Secondo appuntamento con i Gallianismi a cura di Antonio Bomba. Classifiche e
statistiche inventate da Adriano
Galliani per esaltare il Milan
ed applicate a tutti gli altri.
Nella scorsa edizione avevamo analizzato la classifica di serie A virtuale. In questa?
“L’Uefa dovrebbe
rivedere i propri ranking. Farne uno esclusivo per la Champions e fare
altrettanto per l’Europa League. L’Italia ed il calcio italiano tutto rischia
di perdere una squadra in Champions per gli scarsi risultati conseguiti nella
seconda coppa europea dalle nostre formazioni”
Ed ecco a voi il Ranking
Uefa della sola Champions League.
Ovviamente quinquennale. Galliani tirò fuori questa idea quando i primi turni
di qualificazione della coppe europee 2010-2011 erano già in svolgimento ed
appariva ben chiaro che
molto difficilmente saremo riusciti a mantenere il
terzo posto nel ranking e quindi a conservare quattro squadre in Champions ed
un totale di sette in Europa, cedendo tale privilegio alla Germania. Dal canto suo bene fece Galliani a proporre questo
Ranking. Tra i pochi dirigenti italiani a conoscerlo nei suoi meccanismi
matematici e quindi nel suo funzionamento effettivo, il risultato di allora
sarebbe stato proprio l’Italia
davanti alla Germania e quindi ancora quattro squadre in Champions per noi. E’
ancora così?
Procediamo con ordine e riduciamo l’analisi a quanto stava
accadendo e a quanto accadrà negli anni successivi alle sole Italia e Germania
che si contendevano il terzo posto, con Spagna
ed Inghilterra rispettivamente prima
e seconda inavvicinabili davanti, e tutte le altre dietro. Viene utilizzato
come già detto il meccanismo del Ranking Uefa che potrete trovare qui:
ma applicato solamente a quanto accaduto in Champions
League. Tenete presente che fino alla stagione 2008-2009 i bonus erano minori e
così calcolati: tre punti anziché quattro per le squadre che accedono ai gironi
e un punto anziché cinque di bonus per chi raggiunge gli ottavi di finale. E
tenete anche presente che un po’ ingiustamente, quando nel 2009-2010 si è
passati ai nuovi bonus i vecchi coefficienti annuali non sono stati riveduti.
Detto questo ecco quale sarebbe stata la situazione del
ranking di sola Champions al termine della stagione 2009-2010 per Italia e
Germania.
L’Italia è davanti alla Germania senza se e senza ma di ben
17.127 punti. Una enormità data da cinque stagioni su cinque in cui l’Italia ha
fatto meglio della Germania in Champions. Una legittimazione ulteriore è venuta
proprio al termine della stagione 2010 quando l’Inter in finale ha battuto il Bayern
Monaco.
Come vedete Adriano Galliani bene aveva analizzato la
situazione, conscio che nella stagione 2010-2011 era impossibile che la
Germania potesse sopravanzare l’Italia nel solo ranking di Champions, cosa poi
realmente accaduta in quello effettivamente utilizzato dall’Uefa.
Tuttavia proprio nella stagione 2010-2011 inizia il crollo
italiano in Champions.
In questa stagione la Germania fa meglio dell’Italia di ben
sei punti e nel quinquennio in questione il gap tra le due nazioni si riduce a
soli 6.668 punti. Davvero poco. Si inizia la stagione male con la Sampdoria eliminata ai preliminari
proprio dai tedeschi del Werder Brema
che poi tuttavia non passeranno i gironi. Una fase in cui le altre due
tedesche, il Bayern Monaco e lo Schalke
04, terranno invece un ottimo passo. Accedono invece agli ottavi
tentennando un po’ Roma e Milan, mentre non ha problemi l’Inter
che nella fase ad eliminazione diretta si concede il lusso di eliminare il
Bayern. Le altre italiane invece capitolano subito senza mai dare la sensazione
di poter passare il turno. Chi fa meglio di tutti è comunque lo Schalke che
elimina l’Inter ai quarti prima di fermarsi in semifinale.
