Quinto appuntamento con la storia del ranking a cura di Antonio
Bomba.
Gli anni novanta come anticipato nella scorsa
edizione, sono stati un decennio foriero di cambiamenti, novità e rivoluzioni
per quel che riguarda l’Europa ed il suo calcio. Vecchi stati scompaiono e
nuovi ne nascono. Il calcio perde la facciata di gioco puro ed inizia a
reclamare senza mezzi termini la propria voglia di fare quanti più soldi
possibili. Le coppe per tutti questi motivi subiranno molte trasformazioni che
varieranno anche il numero di qualificate per nazione di ogni edizione rispetto
a quelle originariamente previste dai ranking dei primi anni ‘90 (nelle tabelle
fino al 1996/97 utilizzeremo i colori relativi al numero di squadre che hanno
poi effettivamente disputato la Coppa Uefa di due anni dopo per meriti dovuti
in qualche modo alla posizione del ranking: rispettivamente 4, 3 e 2 a seconda
del colore. Verranno quindi escluse dal computo: l’eventuale posto in più a
disposizione delle detentrici, quello dato alle tre nazioni vincitrici della
classifica fair play che dal 1994-95 qualificheranno una squadra in più
per la Coppa Uefa dell’anno successivo, le qualificate tramite Coppa
Intertoto dal 1995 in poi e le retrocesse in Uefa a seguito di sconfitte
nei preliminari di Champions League. Dal 1997/98 ci sarà un notevole
cambiamento che spiegheremo all’interno di questo articolo nella sezione
dedicata al 1999/2000, primo anno che subirà l’impatto di queste variazioni).
Con la dovuta pazienza di anno in anno andremo quindi ad analizzare quanto
accaduto in campo politico regolamentare prima e sul campo poi. Il tutto senza
tralasciare l’unico vero protagonista di questa lunga storia: il ranking Uefa.
1990-91
1990-91
Termina l’embargo Uefa ai danni dell’Inghilterra e
subito il Manchester United porta a casa la Coppa delle Coppe, la
seconda in carriera per Alex Ferguson, ancora lontano dal diventare baronetto.
L’Italia riconquista comunque il primo posto nel ranking grazie ad una
finale Uefa tutta italiana in cui l’Inter batte la Roma ed alla Juve che
conclude in semifinale il proprio cammino in Coppa Coppe. In Coppa Campioni per
il Milan è la famosa sera delle luci di Marsiglia. Un errore, quello di
ritirare la squadra con la scusa dei riflettori spenti prima che a prendere la
decisione di sospendere la partita fosse l’arbitro, che costerà al Milan la
squalifica di un anno dalle coppe. E per una coppa Europea vinta dalla Stella
Rossa Belgrado, fa eco una Danimarca che entra nella top15.
Iniziano le rivoluzioni in termini di coppe, nazioni
iscritte e relative squadre partecipanti. La cartina geo-politica dell’Europa
cambia e con essa la formula dei tornei e la storia del ranking. L’Uefa per
inserire le nuove federazioni che mano a mano andranno ad iscriversi, adotterà
di volta in volta un criterio differente, facendo dell’eccezione l’unica regola
e dando sempre l’idea di agire in base al peso politico, e a volte sportivo,
della federazione di turno. Iniziamo quindi dalle due Germanie che,
riunite anche calcisticamente, vedono per questa ultima stagione la
partecipazione di squadre dell’Ovest come dell’Est. In futuro il ranking della
Repubblica Democratica Tedesca verrà annullato e la Germania riunita proseguirà
la sua storia ereditando i soli punti conquistati dalla Germania Ovest. Questo
tuttavia è anche l’ultimo anno di Coppa Campioni prima di cambiare
denominazione e diventare Champions League. Partecipano sempre e comunque solo
le vincitrici dei vari campionati (e ovviamente l’eventuale detentrice) ma giunte ai quarti di finale, le squadre
vengono divise in due gironi di quattro squadre. Con partite di andata e
ritorno e classifica finale (ancora stilata sui due punti a vittoria ed uno per
il pareggio) le vincenti dei due gironi vengono promosse direttamente in finale
e prendono tre punti bonus come avessero passato quarti e semifinali, mentre le
altre sei squadre eliminate nei gironi ricevono due punti e quindi considerate
tutte semifinaliste. La Sampdoria dell’appena scomparso Vujadin Boskov
giunge in finale ma a pochi minuti dalla fine dei supplementari una punizione
di Ronald Koeman condanna la Sampdoria alla sconfitta. La Samp perde così per
la seconda volta una finale di coppa per mano del Barcellona, e Boskov
perde la sua seconda finale di Coppa Campioni. L’Italia detta legge in lungo e
in largo e col Genoa si toglie il gusto di eliminare il Liverpool in una Coppa
Uefa in cui l’Ajax dell’emergente Louis Van Gaal befferà il Torino di
Emiliano Mondonico solo grazie alla regola dei gol in trasferta. L’Inghilterra
in soli due anni raggiunge la tredicesima posizione.
