabile.



2003-2004


L’Uefa aggiusta la forma della Champions League ed annulla il secondo girone, quello che fungeva da ottavo di finale, per tornare alla più classica formula con sfide di andata-ritorno tra due squadre. Una riforma ottima per lo spettacolo visto  che l’esperimento dei due gironi consecutivi aveva reso la competizione troppo lunga e con molte partite prive di reale interesse. Da quest’anno e salvo poche e eccezioni, le formazioni italiane inizieranno a bistrattare la Coppa Uefa. Non fornendo il massimo dell’impegno in certi casi, schierando addirittura ragazzi della primavera con la triste scusa di farli crescere e poterli valorizzare. Il ranking inizia a risentirne ma a quanto pare nessuno sembra accorgersene. Nel frattempo scivoliamo in terza posizione, superati dall’Inghilterra, dato che la stagione è tutt’altro che fortunata anche in Champions League, dove uno dei Milan più belli di sempre viene fatto fuori ai quarti dal Deportivo La Coruna. E’ una stagione pazza dove in finale arriva chi ha sbagliato meno, cogliendo ogni opportunità possibile. E così Josè Mourinho guida il Porto alla vittoria dell’ex coppa Europa battendo il Monaco di Didier Deschamps. La Francia perderà anche la finale di Coppa Uefa perché il Marsiglia verrà superato dal Valencia che riesce finalmente a conquistare un trofeo internazionale affermando ancor di più il calcio spagnolo come leader del movimento europeo.



2004-2005


Anche quest’anno l’Uefa apporta alcune modifiche alle proprie creature. Anzitutto cambiano i punti bonus in Champions League. Viene riconosciuto un punto bonus a chi raggiunge ottavi di Champions, mentre la qualificazione al girone (i sedicesimi di finale) permetterà da questa stagione di incassare tre punti extra. L’Uefa non ricalcola però le stagioni precedenti, al contrario di quanto era stato fatto in passato. Cambia e diventa sempre meno interessante e ai limiti dell’incomprensibile la formula della Coppa Uefa, che dopo un turno iniziale con l’eliminazione diretta, vede un girone a cinque squadre ma con gare di sola andata e poi un ritorno alla formula classica delle coppe. Il risultato è una finale tra CSKA Mosca e Sporting Lisbona svolta nel disinteresse più totale degli appassionati. La vittoria permette però alla Russia di tornare nella top 15, precisamente al tredicesimo posto. Una classifica di cui fa parte da qualche anno anche l’Ucraina. L’Inghilterra vince la stagione e si avvicina alla Spagna, tallonata dall’Italia. E a suggellare la buona annata delle anglo-italiane arriva la finale di Champions tra Liverpool e Milan, vinta dai primi ai rigori dopo essere andati al riposo con i rossoneri avanti per 3-0.


2005-2006


L’Italia ha un balzo d’orgoglio e torna seconda superando l’Inghilterra, che fatica a “confermare” i punti scaduti cinque anni prima. I gironi, fornendo molte partite ed in ben due competizioni, iniziano ad avere un ruolo essenziale per ben figurare nel ranking. Così, non sempre portare in fondo quante più formazioni possibili è sinonimo di posizioni scalate. Ed i figli della regina Elisabetta ne sono la più candida dimostrazione. Portano in finale delle due coppe Arsenal e Middlesbrough ma terminano la singola annata al quarto posto. Da segnalare che, caso unico nella storia della Champions League, l’Inghilterra partecipa alla competizione con cinque squadre a causa di un vuoto normativo:  la federazione inglese (a differenza delle altre) nel regolamento non prevedeva il caso in cui una squadra potesse vincere la Champions League e non arrivare fra le prime quattro nella Premier League (come accaduto al Liverpool), andando così in conflitto con la normativa Uefa (che verrà abrogata dalla stagione 2015/16) che vieta l’ingresso di più di quattro squadre per nazione nella coppa principale e al tempo non specificava l’obbligo per le federazioni di assegnare un posto alla detentrice della competizione (obbligo che verrà inserito solo l’anno successivo). Impossibile far fare marcia indietro all’Inghilterra anche perché l’Everton, quarto in campionato, reclama il suo diritto a giocare in Champions League, l’Uefa risolve inserendo il Liverpool come squadra “apolide”  facendola partire dal primo turno preliminare (e contando in ogni caso i punti fatti dai Reds nel ranking dell’Inghilterra).  E se ha senso che sia preceduta dalla Spagna, vincitrice di entrambe le coppe con Barcellona e Siviglia, ad un occhio poco attento ne ha di meno che si trovi dietro anche  all’Italia ed ancor meno la sorprendente prima piazza della Romania che in Uefa porta la Steaua Bucarest in semifinale e il Rapid Bucarest ai quarti. L’impresa vale il decimo posto nel ranking.