L’Uefa continua a non accogliere l’appello di Galliani e la
situazione delle italiane peggiora sempre più.
La Germania fa meglio dell’Italia di ben 4.083 punti e nel
ranking quinquennale supera l’Italia di 1.624 punti. Un distacco che nel corso
degli anni non farà altro che ampliarsi. Si inizia malissimo con l’Udinese eliminata ai preliminari dall’Arsenal mentre il Bayern Monaco supera
senza patemi lo Zurigo. Ai gironi
tra le tedesche passano il Bayern Monaco ed il Bayer Leverkusen col Borussia
Dortmund clamorosamente ultimo nel suo girone. Non hanno invece particolari
problemi il Napoli, l’Inter
dopo un avvio affannoso ed il Milan. Autentica decimazione agli ottavi:
Il Napoli lotta come un leone ma capitola contro il Chelsea. Stessa cosa per
l’Inter fatta fuori dal Marsiglia.
Il Bayer Leverkusen viene schiantato dal Barcellona
mentre il Bayern Monaco passa con il Basilea.
La storia finisce tuttavia qui. Il Milan viene battuto ai quarti dal Barça
mentre il Bayern Monaco arriva addirittura in finale perdendo ai rigori col
Chelsea.
Siamo quarti sia nel ranking ufficiale che in quello della
sola Champions ideato da Adriano Galliani. Tanto è sufficiente per non sentire
più l’imperatore del mercato parlare di doppio ranking.
Tuttavia ci è sembrato interessante analizzare quale sarebbe
la situazione attuale di un eventuale ranking quinquennale valido per la sola
Champions League e compararlo col Ranking Uefa ufficiale. Da questo momento
quindi quando sentirete parlare di perdere o guadagnare posizioni, stiamo
parlando di quanto una nazione migliora o peggiora il proprio status nel
ranking di sola Champions rispetto al Ranking Ufficiale Uefa. E detto che il
ranking ufficiale Uefa lo potete trovare qui:
Ecco a voi il ranking della sola Champions League:
Poco cambia al vertice rispetto al Ranking Uefa ufficiale.
Col tempo i valori hanno finito per assestarsi, quantomeno nelle posizioni che
davvero contano.
La Spagna che nel quinquennio in considerazione ha
vinto due finali, monopolizzando interamente l’ultima e portando quando è
andata male almeno una squadra in semifinale domina il ranking risultando
l’unica federazione a superare i cento punti.
Dietro di lei, sempre come nel ranking ufficiale, troviamo
l’Inghilterra che per qualche decimo di punto mantiene il secondo a
scapito della Germania.
Per i tedeschi qualche passo falso di troppo ha Inficiato la
splendida annata 2012-2013 quando la finale fu tutta loro col Bayern Monaco che
riuscì a battere il Borussia Dortmund.
E dietro? Ancora prima delle nazioni a poter schierare solo
tre squadre e non quattro troviamo l’Italia,
il cui andamento nel corso del quinquennio è andato via via calando salvo
qualche sprazzo. A pari punti, ma dietro per aver realizzato un coefficiente
stagionale minore nella stagione più recente (12.833 per noi e 10.333 per
loro), troviamo la Francia. E’
questo il primo cambio rispetto al Ranking Uefa ufficiale dove in quinta
posizione c’è il Portogallo.
L’Italia rischia il sorpasso in questa nostra classifica alternativa? Sì. La
Francia il prossimo anno perderà i punti della fantastica stagione 2019-2010
(21) che tuttavia non andò male nemmeno all’Italia (19.75). Nel corso delle
stagioni successive le due nazioni hanno ottenuto punteggi simili. Insomma
tutto è possibile ed il rischio di finire quinti sarà concreto soprattutto se
il nuovo ricco calcio francese (Paris
Saint-Germain e Monaco) farà il
proprio dovere arrivando quanto più in fondo possibile senza perdere molti
punti nella fase a gironi e la terza squadra (il Lille) non terminerà il girone a zero come accaduto in questa (Marsiglia). Di certo appare molto più
dura che il Portogallo, sesto, possa
scavalcare noi come i transalpini.