L’Unione Sovietica si dissolve ed ogni stato membro
da vita ad un proprio campionato (dalla tabella di quest’anno inseriamo gli
stati ormai dissolti, e che nel ranking avrebbero occupato una posizione nella
top 15 grazie ai risultati maturati negli anni precedenti, in fondo alla
classifica come puro dato statistico). Mano a mano col passare degli anni la
gran parte delle federazioni, comprese diverse che per geografia avrebbero
dovuto affiliarsi alla AFC asiatica, finiranno con l’iscriversi all’Uefa.
Questa accetta inoltre l’iscrizione di nuove federazioni quali Liechtenstein
e le Isole Far Oer. La prima, avendo solo la coppa nazionale e non
un campionato, ancora oggi ha diritto a una sola squadra nell’Europa League
(precedentemente nella Coppa delle Coppe) come è stato in passato per il
Galles, ed è quindi esclusa dalla suddivisione del numero di squadre
iscrivibili alla Coppa Uefa data dal ranking. Anche Israele entra a far
parte del calcio europeo per club. In Jugoslavia la guerra civile ha
portato e continuerà a portare al dissolvimento dello stato e quel che resta
della federazione jugoslava (ovvero la Serbia-Montenegro) viene esclusa
dalle coppe e dai ranking quando l’Uefa recepisce le sanzioni ONU inferte al
paese. La politica appare quindi prevalere nettamente sullo sport quando l’Uefa
decide di assegnare il posto lasciato libero in Coppa UEFA dalla Germania
Est (che ha cessato di esistere, ricordiamolo) alla Slovenia, da
poco indipendente. Alla stessa maniera, cioè politicamente ma con un minimo di
logica maggiore, vengono così ripartiti
i tre posti lasciati vacanti dall’Unione Sovietica (ottava nel ranking
’90-’91): due vengono assegnati alla Russia, uno all’Ucraina,
zero alle altre federazioni nel frattempo iscrittesi. In linea di massima in
questa stagione, come nelle prossime, ogni nuovo stato che desidera partecipare
alle coppe europee vedrà partire il proprio ranking da zero. Eccezione a questa
regola è la Russia che vede ricalcolato il proprio coefficiente
quinquennale sulla base delle sole squadre russe precedentemente iscritte in
nome e per conto dell’Urss. Questa scelta a fine stagione porterà
immediatamente la Russia al sesto posto della classifica quinquennale (al netto
delle squadre degli altri stati sovietici, la Russia ottiene un coefficiente
maggiore di quello che aveva maturato l’Urss). Sul piano prettamente sportivo è
l’ennesimo anno di dominio italiano. La Juventus conquista la Coppa
Uefa, il Parma si aggiudica il suo primo trofeo internazionale
sconfiggendo in coppa Coppe l’Anversa, mentre il Milan perde solo una partita
nell’arco dell’intera stagione europea, per uno a zero e contro la loro bestia
nera, l’Olympique Marsiglia. Peccato solo fosse la finale della neaonata
Champions League. La Turchia si fa largo nel calcio che conta per
non abbandonarlo più, piazzandosi tredicesima nel ranking.
La Cecoslovacchia cessa di esistere tramite
referendum popolare e nascono la Repubblica Ceca e la Slovacchia.
Tuttavia le squadre di queste due nazioni partecipano alle coppe sulla base
dell’ultimo campionato cecoslovacco disputato, vale a dire quello dell’anno
precedente. Mentre la parte
serbo-montenegrina della Jugoslavia rimane ancora esclusa, entra a far parte
del ranking la Croazia. Quando la logica politica prevale su ogni
principio. Ad ogni modo i due posti che sarebbero spettati alla federazione
balcanica da ranking ’91-92 vengono assegnati di ufficio uno alla Slovenia
e l’altro all’Ucraina. Mentre il Galles non ha ancora la chance di
iscrivere una squadra alla coppa Uefa nonostante l’anno precedente abbia
inaugurato il proprio campionato nazionale. L’Uefa decise in questo caso di
considerare tassativamente il ranking 1987-1992, da cui il Galles era
formalmente escluso avendo la sola coppa nazionale. Sul piano del ranking va
segnalata, con la reintroduzione delle semifinali in Champions (solo in questa edizione
in gara unica da disputarsi in casa della vincente del girone), una
distribuzione classica dei punti bonus dai quarti di finale in poi, a cui va
aggiungersi un punto extra assegnato a chi raggiunge la fase a gironi. L’Italia
continua il proprio dominio europeo. Il Milan porta a casa la Champions
League annichilendo il Barcellona in finale. Il Parma in coppa Coppe si ferma
in finale, stoppato dall’Arsenal, mentre l’Inter porta a casa
un’insperata coppa Uefa dopo una stagione quanto mai tribolata. La Francia ci
segue staccatatissima, precedendo Germania, Belgio e Spagna. E a suon di Coppa
Coppe vinte l’Inghilterra agguanta l’ottavo posto.