2006-2007


Vinciamo la Champions League con il Milan che batte il Liverpool vendicandosi della sconfitta patita nella finale 2005, ma l’Inghilterra ci risupera facendo quasi cinque punti più di noi, portando Chelsea e Manchester United in semifinale Champions. Per non parlare della Spagna che rifilandoci quasi nove punti resta prima nel ranking. Il Siviglia si conferma campione in coppa Uefa aggiudicandosi il derby con l’Espanyol. L’Osasuna si ferma invece in semifinale. Dietro la Romania sale al settimo posto.



2007-2008


E’ una stagione di completo dominio inglese che vince la classifica annuale e balza prima in quella quinquennale. In Champions il Manchester United conquista la seconda Champions dell’era Ferguson sconfiggendo il Chelsea ai rigori. I blues in semifinale avevano regolato il Liverpool. In Uefa lo Zenit San Pietroburgo porta a casa il primo trofeo internazionale superando il Glasgow Rangers. I russi balzano così al sesto posto del ranking, passando anche l’incredibile Romania. L’Italia si conferma terza e la Fiorentina è autrice di un’ottima corsa in Uefa che si interrompe in semifinale. E’ l’inizio della crisi del calcio italiano che si protrae anche oggi, salvo una nota eccezione. Il Montenegro, staccatosi dalla Serbia, entra come entità separata nelle competizioni europee. L’Uefa decide di far proseguire la Serbia coi punti accumulati dalla Serbia-Montenegro, mentre il Montenegro parte da zero a fondo classifica.  Cambio di colori nella tabella in virtù della riforma della Coppa Uefa di cui scriviamo nella sezione 2009-2010.



2008-2009


E’ l’anno dell’Ucraina. Lo Shakhtar Donetsk conquista l’Uefa e diventa nel contempo una delle formazioni più “toste” d’Europa negli anni a venire. In semifinale giunge la Dinamo Kiev mentre il Metalist Kharkiv giunge “solo” ai quarti. Gli ex sovietici vincono la classifica stagionale e nel ranking quinquennale raggiungono il settimo posto, appena dietro la Russia. E con la Romania nona assistiamo ad una sorta di rinascita del calcio dell’Est, quantomeno per quel che riguarda il ranking e sempre e soltanto grazie all’Uefa. Il nuovo presidente Uefa Michel Platini si accorge che qualcosa non va in questa competizione e studia una nuova formula che entrerà in vigore l’anno successivo. In Champions il Barcellona si ritrova in semifinale, sola contro tre inglesi. E alla fine esce vincitrice. E’ il primo grande successo per Pep Guardiola che si consacrerà in breve tempo come uno dei più grandi tecnici di sempre, portando un’autentica rivoluzione nel modo di intendere e giocare il calcio. Male l’Italia che resta però terza. La Coppa Intertoto giunge alla sua ultima edizione nel più totale disinteresse.



2009-2010


Come detto Platini riformula interamente la coppa Uefa ridandole un minimo di senso ed un po’ di interesse. Cambia il nome, diventa Europa League, di vecchio resta solo la coppa vera e propria da consegnare al vincitore. La nuova competizione prevede quarantotto squadre divise in dodici gironi da quattro. Le migliori due per raggruppamento passano ai sedicesimi trovandovi le terze dei gironi di Champions League (cosa che avveniva anche prima). Da qui si prosegue con sfide di andata-ritorno. Ora, la settima, l’ottava e la nona nazione del ranking possono portare quattro squadre in Europa League. Tutte le altre tre, come potete ben vedere nello schema qui sotto. Uniche eccezioni Andorra e San Marino (che dal 2007/08 avevano ottenuto l’iscrizione della squadra vincitrice del campionato in Champions, e non in Coppa Uefa come avveniva in precedenza, con la contemporanea iscrizione delle vincitrici delle coppe nazionali alla Coppa Uefa portando quindi a due il totale delle proprie squadre in Europa) e il Lichtenstein, che senza campionato nazionale continua a portare una sola squadra nelle competizioni europee e precisamente la vincente della coppa nazionale in Europa League.