E tra le federazioni che potrebbero portare due squadre? Qua
accade di tutto. I cambiamenti ci sono e spesso sono notevoli. Il vantaggio di
poter portare una sola squadra, se realizza un exploit o quantomeno disputa un
paio di Champions dignitose, è molto più importante che portare due o tre
squadre per la gran parte inefficienti e tendenti a sperdersi (leggasi essere
eliminate) tra fasi preliminari e gironi in cui si totalizzano zero punti o
poco più.
E così se la Russia
si conferma settima ecco che all’ottavo posto troviamo a gran sorpresa Cipro. Certo è dura far passare Cipro
come l’ottava potenza europea per valori espressi in Champions League. Ma
d’altra parte quante altre nazioni sono riuscite a portare una squadra ai
quarti negli ultimi cinque anni? Pochi già se ne ricordano ma nel 2011-2012 l’Apoel Nicosia dopo aver superato i
gironi, eliminò il ben più quotato Lione
per poi essere eliminato dal Real Madrid
di Jose Mourinho ai quarti,
totalizzando un coefficiente stagionale di 23.5.
In nona posizione troviamo l’Ucraina che conferma la sua posizione mentre al decimo, grazie ad
un Basilea sempre oltre le aspettative
iniziali, troviamo la Svizzera che migliora la sua tredicesima posizione. Il
calcio turco mantiene l’undicesima posizione così come la Grecia la dodicesima, mentre la Danimarca sale in tredicesima piazza grazie alla stagione 2010-2011
del Copenhagen, capace di arrivare
agli ottavi dopo essere giunti secondi nel girone dietro al Barcellona.
Gli ultimi posti utili ad iscrivere due squadre sono a
sorpresa per la Repubblica Ceca
grazie ad un Viktoria Plzen che
semplicemente qualificandosi spesso ai gironi rende grande la propria nazione e
la Romania che nel suo continuo
sali-scendi nel ranking è nella fase di “sali”.
Chi resta fuori? Rispetto al Ranking Uefa ufficiale resta
neanche troppo clamorosamente fuori l’Olanda.
Ottava nel Ranking e sedicesima in quello della sola Champions, segnale
evidente che le squadre olandesi non riescono più a tenere il passo col calcio
che conta. Stesso discorso può essere fatto per il Belgio, da sempre fratellastro dell’Olanda per prestazioni e
filosofia. Decimo nel Ranking Uefa e addirittura ventunesimo in quello della
Champions, dietro anche ad Israele e
Croazia e alla Bielorussia che col Bate
Borisov mette spesso paura a formazioni ben più blasonate. Il Belgio
ottiene così il peggior sbilancio tra le due classifiche senza se e senza ma.
Giustificabile infine che l’Austria
passi dal quattordicesimo al ventitreesimo posto dato che la qualificazione
alla fase a gironi di Champions è sempre stata un miraggio prima dell’ultima
stagione.
Anche la seconda edizione dei Gallianismi giunge agli
archivi. Non mi resta che darvi appuntamento alla prossima occasione sempre su
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Quando Galliani tirò fuori l’idea del ranking separato di CL, non mi trovai assolutamente d’accordo per una serie di motivi. Prima di tutto, eticamente, perché non mi piacciono i trucchetti coi quali, se non si riesce a ottenere il risultato voluto colle regole in vigore, si cerca di raggiungerlo ugualmente cambiando le norme. In secondo luogo, dal punto di vista più operativo, perché non era chiaro come si dovessero a quel punto decidere le partecipanti all’EL (punto che a Galliani, evidentemente, poco interessava): il “ranking di EL” sarebbe stato il (precedente) ranking UEFA, oppure si sarebbe dovuto procedere a un analogo ricalcolo tenenendo validi solo i risultati ottenuti in EL (e nel qual caso, come si sarebbero pesate le posizioni delle ripescate?). E senza dimenticare che, comunque si fosse deciso d’intervenire, le 3 federazioni che hanno diritto a 4 squadre in EL non potevano più essere la 7ª, l’8ª e la 9ª, ma verosimilmente le prime 3. Inoltre, come hai fatto notare nel pezzo, un “ranking di CL” sarebbe troppo soggetto a repentini sbalzi di posizioni per quelle federazioni che partecipano con una sola squadra, situazione che “estremizza” in positivo e in negativo quanto raccolto dall’unica portabandiera.
