In molti ormai sanno che la divisione del montepremi
Uefa fra le squadre partecipanti alla Champions League e all’Europa League
dipende non solo dai premi che ogni squadra accumula vincendo le partite o
superando i turni, ma anche da quello che viene chiamato “Market Pool”.
In pochi sanno però come funziona anche perché, detto fra noi, non è che l’Uefa
ci si metta di impegno per spiegarlo…
In questo articolo tenterò di rendere più chiari i principi di
funzionamento e sottolineare alcune caratteristiche interessanti e spesso
sottovalutate da chi ne parla.
Importante nota preliminare: il montepremi non coincide
con la somma dei diritti tv! I dati sui diritti tv servono solamente per
stabilire la suddivisione percentuale del montepremi.
IL MARKET POOL DIPENDE DALLE NAZIONI QUALIFICATE ALLA FASE
FINALE E DA QUANTO QUESTE NAZIONI PAGANO I DIRITTI TV
Un aspetto ignorato da molti è che la suddivisione del
Market Pool dipende direttamente da quanto le emittenti di ogni stato pagano
per trasmettere le partite. Più le televisioni nazionali pagano, più le squadre
di quella nazione hanno diritto a una fetta maggiore del montepremi.
Prendiamo per esempio la Champions League (il cui Market Pool ha un funzionamento diverso da quello dell’Europa League). A spartirsi il “bottino” sono le 32 squadre che partecipano alla fase a gironi. Queste squadre sono l’espressione di 17 nazioni: le 12 che hanno diritto ad almeno una squadra qualificata direttamente e le 5 provenienti dai preliminari dei “campioni” (le nazioni possono diventare 18 se, come accaduto quest’anno con il Bayern Monaco e come accadrà l’anno prossimo con il Real Madrid, il detentore della coppa si qualifica direttamente alla Champions League nel suo campionato permettendo alla nazione che occupa il 13esimo posto nel ranking di entrare direttamente alla fase a gironi, oppure se la detentrice non appartiene a una delle prime 12 nazioni del ranking e nessun'altra sua connazionale si qualifica alla competizione). Queste nazioni, però, non sono sempre le stesse e questo pur non incidendo sul valore assoluto del montepremi ne varia la percentuale di distribuzione.
Faccio un esempio con numeri totalmente inventati per semplificare e spiegarmi meglio. Ipotizzando pari a 500 milioni la somma dei diritti tv pagati dalle televisioni delle nazioni con almeno una squadra partecipante e che fra queste ci siano la Russia e l’Ucraina le cui televisioni pagano 50 milioni a testa per i diritti, le squadre russe si divideranno fra loro (con un metodo che spiegherò in seguito) il 10% del montepremi e lo stesso faranno le squadre ucraine.
Se l’anno successivo l’Ucraina non presenta squadre in Champions League e al suo posto subentra una squadra della Croazia, la cui tv paga solo 5 milioni per i diritti tv, cambiano ovviamente tutte le proporzioni. Il montepremi non varia, ma il totale dei diritti tv pagati dalle nazioni partecipanti scende a 455 milioni, la Croazia avrà diritto a poco più dell’1% del montepremi (5 diviso 455) e tutte le altre nazioni avranno diritto a una percentuale maggiore rispetto al caso precedente (con la Russia che sale a circa l’11%, 50 diviso 455).
Prendiamo per esempio la Champions League (il cui Market Pool ha un funzionamento diverso da quello dell’Europa League). A spartirsi il “bottino” sono le 32 squadre che partecipano alla fase a gironi. Queste squadre sono l’espressione di 17 nazioni: le 12 che hanno diritto ad almeno una squadra qualificata direttamente e le 5 provenienti dai preliminari dei “campioni” (le nazioni possono diventare 18 se, come accaduto quest’anno con il Bayern Monaco e come accadrà l’anno prossimo con il Real Madrid, il detentore della coppa si qualifica direttamente alla Champions League nel suo campionato permettendo alla nazione che occupa il 13esimo posto nel ranking di entrare direttamente alla fase a gironi, oppure se la detentrice non appartiene a una delle prime 12 nazioni del ranking e nessun'altra sua connazionale si qualifica alla competizione). Queste nazioni, però, non sono sempre le stesse e questo pur non incidendo sul valore assoluto del montepremi ne varia la percentuale di distribuzione.