Platini non si ferma qui e riforma in parte anche la Champions League. Convince le grandi nazioni a mettere a serio rischio una qualificata ai gironi in cambio di un’altra qualificata sicura. In poche parole rivoluziona le qualificazioni per favorire le nazioni economicamente meno potenti. Così le squadre che devono qualificarsi con i turni preliminari vengono divise in due blocchi: uno comprendente le nazioni vincenti il proprio campionato e l’altro quello delle piazzate nei vari tornei nazionali. Cambiano e non di poco anche i bonus assegnati nel ranking. Le qualificate al girone di Champions ricevono ora quattro punti. Infine per pareggiare i conti con chi gioca l’Europa League ed evitare di concedere vantaggi a chi trasborda le terze dei gironi di Champions in Europa League, tutte le qualificate agli ottavi ricevono ben cinque punti bonus. Si tratta a conti fatti di un autentico ed ulteriore sedicesimo di finale. Questa volta però “fantasma”. Anche in questo caso la riforma parte senza portare modifiche ai coefficienti realizzati dai vari paesi nei quattro anni precedenti. L’Italia ha un ultimo sussulto europeo con Josè Mourinho che trascina l’Inter alla conquista della Champions League prima di fuggire a Madrid per allenare il Real.


La Germania tuttavia ci tallona ed iniziamo ad avvertire la paura di perdere la quarta squadra in Champions. E’ questa a conti fatta la prima volta in cui nel nostro paese si inizia a parlare anche in TV e nei bar del Ranking Uefa, con un meccanismo mediatico che, in proporzione, rivedremo anni dopo applicato allo spread. Tutti ne parlano e ne sono intimoriti, ma pochi sanno bene come funziona. Il dramma è che a parte qualche eccezione nemmeno i dirigenti italiani sembrano aver ancora capito il meccanismo che determina la classifica. Tra le eccezioni c’è il Direttore Generale del Milan Adriano Galliani che, compreso il problema dello scarso impegno nostrano in Europa League, chiede ufficialmente all’Uefa di rivedere i criteri di assegnazione posti in Champions, reclamando per la competizione maxima un ranking apposito. Al momento attuale la proposta non è mai stata presa in considerazione dai dirigenti del calcio continentale.


La prossima settimana tratteremo le ultime tre stagioni europee già completate (2010/11 – 2011/12 – 2012/13), assistendo alla caduta dell’Italia dal podio.


Email Antonio Bomba: abomb@hotmail.it
Facebook Antonio Bomba: www.facebook.com/antonio.bomba.3 

10 commenti:

  1. Angolino ricordi:
    l'Alavés (esordiente assoluto nel palcoscenico europeo) che perse la finale di Coppa UEFA per un... golden autogol :-)
    e per dimostrare che tutto il mondo è paese, l'anno dopo chiese di partecipare comunque alla COppa UEFA in sostituzione del detentore Liverpool ammesso a disputare la Champions League :-))

    L’Italia chiude un’altra stagione deludente rispetto alle aspettative portando in semifinale Uefa le due milanesi: Inter e Milan
    Qui invece ricordo che i giornali italiani presero un abbaglio e pubblicarono un tabellone dei sorteggio che, a loro detta, combinava gl'incroci fino alle semifinali dove vi sarebbe stato un derby meneghino. In realtà per le semifinali era previsto (come nelle stagioni precedenti) un nuovo sorteggio. Inutile dire che la "ggente", invece di ammettere che i nostri giornali avevano sbagliato, preferì pensare al "complottone" UEFA che aveva cambiato le regole in corsa per sfavorire l'Italia ecc. ecc.