RispondiEliminaDetto questo, però, è altrettanto vero che la proposta di Galliani verteva su un particolare all’epoca ame sconosciuto e che, tutto sommato, la rende meno “interessata” di quel appare ad una prima occhiata. Parlo della distinzione sempre più marcata, e quasi definitiva dal 1999/2000, operata dall’UEFA fra aspetto competitivo e partecipativo dei suoi tornei, che a livello di club s’è spinta nel convergere nella CL il primo, lasciando il secondo alla Coppa UEFA e, specialmente ma non unicamente, all’Intertoto. Aspetto partecipativo ora sulle spalle della sola EL, che ha “fagocitato” UEFA e Intertoto. Detta in poche parole, la CL è “l’unico torneo europeo per club”, dove viene eletta la “migliore delle migliori”, l’EL serve solo per far fare esperienza internazionale alle “migliori delle peggiori” contro “le peggiori delle migliori”. In quest’ottica si comprendono sia i massicci ripescaggi da CL all’EL, sia la sproporzione dei premi fra i due tornei; tornando ora al ranking, la proposta di Galliani può essere (anche) letta così: “Perché i posti nell’unico torneo competitivo europeo devono essere assegnati tenendo conto pure dei risultati ottenuti nel torneo partecipativo? D’altronde nel ranking UEFA non è mai entrato quanto ottenuto nell’Intertoto, per cui tanto vale ripetere analoga estromissione anche per l’EL.”.
L’UEFA ha tenuto e tiene duro e il ranking considera e continua a considerare sia CL sia EL, ma temo che ciò sia dovuto essenzialmente per impedire un (eccessivo) disimpegno dei club di prima fascia quanto sono “costretti” a giocare in EL; in pratica, il ranking “completo” serve solo come “deterrente” per evitare che l’EL scada del tutto a livelli d’Intertoto (torneo che pativa un abnorme sequela di rinunce edizione dopo edizione). D’altronde il disiteresse verso l’EL temo sia comunque generalizzato e non solo italiano, altrimenti non si comprenderebbero le varie modifiche apportate in soli 7 stagioni di vita.
A questo punto, per tagliare la testa al toro, sarei favorevole all’ultima idea di Platini della coppa unica europea per club. Attenzione: non come progettata quand’era candidato alla presidenza (ricordo brevemente, integrale eliminazione diretta con tutt’i club che partono dal medesimo turno: come dire, essere campione nazionale o sesto sarebbe stata la stessa identica cosa) ma nella sua recente (presumibile) articolazione (un tabellone principale a 16 gironi da 4, con alcuni club già ammessi direttamente, altri che vi si devono qualificare con un tragitto più o meno lungo, il tutto a seconda del ranking UEFA e della posizione nei tornei nazionali).
Analisi perfetta. Complimenti
EliminaCiao Rado.
RispondiEliminaCredo che la diciture utilizzate dall'Uefa servano come giustificazione alle loro formule (ripescaggio della terza in di CL in EL e a come vengono spartiti i soldi).
Sull'unica coppa europea credo andrebbe bene a tutti gli appassionati ma di sicuro andrebbe a quel punto allargata a 48 o 64 squadre. Ed è proprio qui che Platini ha trovato interlocutori poco propensi dato che vi sarebbero troppe partite in primis che sminuirebbero il valore del prodotto e troppe partite abbastanza scontate o molto meno interessanti di quelle attuali che sminuirebbero il pacchetto venduto ancor di più. Inoltre alle squadre d'elite attuale, ovviamente, la spartizione della torta diritti TV che vedrebbe il doppio delle squadre attuali a mangiare non piace affatto...