Faccio un esempio con numeri totalmente inventati per semplificare e spiegarmi meglio. Ipotizzando pari a 500 milioni la somma dei diritti tv pagati dalle televisioni delle nazioni con almeno una squadra partecipante e che fra queste ci siano la Russia e l’Ucraina le cui televisioni pagano 50 milioni a testa per i diritti, le squadre russe si divideranno fra loro (con un metodo che spiegherò in seguito) il 10% del montepremi e lo stesso faranno le squadre ucraine.
Se l’anno successivo l’Ucraina non presenta squadre in Champions League e al suo posto subentra una squadra della Croazia, la cui tv paga solo 5 milioni per i diritti tv, cambiano ovviamente tutte le proporzioni. Il montepremi non varia, ma il totale dei diritti tv pagati dalle nazioni partecipanti scende a 455 milioni, la Croazia avrà diritto a poco più dell’1% del montepremi (5 diviso 455) e tutte le altre nazioni avranno diritto a una percentuale maggiore rispetto al caso precedente (con la Russia che sale a circa l’11%, 50 diviso 455).
Quindi, per quanto riguarda le squadre italiane, il
totale del Market Pool che viene suddiviso aumenta se Sky, Mediaset o altre
televisioni nazionali pagano più cari i diritti per la Champions League oppure
se si qualificano alla fase a gironi nazioni che spendono meno per i diritti
televisivi della competizione.
IL MARKET POOL DIPENDE DALLA POSIZIONE IN CLASSIFICA DEL CAMPIONATO PRECEDENTE
IL MARKET POOL DIPENDE DALLA POSIZIONE IN CLASSIFICA DEL CAMPIONATO PRECEDENTE
Molte volte si sente dire che la qualificazione in
Champions League di una squadra italiana garantisce “tot” milioni. Alcune
volte, chi lo dice sa di cosa sta parlando e al posto di “tot” inserisce il
valore del Market Pool che spetta a chi arriva alla fase a gironi dopo un terzo
posto in campionato. Altre volte invece si buttano lì i classici “40 milioni”
che fanno sempre il loro bell’effetto. In realtà, soprattutto per un paese come
l’Italia le cui televisioni pagano tantissimo i diritti, qualificarsi alla
Champions League da primo, secondo o terzo del campionato fa una bella
differenza… vediamo perché.
Prendiamo come esempio la stagione 2012/13, l’ultima della quale abbiamo già tutti i dati ufficiali: l’Italia ha avuto diritto a 81.072.000 euro di quota Market Pool. Metà della quota Market Pool viene divisa esclusivamente in base alla posizione delle squadre nel campionato precedente. Per chi porta tre squadre, la divisione è la seguente: 50% alla vincitrice del campionato, 35% alla seconda classificata, 15% alla terza classificata. In caso di mancato superamento da parte della terza dei playoff di qualificazione alla fase a gironi, le percentuali cambiano in 55-45-0.
Quindi di quegli 81,072 milioni, se l’Udinese avesse passato il turno preliminare, 40,536 milioni sarebbero stati divisi in questa maniera:
20,268 alla Juventus, prima classificata
14,188 al Milan, secondo classificato
6,080 all’Udinese, terza classificata e capace di superare i playoff (siccome non ci è riuscita, alla Juventus sono andati 22,295 milioni, al Milan 18,241 milioni, all’Udinese 0 milioni).
Come vedete per l’Italia, con i dati del 2012/13, c’è una differenza di ben 14 milioni a favore di chi vince il campionato rispetto a chi partecipa partendo da un terzo posto.
Prendiamo come esempio la stagione 2012/13, l’ultima della quale abbiamo già tutti i dati ufficiali: l’Italia ha avuto diritto a 81.072.000 euro di quota Market Pool. Metà della quota Market Pool viene divisa esclusivamente in base alla posizione delle squadre nel campionato precedente. Per chi porta tre squadre, la divisione è la seguente: 50% alla vincitrice del campionato, 35% alla seconda classificata, 15% alla terza classificata. In caso di mancato superamento da parte della terza dei playoff di qualificazione alla fase a gironi, le percentuali cambiano in 55-45-0.
