"Calcio e Altri elementi" ha il piacere di ospitare un interessante articolo realizzato per noi da Rado il Figo che analizza i vari metodi con i quali l’Uefa ha scelto
le teste di serie nel corso degli anni facendoci vedere quanto la scelta del
metodo influenzi, anche in maniera importante, l’ingresso o meno delle squadre
nelle varie urne dei sorteggi.
PREMESSA
I sorteggi per la composizione dei gironi di
Champions (CL) ed Europa League (EL) sono la tappa della stagione
continentale dove più che altrove incide il peso del metodo adottato dall’UEFA
per valutare adeguatamente il valore (inevitabilmente sempre presunto) delle
squadra coinvolte. L’occasione è quindi ottimale per analizzarne l’evoluzione:
infatti, i metodi si sono sempre più affinati, complici le formule delle coppe
che hanno abbandonato nel tempo l’integrale eliminazione diretta per includervi
una (se non due) fasi a gruppi, rendendo quindi inadeguate le prime sgranature
miranti solo a individuare le teste di serie (tds) dalle altre partecipanti
e virando decisamente verso il calcolo di un indice numerico, detto
coefficiente di club (cc), in grado di stilare una classifica di tutte
le squadre partecipanti.
Per meglio comprenderne le differenze, spesso
riflettutesi in veri e propri sconvolgimenti delle graduatorie di valore,
simulerò la composizione delle 4 urne in cui sono state divise per fasce di
merito le 32 partecipanti ai gironi dell’ultima CL (2013/14), adottando di
volta in volta i vari metodi utilizzati dall’Uefa nel corso degli anni. Alcune
precisazioni: i metodi non saranno dettagliatamente descritti in ogni
particolare, fermandomi a quei dati comunque sufficienti a inquadrarli
correttamente. Poi, la simulazione si limita alla composizione delle urne della
fase a gironi e non si estende anche a simulare chi avrebbe dovuto prendervi
parte, considerando le 32 reali protagoniste come “dato acquisito”. Infatti, se
ora il turno di partenza in CL (ed EL) dipende dal coefficiente di federazione
e dalla posizione nei tornei nazionali, fino al 1994/95 era tutto deciso dalla
classifica per cc. Per essere ancora più chiaro: le ammesse di diritto ai
gironi di CL sarebbero state le 22 squadre col miglior cc, e non le prime 3
delle federazioni dal 1° al 3° posto nel ranking UEFA, le prime 2 delle
federazioni dal 4° al 6°, e così via. La simulazione non si spinge nemmeno a
ricalcolare i bonus e i coefficienti di federazione coi criteri dell’epoca in
cui il metodo fu adottato; per quanto interessante, sarebbe qui stato fuori
contesto: lo scopo è, infatti, evidenziare come partendo dagli stessi
dati si possa giungere a valutazioni diverse semplicemente variando il criterio
con cui pesarli e non passando per un loro (preventivo) cambio, almeno come
linea di condotta generale. Il che mi permette di allacciarmi a un’ulteriore
precisazione: non applicherò pedissequamente i metodi, cercando prima di
trovarne la ratio e di adattarla all’odierna realtà. Ciò porterà a volte ad
allontanarmi dalla stretta lettera del metodo ma ne renderà l’applicazione più vicina
allo spirito con cui fu concepito all’epoca. Infine la posizione del detentore:
ai tempi dei primi cc, non godeva di alcun particolare privilegio in tale
ambito. Era sì esentato dagli eventuali preliminari ma nei sorteggi entrava in
base esclusivamente all’effettivo cc (salve rare eccezioni, relegate alla CL).
Tuttavia, quando nel 1997/98 lo Schalke si ritrovò nella Coppa UEFA appena
vinta col 41° cc globale, e conseguentemente senza mai essere tds nei vari
turni dov’erano previste, si decise che dalla stagione successiva il detentore
sarebbe sempre stato considerato la squadra col miglior cc. Detto questo, nelle
mie simulazioni – se non dove strettamente necessario per una corretta
applicazione del metodo – il Bayern sarà classificato in base al suo effettivo
cc, sempre per continuare nell’ottica di evidenziare le differenze fra diverse
valutazioni degli stessi dati.
Ogni metodo sarà concluso con una velocissima disamina delle posizioni delle italiane, analizzandone le principali sfumature. Alla fine di tutto, ho ritenuto utile riassumere in un’unica tabella le diverse valutazioni subite dalle 32 squadre applicando i metodi illustrati.
Ogni metodo sarà concluso con una velocissima disamina delle posizioni delle italiane, analizzandone le principali sfumature. Alla fine di tutto, ho ritenuto utile riassumere in un’unica tabella le diverse valutazioni subite dalle 32 squadre applicando i metodi illustrati.
