Terzo appuntamento con i gallianismi del 2014 a cura di Antonio
Bomba. Classifiche e statistiche inventate da Adriano Galliani per esaltare il Milan ed applicate a tutti gli altri.
“Senza le prime nove
giornate il Milan avrebbe realizzato gli stessi punti della Juventus e nel
girone di ritorno abbiamo chiuso secondi ad un solo punto dalla stessa Juve. La verità quindi è che ci siamo
svegliati un po’ tardi altrimenti avremmo lottato per vincere il campionato
come sempre” (Galliani 2013)
Ed il terzo gallianismo è la classifica del girone di
ritorno. Fatto verbo che analizzare un campionato senza le prime nove giornate
di campionato parrebbe troppo persino per noi, fare la sola classifica del
girone di ritorno non lo è e permette comunque spunti di interesse ed analisi,
specialmente per quanto riguarda cambi di allenatore e mercato invernale.
Inoltre è probabile che nelle prossime settimane Galliani la
riproponga per una serie di motivi. Anzitutto perché se è vero che il Milan nel
campionato conclusosi il mese scorso non ha centrato la Champions nemmeno nella
classifica del girone di ritorno, è pur vero che l’ha mancata di un solo punto
rispetto al Napoli, viaggiando nella
seconda parte della stagione ad un velocità nemmeno comparabile rispetto alla
prima. E poi perché la vera svolta non si è avuta tanto con l’arrivo di Clarence Seedorf in panchina, quanto
con il ritorno in maniera legittima del padre ispiratore della nostra rubrica
al comando operativo del Milan. Dopo essere riuscito a trovare nella vera o
presunta incapacità di Seedorf e nei suoi metodi con la squadra un buon motivo
per allearsi con Barbara Berlusconi
ed il presidente Silvio Berlusconi
dopo mesi e mesi di guerre, Galliani non solo è riuscito a tornare a seguire la
squadra con pieni poteri e a tempo pieno, ma è anche riuscito a controllare e a
mettere un limite a Seedorf e alle sue bizzarrie, sempre che siano vere.
Ricordando a tutti che in caso di parità di punti vale lo
scontro diretto ed in caso di ulteriore parità si tiene in considerazione la
differenza reti complessiva del girone di ritorno, e specificando che abbiamo evidenziato in verde le squadre che
si sarebbero qualificate in Champions nel solo girone di ritorno e stessa cosa
abbiamo fatto per le qualificate in Europa League (in azzurro e fingendo non
esista la coppa Italia) e le retrocesse (in rosso) e che abbiamo lasciato in
grassetto tutte le altre squadre che avrebbero concluso nella colonna di
sinistra delle grafiche, ecco a voi com’è la classifica del girone di ritorno
2013-2014.
La macchina da guerra costruita da Antonio Conte conosce poche quanto insignificanti battute
d’arresto. Juventus sempre prima. Nel girone di ritorno, nella classifica
finale e anche all’andata.
Tiene il passo della Juventus fino alle ultime partite la
sorprendente Roma di Rudi Garcia che conclude con nove punti
di distacco a causa delle sconfitte consecutive contro Catania, la stessa Juventus e Genoa
dovute ad un calo mentale avutosi quando la squadra capitolina ha realizzato
che raggiungere i bianconeri sarebbe stato impossibile.
Terzo posto ed ultima squadra a qualificarsi per l’ipotetica
Champions League è il Napoli che ha
faticato non poco, rispetto soprattutto al potenziale, nella seconda frazione
di campionato. Tanti punti persi contro avversari più deboli a causa di
campioni che hanno deluso le aspettative, qualche modulo tattico difficile da
digerire per attaccanti e centrocampisti ed una difesa tutt’altro che perfetta
hanno influito e hanno permesso ai partenopei di accumulare ben quattordici
punti di distacco dalla Juventus.
Punti a parte le prime tre squadre del campionato hanno
concluso nella stessa posizione l’andata ed il ritorno, segno evidente che
quest’anno c’era ben poco da fare per le altre.
E nell’Europa League virtuale?
Quarto e ad un solo punto è il Milan di cui abbiamo parlato
prima ancora di illustrarvi la classifica. Resta da aggiungere solamente che
con trentacinque punti i rossoneri nel ritorno hanno fatto tredici punti in più
che all’andata.