Quindi di quegli 81,072 milioni, se l’Udinese avesse passato il turno preliminare, 40,536 milioni sarebbero stati divisi in questa maniera:
20,268 alla Juventus, prima classificata
14,188 al Milan, secondo classificato
6,080 all’Udinese, terza classificata e capace di superare i playoff (siccome non ci è riuscita, alla Juventus sono andati 22,295 milioni, al Milan 18,241 milioni, all’Udinese 0 milioni).
Come vedete per l’Italia, con i dati del 2012/13, c’è una differenza di ben 14 milioni a favore di chi vince il campionato rispetto a chi partecipa partendo da un terzo posto.
Prima di capire come sono stati suddivisi gli altri 40,536 milioni e calcolare quanto davvero garantisce a ogni squadra italiana l’ingresso alla Champions League, vi segnalo brevemente le suddivisioni in caso di nazioni che hanno diritto a far partecipare 4, 2 o 1 squadra.
Con 4 squadre la suddivisione percentuale è 40-30-20-10. Se la quarta non supera i playoff “piazzati” le percentuali diventano 45-35-20.
Con 2 squadre la suddivisione percentuale è 65-35. Se la seconda non supera i playoff “piazzati” la prima incassa ovviamente l’intero Market Pool nazionale, così come nel caso delle nazioni che qualificano una sola squadra dal tabellone dei “campioni”.
Un caso particolare si verifica quando fra le qualificate
di una nazione c’è la detentrice del trofeo, perché questa ha diritto di
incassare dal Market Pool la stessa cifra della squadra campione connazionale.
Nella stagione 2012/13, con il Chelsea campione d’Europa ma non campione
d’Inghilterra, la suddivisione di questa fetta di Market Pool per le squadre
inglesi è stata 30(Chelsea)-30-25-15. Verosimilmente accadrà lo stesso l’anno
prossimo con le spagnole: Real Madrid e Atletico Madrid avranno il 30%, il
Barcellona il 25% e l’Athletic Bilbao il 15%. Non ne ho la certezza perché è possibile che il Real venga ulteriormente premiato per essere arrivato terzo (mentre il Chelsea era arrivato fuori dalle prime quattro), così come è possibile un extrapremio al Bayern Monaco per la doppietta campionato/Champions del 2013.
L’ALTRA METÀ DEL MARKET POOL CHAMPIONS LEAGUE DIPENDE DAL
NUMERO DI PARTITE DISPUTATE
Sempre rimanendo sull’esempio del montepremi 2012/13, i restanti 40,536 milioni vengono divisi semplicemente rispetto al numero di partite disputate da ogni squadra, dalla fase a gironi compresa fino alla finale. Ci sono quindi due modi con i quali una squadra può vedere aumentare questa parte di premio: andare avanti nella competizione o sperare che le connazionali escano di scena il prima possibile.
Gli esempi per l’Italia in questo caso sono intuitivi:
L’ipotesi migliore per una squadra italiana, in caso di qualificazione di tutte e tre alla fase a gironi, è arrivare in finale (disputando 13 partite) e che le altre due vengano eliminate ai gironi (6 partite a testa). La finalista avrebbe in questo caso diritto al 52% (13 diviso le 25 partite disputate in totale dalle squadre italiana) dei 40,536 milioni, ovvero 21,079 milioni. Le altre due si spartirebbero a metà il restante 48% incassando 10,539 milioni a testa.
Sempre rimanendo sull’esempio del montepremi 2012/13, i restanti 40,536 milioni vengono divisi semplicemente rispetto al numero di partite disputate da ogni squadra, dalla fase a gironi compresa fino alla finale. Ci sono quindi due modi con i quali una squadra può vedere aumentare questa parte di premio: andare avanti nella competizione o sperare che le connazionali escano di scena il prima possibile.
Gli esempi per l’Italia in questo caso sono intuitivi:
L’ipotesi migliore per una squadra italiana, in caso di qualificazione di tutte e tre alla fase a gironi, è arrivare in finale (disputando 13 partite) e che le altre due vengano eliminate ai gironi (6 partite a testa). La finalista avrebbe in questo caso diritto al 52% (13 diviso le 25 partite disputate in totale dalle squadre italiana) dei 40,536 milioni, ovvero 21,079 milioni. Le altre due si spartirebbero a metà il restante 48% incassando 10,539 milioni a testa.