Metodo 0
Nelle prime
edizioni delle coppe, pur non essendovi una classifica delle squadre e/o
una designazione delle tds, il detentore gode di alcuni benefici: fino al
1966/67 parte direttamente dagli ottavi di finale, a prescindere dal numero di
partecipanti; dal 1967/68 al 1979/80, invece, è esentato dai turni preliminari
se le partecipanti sono più di 32, ovvero è ammesso direttamente agli ottavi se
sono meno di 32; se in concorso con altri, sempre con diritto di precedenza.
Tuttavia, nella mia simulazione, dove è applicabile solo la seconda versione
del metodo, avere un’unica tds (Bayern Monaco) è esattamente come non averne
alcuna; per tale motivo lo cito e basta, non facendolo nemmeno entrare nella
tabella conclusiva.
Metodo 1
Applicato dal 1980/81 al 1989/90: dalle 32 squadre sono estrapolate le tds individuate in chi abbia raggiunto almeno una volta le semifinali nelle ultime 5 stagioni di CL, EL e Coppa UEFA (UE). Non fa differenza in quale coppa e/o quante volte sia stato raggiunto tale traguardo e/o da quanto tempo: all’estremo, si può non aver partecipato alle coppe nelle ultime 4 stagioni purché si sia stati eliminati nella semifinale di UE 2008/09 ed essere comunque tds, esattamente come chi è giunto a disputare le ultime 5 finali di CL. Le 32 squadre sono quindi divise in due sole fasce: chi è tds e chi non lo è; all’interno di ogni fascia, non si fanno ulteriori diversificazioni. A titolo di curiosità, elenco tuttavia qui di seguito le tds in base al numero di semifinali raggiunte:
5: Barcellona (ESP)
3: Bayern Monaco (GER), Chelsea (ENG), Real Madrid (ESP)
2: Atlético Madrid (ESP), Benfica (POR), Manchester United (ENG)
1: Arsenal (ENG), Basilea (SUI), Borussia Dortmund (GER), Porto (POR), Shakhtar Donetsk (UKR), Schalke 04 (GER)
Essendovi 13 tds, ogni gruppo ne avrà almeno 1 e non più di 2, o, se si preferisce, cinque gruppi ne avranno 2 e tre ne avranno 1 sola. Nessuna italiana presente fra le tds: l’unica che poteva ambirvi, l’Internazionale, è rimasta a casa.
Metodo 2
Applicato dal 1990/91 al 1991/92: per la prima volta si calcola un cc e si stila una vera e propria classifica delle 32 squadre. Il cc è la media punti per gara applicata alle ultime 5 stagioni (2008/13) con alcuni accorgimenti: valgono solo i risultati dai gironi in poi di CL ed EL (ovvero dal I turno di UE 2008/09), cioè non conta nulla quanto ottenuto nei preliminari; si contano i punti di bonus; le vittorie assegnano sempre e comunque 2 punti; sono comunque garantiti 2 punti per chi ha preso parte ai gironi di EL. Per tutti coloro che, nel quinquennio, sono stati del tutto assenti nelle coppe o non hanno mai superato i preliminari, è assegnata una media d’ufficio di 0,000 (esattamente uguale a quella di chi può contare esclusivamente su 2 sconfitte nel I turno di UE 2008/09).
Metodo 4
Applicato
nel 1994/95: il cc è la maggiore fra la media punti per gara della
squadra e quella della federazione, e non più la loro somma.
Per le
italiane non si annotano cambi di fascia, nonostante le 3 posizioni di
differenza di Juventus (perse) e Napoli (guadagnate).
Metodo 5
Applicato
dal 1995/96 al 1998/99 in UE, esclusi i preliminari: il cc è la somma
delle medie punti per gara della squadra delle ultime 5 stagioni. Rispetto al
metodo 2 si è passati da una media punti quinquennale alla somma di 5 (o meno)
medie punti stagionali.
Metodo 6
Applicato
dal 1995/96 al 1998/99 in Coppa delle Coppe e in UE, esclusi i casi di cui al
metodo 5, e dal 1995/96 al 1997/98 in CL: il cc è il coefficiente
di fedarazione 2008/13; per le squadre della stessa federazione, fa testo la
posizione in campionato; tuttavia il detentore è sempre messo in cima alla
classifica.
Metodo 7
Applicato
dal 1997/98 al 1998/99 in CL: più articolato da spiegare che
da usare nel concreto. Le 32 squadre sono divise in due grandi categorie; nella
prima vi rientrano il detentore e quelle appartenenti alle prime 13 federazioni
nel ranking UEFA 2007/12 (che ha stabilito il numero di squadre iscrivibili e
il turno di accesso); nella seconda tutte le altre. In pratica, si dividono le
squadre delle federazioni con almeno una presenza certa nei gironi dalle altre.
Nella prima categoria le squadre sono poi classificate in base alla posizione
in campionato e, in seconda battuta, al coefficiente di federazione 2007/12 (in
ogni caso il detentore è capoclassifica); nella seconda categoria i criteri
s’invertono.