Sul piano squisitamente matematico-regolamentare assistiamo
ad una prima rivoluzione delle coppe per come erano state concepite e
conosciute sino ad ora. La Champions League viene ristretta alle 24
squadre campioni che occupano le prime 24 posizioni del coefficiente Uefa per club (sempre che il
ventiquattresimo posto non debba essere riservato alla vincitrice del trofeo). I gironi partono un turno prima, cioè dagli ottavi, dando a ben sedici squadre
un punto bonus. Le vincitrici dei campionati escluse dalla fu Coppa Campioni
vengono dirottate tutte in Coppa Uefa. Questa perde così la “legge”
delle sessantaquattro squadre massime. Per cui un posto viene concesso anche
alle nazioni che occupano la posizione fra il trentatreesimo e il
trentaseiesimo posto nel ranking. Termina anche il martirio della ventunesima
nazione, che da quest’anno potrà finalmente iscrivere alla Coppa Uefa sempre
due squadre indipendentemente dal fatto che la vincitrice dell’Uefa partecipi o
no alla competizione. Inoltre Repubblica Ceca e Slovacchia si
spartiscono equamente i posti riservati alla ex Cecoslovacchia. Anche
quest’anno vi è un fiorire di nuovi stati iscritti. Il calcio giocato regala
l’ennesimo anno di dominanza italiana. L’Uefa è un affare tutto italiano con il
Parma che in finale regola la Juventus. Il Milan perde la finale
Champions contro un agguerrito Ajax formato per la gran parte dal suo
stesso vivaio promosso in prima squadra. Nessuno riesce a tenere il nostro
passo.
Nuovo cambiamento per la Champions League: da questa stagione le 24 squadre partecipanti sono le vincitrici dei campionati delle prime 24 nazioni del ranking (o le prime 23 più la detentrice, se non già qualificata tramite il campionato). L’Uefa fa sua la Coppa Intertoto che da questa stagione
(nel suo caso 1995 dato che si gioca nella sola estate) servirà a qualificare
alcune squadre extra alla coppa Uefa. Ne hanno così accesso le prime 28 nazioni
del ranking. Nel corso del tempo tra rinunce degli aventi diritto e modifiche
varie, la Coppa Intertoto subirà non pochi cambiamenti, venendo definitivamente
soppressa dopo l’edizione 2008, quando gran parte dell’interesse popolare verso
questa competizione era svanito da anni. Ad ogni modo i ranking iniziano a
servire anche per decidere teste di serie griglia di partenza nelle varie
coppe, dai preliminari ai turni successivi, sino ai quarti, in cui ancora oggi
vale il principio “tutti contro tutti”. Inoltre, sempre per stabilire le teste
di serie ed i turni da cui partire, inizia ad essere applicato il ranking più
recente. Infine fa la sua comparsa, sempre per i sorteggi, l’utilizzo del
ranking europeo dei club. L’utilizzo di un criterio o di un altro varierà non
solo di anno in anno ma anche da coppa a coppa. Torna a partecipare alle coppe
la Jugoslavia, ovvero la Serbia-Montenegro. Ciò che applica
l’Uefa ha quasi dell’incredibile. Le due squadre spettanti di diritto alla ex
Jugoslavia coi punti accumulati nel ranking prima del bando dalle coppe in Uefa
sono assegnati rispettivamente ad una squadra ceca e ad una slovacca, che in
quel momento sprovviste di ranking avrebbero dovuto rinunciare alla coppa. La
Serbia-Montenegro viene così riammessa d’ufficio all’ultimo posto
indipendentemente dai punti realizzati dalla Jugoslavia prima dell’embargo.
L’Uefa si adatta ai maggiori campionati europei, ed assegna tre punti a
vittoria nei gironi. Nei ranking invece una vittoria continuerà a valerne due.
L’Italia resta prima nella classifica quinquennale ma nei coefficienti della
stagione è terza. Meglio di lei hanno fatto Spagna ed Olanda.