Se tutte e tre venissero invece eliminate nello stesso
turno, indipendentemente da quale sia, i 40,536 verrebbero divisi in parti
uguali, ovvero 13,512 milioni.
L’ipotesi peggiore per una squadra è uscire dalla fase a gironi e vedere entrambe le connazionali arrivare fino alla finale. In questo caso, con due squadre che fanno 13 partite e una che ne fa 6, il totale delle partite giocate dalle italiane sarebbe 32, alle finaliste spetterebbero 16,468 milioni a testa, all’eliminata 7,6 milioni.
Aggiungendo questi 7,6 milioni alle cifre calcolate in precedenza si può quindi concludere che, date le nazioni qualificate alla fase a gironi di Champions League nella stagione 2012/13 e supponendo la qualificazione ai gruppi dell’Udinese, la Juventus aveva in partenza la certezza di incassare dal Market Pool almeno 27,868 milioni, il Napoli almeno 21,788 milioni, l’Udinese qualificandosi almeno 13,680 milioni. Oltre a queste cifre, la qualificazione alla fase a gironi garantisce 8,6 milione di premio indipendente dal Market Pool. Quindi la cifra minima garantita per ogni squadra al termine del campionato 2011/12 era 36,468 milioni per la prima classificata, 30,388 milioni per la seconda classificata e 22,280 milioni per la terza (condizionati al superamento del playoff).
Si può quindi concludere, sempre ricordando che il montepremi varia di anno in anno per i motivi elencati in precedenza, che non qualificarsi alla Champions League porta a un mancato introito minimo di circa 20 milioni e che la differenza fra qualificarsi come prima, seconda o terza per le squadre italiane non è affatto trascurabile.
L’ipotesi peggiore per una squadra è uscire dalla fase a gironi e vedere entrambe le connazionali arrivare fino alla finale. In questo caso, con due squadre che fanno 13 partite e una che ne fa 6, il totale delle partite giocate dalle italiane sarebbe 32, alle finaliste spetterebbero 16,468 milioni a testa, all’eliminata 7,6 milioni.
Aggiungendo questi 7,6 milioni alle cifre calcolate in precedenza si può quindi concludere che, date le nazioni qualificate alla fase a gironi di Champions League nella stagione 2012/13 e supponendo la qualificazione ai gruppi dell’Udinese, la Juventus aveva in partenza la certezza di incassare dal Market Pool almeno 27,868 milioni, il Napoli almeno 21,788 milioni, l’Udinese qualificandosi almeno 13,680 milioni. Oltre a queste cifre, la qualificazione alla fase a gironi garantisce 8,6 milione di premio indipendente dal Market Pool. Quindi la cifra minima garantita per ogni squadra al termine del campionato 2011/12 era 36,468 milioni per la prima classificata, 30,388 milioni per la seconda classificata e 22,280 milioni per la terza (condizionati al superamento del playoff).
Si può quindi concludere, sempre ricordando che il montepremi varia di anno in anno per i motivi elencati in precedenza, che non qualificarsi alla Champions League porta a un mancato introito minimo di circa 20 milioni e che la differenza fra qualificarsi come prima, seconda o terza per le squadre italiane non è affatto trascurabile.
MARKET POOL EUROPA LEAGUE: PIU' COMPLICAZIONI E MENO SOLDI
L’Europa League segue in parte gli stessi meccanismi, ma se ne differenzia per molti aspetti. Innanzitutto per questa competizione l’Uefa mette in palio un montepremi minore. Inoltre le squadre che partecipano alla fase a gruppi sono 48 e non 32. Quindi potete immaginare che le probabilità che più nazioni portino almeno una squadra nella fase a gironi aumentano e di conseguenza le “fette percentuali” spettanti a ogni nazione hanno alte possibilità di assottigliarsi.