Metodo 8
Applicato
dal 1999/2000 al 2003/04: si ritorna a dar peso ai risultati ottenuti dalla
squadra nelle coppe “correggendoli” in qualche modo colla federazione di
appartenenza. Il cc è quindi la somma dei punti conquistati nelle ultime 5
stagioni e del 50% del coefficiente di federazione 2008/13 (“ovviamente”
calcolato non semplicemente dividendolo per 2). Ai punti come fin qui
conteggiati, si aggiungono quelli “fissi” attribuiti dal 2009/10 in base al
turno preliminare di eliminazione; il 50% del coefficiente di federazione
conosce nel 2002/03 un cambio dell’algoritmo di calcolo, cui mi attengo,
considerato che le differenze col precedente si contano nell’ordine di 1
millesimo per Austria, Germania,
Italia, Portogallo, Romania,Ucraina.
Metodo 9
Adottato
dal 2004/05 al 2008/09: del tutto identico al precedente, fatta salva
l’incidenza del coefficiente di federazione, abbassatasi dal 50% al 33% (non di
un terzo, proprio del 33%), calcolata coll’algoritmo in vigore (colle dovute
modifiche) dal 2002/03.
La minima variazione fa perdere un posto e una fascia a Juventus (per soli 0,302) e Napoli.
Metodo 10
La minima variazione fa perdere un posto e una fascia a Juventus (per soli 0,302) e Napoli.
Metodo 10
Adottato
dal 2009/10 e tutt’ora in vigore: rispetto ai due precedenti,
cala ancora la percentuale d’incidenza del coefficiente di federazione, scesa
al 20% e fortunatamente ora calcolata semplicemente dividendolo per 5.
Mentre
Milan e Napoli perdono un posto, ma non la fascia, la Juventus (seppur per solo
0,063) lo guadagna “riacquistando” la 2ª.
Tabella riepilogativa finale
L’ultima tabella riassume in un colpo d’occhio le principali conseguenze dovute ai cambi di criterio di scelta delle tds. Per rendere più agevole la lettura, la fascia di competenza per il piazzamento è evidenziata in oro per la 1ª (delle tds), in argento per la 2ª , in bronzo per la 3ª e in bianco per la 4ª (degli assai relativi “materassi”). Le squadre sono presentate in base al “piazzamento medio” ottenuto nei 10 metodi, individuati in cima a ogni colonna dal numero col quale li ho illustrati: tralasciato il “metodo 0” non avendo alcuna utilità pratica; per il metodo 1 le squadre sono state suddivise in soli due piazzamenti (color oro per le teste di serie, bianco per le non teste di serie).
Si nota immediatamente quanto possa incidere il metodo utilizzato sulla
definizione delle tds. Solo 6 squadre hanno mantenuto la medesima fascia: Bayern
Monaco, Barcellona e Manchester United la 1ª; Viktoria
Plzen, Steaua Bucarest e Austria Vienna la 4ª. Sono 19 le
squadre che a seconda del metodo si sarebbero potute trovare in ben tre fasce
diverse (per il primo metodo tutte le tds vengono assegnate alla prima fascia,
le non teste di serie ad alcuna fascia specifica): Arsenal (1, 2 e 3), Atletico
Madrid (1, 2 e 3), Shakhtar Donetsk (1, 2 e 3), Schalke 04
(1, 2 e 4), Benfica (1, 2 e 3), Milan (1, 2 e 3), Borussia
Dortmund (1, 2 e 3), CSKA Mosca (1, 2 e 3), Juventus (1, 2 e
3), Manchester City (1, 2 e 3), Paris Saint-Germain (1, 2 e 3), Bayer
Leverkusen (2, 3 e 4), Basilea (1, 3 e 4), Galatasaray (2, 3
e 4), Ajax (1, 3 e 4), Olympiakos Pireo (2, 3 e 4), Napoli (2,
3 e 4), Real Sociedad (1, 2 e 4) e Copenaghen (2, 3 e 4). Infine,
il Benfica, l’ultima delle attuali tds, entra in 1ª fascia solo col
primo e (ovviamente) l’ultimo metodo.
Tabella riepilogativa finale
L’ultima tabella riassume in un colpo d’occhio le principali conseguenze dovute ai cambi di criterio di scelta delle tds. Per rendere più agevole la lettura, la fascia di competenza per il piazzamento è evidenziata in oro per la 1ª (delle tds), in argento per la 2ª , in bronzo per la 3ª e in bianco per la 4ª (degli assai relativi “materassi”). Le squadre sono presentate in base al “piazzamento medio” ottenuto nei 10 metodi, individuati in cima a ogni colonna dal numero col quale li ho illustrati: tralasciato il “metodo 0” non avendo alcuna utilità pratica; per il metodo 1 le squadre sono state suddivise in soli due piazzamenti (color oro per le teste di serie, bianco per le non teste di serie).
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