Portiamo comunque a casa la Champions con la Juve. Ultima fiammata a
livello internazionale per l’Austria che con il Rapid Vienna perde la
finale di coppa Coppe.
L’Uefa taglia la testa al toro e stabilisce che ogni
nazione classificata nel ranking (1991-1995) così come le nuove iscritte
possano tutte portare almeno una squadra in Coppa Uefa. Ciò comporta la
perdita del privilegio da parte delle nazioni iscritte dal nono posto in poi di
poter iscrivere una squadra supplementare nei casi di defezione. La novità più
squisita ed importante riguarda tuttavia la Champions League. Per la
prima volta perde la propria originalità e lascia campo anche a chi non vince
il proprio campionato nazionale. E’ l’inizio della formula attuale. Le squadre
ai primi otto posti del ranking quinquennale precedente (1991-1996, non
1991-1995 si badi bene) possono infatti iscrivere nella massima competizione
europea anche la seconda classificata in campionato. Per pareggiare questo
privilegio concesso alle nazioni Top, l’Uefa riammette in Champions tutte le
vincitrici dei propri campionati, comprese quelle oltre il ventiquattresimo
posto nel ranking. Per la prima volta l’Uefa decide anche che in caso di parità
di punti, verrà considerato più avanti in classifica il paese col più alto punteggio
nell’ultimo anno del quinquennio. E così la Turchia si aggiudica
l’ottavo posto a discapito della Grecia. Il ranking vede sempre l’Italia prima,
grazie ad una Juve che in Champions ripete l’amaro cammino del Milan ’92-93
andando a perdere la sola finale, mentre l’Inter di Roy Hodgson viene sconfitta
in finale di copa Uefa dallo Schalke 04. Dal nulla spunta una squadra che per
qualche anno sarà una presenza fissa in Champions League: il Rosenborg.
Grazie soprattutto alle sue prestazioni la Norvegia raggiunge il
quindicesimo posto.
Ancora Italia, nella stagione come nell’arco del
quinquennio. La Juve riesce a perdere la seconda finale Champions di fila,
questa volta per mano del Real Madrid, il Vicenza raggiunge
addirittura la semifinale di Coppa Coppe, mentre la prima finale di Coppa Uefa
disputata in gara unica è un affare tutto italiano che l’Inter porta a
casa regolando la Lazio con un secco 3-0. Dopo qualche anno dietro a Francia e
Spagna torna sul secondo gradino del podio la Germania, mentre la Repubblica
Ceca da poco nata è già nona, precedendo la sempre più sorprendente
Norvegia. Nel frattempo una delle protagoniste storiche del ranking sprofonda
in basso. Stiamo parlando del Belgio che non ritroverà mai più lo
splendore mostrato negli anni settanta e ottanta. Stessa cosa per la Svezia.
Per i cambiamenti nella suddivisione delle squadre nelle varie coppe, vedere la
spiegazione all’interno della stagione 1999/2000.
L’entrata in scena della Bosnia vede il ripetersi di
una scelta politica prima ancora che sportiva. Assente da ogni ranking, verrà
permesso alla neonata federazione di iscrivere le prime due classificate nel
proprio campionato alla Coppa Uefa. L’Italia ribadisce la propria supremazia
conquistando con la Lazio l’ultima Coppa Coppe della storia e col Parma
la Coppa Uefa. In Champions League il Manchester United ribalta a
tempo scaduto una partita che era già stata data per persa e riporta la coppa
più importante in Inghilterra. La Croazia fa incredibilmente capolino
nella top 15 piazzandosi tredicesima.
Rivoluzione totale nelle coppe. Per quel che
riguarda il ranking da questa stagione i punti conseguiti nei turni preliminari
vengono dimezzati. L’effetto di questo provvedimento è retroattivo. La Coppa
Coppe è abolita, restano solo Champions League e Coppa Uefa.
Come conseguenza ognuna di queste competizioni vede allargarsi a dismisura il
numero delle partecipanti di ogni nazione ad ognuna delle due coppe in base ad
un criterio così stabilito, sempre utilizzando il ranking di due anni prima che
solo una tabella può riassumere adeguatamente.
Ovviamente un posto in Coppa Uefa viene riservato alle
squadre che fino all'anno precedente si sarebbero qualificate alla Coppa delle Coppe, a meno che queste non
abbiano conseguito il diritto di iscriversi alla Champions, venendo così
rimpiazzate dalla prima squadra iscrivibile nel proprio campionato e sino a
quel momento fuori dalle coppe. Tutti questi cambiamenti non fanno bene
all’Italia che perde la propria leadership quinquennale a vantaggio della Spagna.