Se permane la scelta di dividere il Market Pool nazionale in due metà di cui una destinata a tutte le qualificate alla fase a gironi, troviamo delle differenze rispetto alla Champions League sia nella suddivisione percentuale fra le varie squadre sia nella suddivisione della seconda metà del montepremi che si basa su principi totalmente diversi.
L’Europa League segue in parte gli stessi meccanismi, ma se ne differenzia per molti aspetti. Innanzitutto per questa competizione l’Uefa mette in palio un montepremi minore. Inoltre le squadre che partecipano alla fase a gruppi sono 48 e non 32. Quindi potete immaginare che le probabilità che più nazioni portino almeno una squadra nella fase a gironi aumentano e di conseguenza le “fette percentuali” spettanti a ogni nazione hanno alte possibilità di assottigliarsi.
Se permane la scelta di dividere il Market Pool nazionale in due metà di cui una destinata a tutte le qualificate alla fase a gironi, troviamo delle differenze rispetto alla Champions League sia nella suddivisione percentuale fra le varie squadre sia nella suddivisione della seconda metà del montepremi che si basa su principi totalmente diversi.
La suddivisione per squadre non dipende dalla posizione
in classifica in campionato. Ogni squadra ha infatti diritto alla stessa
percentuale sul totale del Market Pool nazionale. L’unica eccezione è data
dalla vincitrice della coppa nazionale che, se è fra le partecipanti, ha
diritto a una percentuale maggiore secondo questa suddivisione percentuale (in caso di assenza forse lo stesso diritto passa alla finalista di coppa nazionale qualificata all'Europa League, ma anche in questo caso non posso esprimermi con certezza per mancanza di conferme):
40-20-20-20 se la sua nazione porta alla fase a gironi in tutto 4 squadre,
50-25-25 se porta 3 squadre, 65-35 per 2 squadre. Lo stesso vantaggio
ottiene la vincente dell’Europa League dell’anno precedente, ma non ho trovato
dati certi su come varierebbe la suddivisione in caso di contemporanea presenza
della vincitrice della coppa nazionale e dell’Europa League nel gruppo di
partecipanti di una stessa nazione. Una recente simulazione elaborata da Rado
Il Figo per Tifoso Bilanciato suppone che in questo caso una sola
squadra avrebbe diritto a una percentuale maggiore, con la vincitrice
dell’Europa League che sarebbe privilegiata rispetto alla vincitrice della
coppa nazionale.
Da ciò si deduce che una squadra italiana ha diritto a una cifra maggiore se le sue connazionali vengono eliminate nei preliminari e se si qualificano alla fase a gironi meno nazioni o nazioni che spendono poco nei diritti televisivi nazionali.
Da ciò si deduce che una squadra italiana ha diritto a una cifra maggiore se le sue connazionali vengono eliminate nei preliminari e se si qualificano alla fase a gironi meno nazioni o nazioni che spendono poco nei diritti televisivi nazionali.
La suddivisione della seconda parte del Market Pool non
dipende dal numero di partite disputate dalle squadre, a differenza della
Champions League. Per l’Europa League, il montepremi rimanente viene diviso per
turno secondo questa suddivisione (elaborata da Luca Marotta per Tifoso
Bilanciato):
“- Il 20% del Market Pool complessivo è ripartito tra le
varie nazioni in proporzione al mercato televisivo e tra le squadre di ogni
paese in modo uguale.
- Il 10% del Market Pool complessivo è ripartito tra le
varie nazioni presenti nei sedicesimi (“round of 32”)in proporzione al mercato
televisivo, e tra le squadre qualificate delle singole nazioni suddette in modo
paritario tra di loro.
- L’8% del Market Pool complessivo è ripartito tra le
varie nazioni presenti agli ottavi (“round of 16”) in proporzione al mercato televisivo
e tra le squadre qualificate delle nazioni suddette in modo paritario tra di
loro.
- Il 6% del Market Pool complessivo è ripartito tra le
varie nazioni presenti nei quarti (“round of 8”) in proporzione al mercato
televisivo e tra le squadre qualificate delle nazioni suddette in modo
paritario tra di loro.
- Il 4% del Market Pool complessivo è ripartito tra le
varie nazioni presenti nelle semifinali in proporzione al mercato televisivo e
tra le squadre qualificate delle nazioni suddette in modo paritario tra di
loro.