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  2. L’Uefa non ricalcola però le stagioni precedenti, al contrario di quanto era stato fatto in passato
    Se da un lato ciò è apprezzato per chi tiene i dati storici di tutti i tempi come il sottoscritto (potete immaginare la bellezza di doverli ogni volta riaggiornare), dall'altra è innegabile come detta condotta crei delle palesi ingiustizie, dove club col medesimo cammino sono poi valutati in modo difforme esclusivamente per averlo compiuto in stagioni diverse. E fra l'altro è diventata prassi consolidata, tanto che è stata ripetuta anche nel ranking per nazionali, alla luce della recente (piccola) modifica, che non ha inciso sui punteggi dei tornei già giocati.

    l’Uefa risolve inserendo il Liverpool come squadra “apolide” facendola partire dal primo turno preliminare
    Altra cosa che non mi è assolutamente piaciuta, né all'epoca né a livello generale: che senso ha scrivere una norma e poi superarla a tuo piacimento? E non si poteva nemmeno invocare la "imprevidibilità" perché:
    - il detentore (praticamente) da sempre non aveva mai avuto titolo per partecipare all'edizione successiva: se non vi riusciva tramite piazzamenti in campionato, doveva attivarsi la federazione interessata a chiederne l'iscrizione;
    - il caso del detentore non rientrante nelle prime 4 in campionato si era già verificato e fin dalla prima occasione utile, quando il Real vince la CL nel 1999/2000 giungendo solo 5° in Liga.
    Decisione che mi lasciò assai perplesso, che rientra nel novero di quelle "indecifrabili" che spiccano per la loro eccezionalità nel contesto di un'UEFA assai rigida (per inciso, caratteristica che preferisco di gran lunga all'italianissima ricerca perenne dell'eccezione elusiva).

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  3. Dall'anno prossimo risolvono il problema con la regola del massimo 5 squadre in Champions, a meno che non abbiano la clamorosa sfiga che vincono CL ed EL due squadre della stessa nazione, appartenente alle prime tre del ranking, e nessuna delle due si piazza fra le prime quattro in campionato. La vedo dura ma chissà...

    Mi ricordi un attimo a quale leggera modifica ti riferisci a proposito del ranking fifa che ora mi sfugge?

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    1. Ovviamente lo so che lo han già risolto obbligando l'eventuale esclusione della quarta del campionato, intendo lo risolvono senza penalizzare le quarte.

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    2. Ranking UEFA, non FIFA, occhio: hanno semplicemente cambiato i bonus previsti per gli spareggi eliminatori, le gare dei gruppi finali e degli ottavi. Però quanto ottenuto prima di Brasile 2014 rimane calcolato coi vecchi parametri.

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  4. Cambia e diventa sempre meno interessante e ai limiti dell’incomprensibile la formula della Coppa Uefa, che dopo un turno iniziale con l’eliminazione diretta, vede un girone a cinque squadre ma con gare di sola andata e poi un ritorno alla formula classica delle coppe.

    All'epoca Gianni Infantino spiegò che il girone fu introdotto come mezzo per far fare (maggiore) esperienza internazionale ai club delle federazioni di rango medio. Motivazione di cui non capii assolutamente il senso "circostanziato": cioè perché puntato esclusivamente su quei club.
    Grazie a Tifoso Bilanciato, ho capito solo a giugno dell'anno scorso il senso di quella frase: è tutta una questione di "politica sportiva" UEFA, dove devono convicere l'aspetto "competitivo" e "partecipativo" ma che a i livello di club ha portato a "specializzare" le due coppe: la CL è "competitiva" (dove ci si gioca il titolo di miglior club europeo), la Coppa UEFA/EL, prima coll'Intertoto e poi da sola, è "partecipativa" (far fare esperienza ai migliori club delle federazioni minori contro i peggiori club delle federazioni maggiori). Una lettura che mi ha fatto capire anche il fenomeno dei ripescaggi (un assurdo sportivo) e del perché la proposta di Galliani sulla divisione del ranking non sia stata accolta: semplicemente perché inserendovi anche i risultati di EL, si voleva evitare il rischio disinteresse dei club maggiori. Mossa difensiva cui poi l'UEFA ha dovuto abbinare anche le recenti norme contro la "defezione volontaria" (che avevano minato l'Intertoto) quando più di qualcuno aveva paventato l'idea di lasciare fare l'EL al altri club connazionali più interessati (a parole).

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  5. Per quanto riguarda il ranking, io credo che sia giusto tenerne uno solo anche perché separati perderebbero parecchio di senso. Se il senso del ranking è stabilire quante squadre devono fare le varie coppe per nazione ha senso che questo ranking tenga conto anche dei risultati in Europa League per stabilire quando una nazione ha effettivamente diritto a salire di categoria e ad avere più squadre nella competizione principale. E' una classifica più reale della forza globale del paese e della possibilità di esprimere squadre forti anche fra quelle che non vincono il campionato.

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