La finale di Champions è un affare tutto loro con il Real Madrid che
sconfigge la sorpresa Valencia, formazione che in semifinale aveva rispedito in
Catalogna il Barcellona. La prima Uefa rinnovata vede invece il primo e fino ad
ora unico trionfo turco in Europa col Galatasaray che ai rigori
sconfigge l’Arsenal.
Per questa edizione è tutto. L’appuntamento è alla prossima
quando il decennio 2001-2010 verrà esaminato a dovere.
Email
Antonio Bomba: abomb@hotmail.itFacebook Antonio Bomba: www.facebook.com/antonio.bomba.3
Sbaglio, o manca la classifica 1990-1991?
RispondiEliminaSi era persa per strada... inserita, grazie!
EliminaAngolino ricordi:
RispondiElimina- il Rosenborg del "non abbiamo rimasto altro" (cit.)! Veramente divenne una presenza fissa assolutamente a sorpresa della CL per un decennio (cosa che gli consentì pure di centrare 10 scudetti norvegesi di fila). Se penso, poi, che nelle ultime stagioni solo per centrare l'EL ha dovuto ricorrere al fair play...
Angolino precisazioni (giusto per non perdere l'abitudine :-):
RispondiEliminaLa Champions League viene ristretta alle 24 squadre campioni nelle prime 24 nazioni del ranking
La regola qui sopra entrò in vigore solo nel 1995/96; nel 1994/95 le 24 squadre furono scelte in base al proprio coefficiente di squadra (ovvero, non i campioni delle prime 24 federazioni, ma i primi 24 campioni nazionali per coeff.club)
Repubblica Ceca e Slovacchia si spartiscono equamente i posti riservati alla ex Cecoslovacchia
Tutto vero, ma curiosamente in Coppa delle Coppe finirono una rappresentante ceca e una slovacca (non chiedermi per quale diamine di motivo, però :-) )
Nel corso del tempo tra rinunce degli aventi diritto e modifiche varie, la Coppa Intertoto subirà non pochi cambiamenti
Assolutamente divertente leggere nel bollettino ufficiale dell'Intertoto dell'epoca (della prima edizione) che l'UEFA fu costretta a inserire le limitazioni ricordate in quanto ben 110 club (!!) aveva chiesto l'iscrizione. Se penso che anche in quella edizione d'esordio si contarono poi rinunce e defezioni...
Ciò comporta la perdita del privilegio da parte delle nazioni iscritte dal nono posto in poi di poter iscrivere una squadra supplementare nei casi di defezione
Anche qui, vi è un risvolto divertente, che dimostra quanto i dirigenti leggano i regolamenti. Sebbene quanto scritto sia vero, nel concreto, a livello "di diritto" fino al 2007/08 l'integrazione per i posti vacanti concessa alle federazioni dal 9° posto in giù era ancora prevista nel regolamento della Coppa UEFA... e pure in quello della Champions League! :-))
Ovviamente un posto in Coppa Uefa viene riservato alle vincitrici delle varie coppe nazionali (o alle finaliste)
Segnalo una piccola distrazione (capita) per l'omissione delle semifinaliste.
Concludo concordando che l'UEFA in quegli anni veramente diede vita a un guazzabuglio di soluzioni allo scoppiare di nuove federazioni, dando maledattamente la sensazione di creare regole un po' a casaccio.
Essendo due nazioni diverse non è normale che Repubblica Ceca e Slovacchia avessero ognuna la propria squadra in Coppa delle Coppe? Se la squadra Slovacca ne avesse avuto diritto in termini di ranking ne avrebbero avute due anche in Coppa Campioni. L'equa divisione si riferisce ovviamente alla Coppa Uefa. Correggo il pezzo sulla prima e sull'ultima segnalazione, grazie!
EliminaHo sbagliato il riferimento: intendevo parlare della stagione prima (1993/94).
EliminaChiedo scusa ;-)
Sì il Rosenborg segnò anche la "fine" di un Arrigo Sacchi appena tornato. Prese subito l'eliminazione dalla Champions da parte dei norvegesi e concluse la stagione bivaccando tristemente, tra giocatori arrivati alla fine della loro gloriosa carriera ed una serie di schemi e moduli che ormai tutti i suoi colleghi conoscevano a memoria...
RispondiEliminaAntonio
Grazie come sempre per le precisazioni!
RispondiEliminaPs: Frulla Giò il ranking 90-91 è presente. Grazie anche a te per l'interesse.
Antonio
Ah, apprendo ora che la tabella mancava. Grazie ;)
RispondiEliminaAntonio