Dietro una Lazio
ricompattata e traghettata da Edy Reja
a fine campionato dopo un’andata tribolata frutto di diatribe tra mister (Vladimir Petkovic) e presidente (Lotito), vecchie certezze che poco
hanno reso ed un gruppo che proprio unito non sembrava. La Lazio è giunta a
trentadue punti come il Parma ma è
davanti avendo vinto lo scontro diretto per 2-1. Però solo complimenti possono
essere fatti alla squadra di Roberto
Donadoni. Autentica rivelazione del campionato e con ben nove risultati
utili consecutivi nelle prime nove giornate di ritorno, conquista anche qui
un’Europa virtuale come nella classifica complessiva anche se per ben altri
motivi.
Dietro ma comunque tra le prime dieci spunta la seconda
rivelazione del campionato, il Torino,
seguito dall’Atalanta che dopo una
prima parte di stagione così distante sia dalle posizioni alte che da quelle
pericolose al punto da risultare anonima, ha incamerato ben sei vittorie
complessive nel mese di marzo sconfiggendo tra le altre anche Lazio ed Inter.
E proprio i nerazzurri troviamo al nono posto in una
ripetizione della stagione 2012-2013 anche se con toni decisamente meno
drammatici. Walter Mazzarri ha
concluso il girone di ritorno realizzando ventotto punti contro i trentadue
dell’andata. E più che i quattro punti in meno, tifosi ed opinione pubblica
imputano ai nerazzurri una mancanza di idee e condizione fisica che non si
erano viste nella prima parte di campionato.
Decima e con una flessione ancor peggiore di quella
dell’Inter è giunta la Fiorentina.
Nove i punti che rendono la seconda parte di campionato peggiore della prima. Vincenzo Montella è di certo un tecnico
abile e preparato ma giocare senza punte causa i continui infortuni di Giuseppe Rossi e Mario Gomez inventando di volta in volta un “finto nueve” o
qualcosa di simile non è impresa facile. Ed a poco o nulla è servito il
prestito di Alessandro Matri. Da
anni nel mondo del calcio si vince con titolari ed un numero adeguato di
riserve atte a sostituire i titolari quando ve ne è bisogno. E questo nella
Fiorentina di sicuro è mancato.
E le retrocesse?
Si salva nella realtà ma non nella nostra classifica del
girone di ritorno il Sassuolo. A
complicare il tutto la strana scelta del patron Squinzi di esonerare Eusebio
Di Francesco per mettere in panchina Alberto
Malesani. Forse si puntava sull’esperienza del popolare tecnico di Verona
ma non si è tenuto con ogni probabilità conto che una squadra che lotta per non
retrocedere dovrebbe badare al sodo e non spendere mesi per assimilare nuovi
schemi. Il risultato è stato cinque sconfitte di fila ed il ritorno in panchina
di Di Francesco.
In penultima posizione troviamo il Bologna che dopo aver ceduto i pezzi migliori della stagione passata
al mercato estivo, ha completato l’opera dando Diamanti in Cina a febbraio. Una mossa che ha spiazzato anche il
tecnico Ballardini che già aveva
preso il posto di Pioli. Non vi è
dubbio che la situazione economica precaria del club abbia suggerito questi
movimenti di mercato ma in campo il Bologna ha espresso più lacune che qualità
e la retrocessione è finita col diventare un qualcosa di scontato, nel girone
di ritorno come nella realtà.
Ultimo e senza appello chiude invece il Livorno che totalizza appena dodici punti l’ultimo dei quali
conquistato il 31 marzo con un pareggio casalingo con l’Inter. Davvero troppo
poco e la sensazione che si sia gettata la spugna molto prima che la matematica
condannasse la squadra amaranto resta viva e concreta.
Ed anche il terzo gallianismo del 2014 va agli archivi.
Prima di chiudere un ultimo omaggio a chi ci ha permesso di
creare questa rubrica con le sue idee. Siamo certi che se la leggesse
apprezzerebbe e non poco.
Un saluto a tutti i lettori di Calcio e altri elementi e
alla prossima.
Email Antonio Bomba: abomb@hotmail.it
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