- Il 2% del Market Pool complessivo è ripartito tra le
varie nazioni presenti nella finale in proporzione al mercato televisivo e tra
le squadre finaliste delle nazioni presenti alla finale in modo paritario tra
di loro, nel caso in cui ci fosse una finale tra due club della stessa nazione”
In poche parole, stabilito per esempio a 100 milioni il montepremi totale, 50 milioni vanno divisi fra le squadre partecipanti alla fase a gironi come ho descritto in precedenza (privilegiando quindi le vincitrici di coppa all’interno di ogni nazione), 20 milioni vanno divisi ancora fra le squadre partecipanti alla fase a gironi ma in parti uguali per ogni squadra della stessa nazione, 10 milioni vanno divisi fra le partecipanti ai sedicesimi, 8 milioni fra le partecipanti agli ottavi, 6 milioni fra le partecipanti ai quarti, 4 milioni fra le partecipanti alle semifinali, 2 milioni fra le partecipanti alla finale.
All’interno di ogni turno, le suddivisioni seguono in primo luogo la regola della ripartizione per nazione in proporzione ai diritti televisivi. Una volta stabilita la cifra spettante per ogni nazione, si divide questa cifra per ognuna delle squadre secondo i criteri descritti in precedenza.
In poche parole, stabilito per esempio a 100 milioni il montepremi totale, 50 milioni vanno divisi fra le squadre partecipanti alla fase a gironi come ho descritto in precedenza (privilegiando quindi le vincitrici di coppa all’interno di ogni nazione), 20 milioni vanno divisi ancora fra le squadre partecipanti alla fase a gironi ma in parti uguali per ogni squadra della stessa nazione, 10 milioni vanno divisi fra le partecipanti ai sedicesimi, 8 milioni fra le partecipanti agli ottavi, 6 milioni fra le partecipanti ai quarti, 4 milioni fra le partecipanti alle semifinali, 2 milioni fra le partecipanti alla finale.
All’interno di ogni turno, le suddivisioni seguono in primo luogo la regola della ripartizione per nazione in proporzione ai diritti televisivi. Una volta stabilita la cifra spettante per ogni nazione, si divide questa cifra per ognuna delle squadre secondo i criteri descritti in precedenza.
Un meccanismo sicuramente più complicato della Champions League e che rende difficilissimo stimare in anticipo quanto può fruttare a ogni squadra il Market Pool turno per turno. Basti pensare a quanto può essere vantaggioso incassare l’intera quota spettante alla propria nazione invece che dividerla con altre connazionali (esempio con i dati precedenti: si qualificano alle semifinali tre italiane e una francese, l’Italia ha diritto al 60% del montepremi di 4 milioni, ovvero 2,4 milioni, la Francia al restante 40%, ovvero 1,6 milioni. L’unica francese incassa gli interi 1,6 milioni spettanti alla Francia, le tre italiane si dividono la cifra spettante all’Italia portando a casa solo 800 mila euro a testa) e a quanto varierebbero le percentuali per nazioni se al posto di nazioni ricche come Spagna, Germania o Inghilterra si qualificassero per gli ultimi turni alcune nazioni che spendono meno per i diritti tv.
In ogni caso va tenuto conto che il ricavato del Market Pool Europa League è sempre di molto inferiore al suo corrispettivo legato alla Champions League. Per darvi un’idea, dando un’occhiata ai dati reali degli anni passati si può ipotizzare che le partecipanti italiane al primo turno di Europa League si spartiscano un totale di poco più di 10 milioni (un buon bottino per una squadra che si presenta da sola, ma molto poco rispetto alla Champions League se le qualificate italiane ai gironi sono tre o quattro…), mentre per gli altri turni a eliminazione diretta il montepremi nazionale da spartirsi fra le superstiti può variare indicativamente fra uno e tre milioni per turno, con un valore inferiore ai due milioni nella maggior parte dei casi possibili.
Segui su Facebook gli aggiornamenti di "Calcio e Altri Elementi": https://www.facebook.com/calcioealtrielementi2
Segui su Twitter gli aggiornamenti di "Calcio e Altri Elementi":https://twitter.com/Calcioealtri
Nessun commento:
Posta un commento