Terzo appuntamento con la storia del Ranking Uefa a cura
di Antonio Bomba.
In questa edizione, dedicata agli anni settanta, assisteremo
l’importante passaggio dal Ranking non ufficiale e da noi calcolato a quello ufficiale
della federazione europea.
Gli anni sessanta si erano conclusi con un dominio
britannico caratterizzato dall’uno-due Inghilterra e Scozia. Tra
alti e bassi l’Italia tiene botta, mentre i paesi dell’est dicono sempre più
spesso la loro.
Ed ora spazio alle classifiche dei ‘70.
1970-1971
Annata quanto mai di transizione per la storia del ranking. Inghilterra e Scozia mantengono le prime due posizioni mentre la Germania perde colpi. All’Italia bastano appena tre punti per mantenersi terza. Risale la Spagna dopo un periodo di crisi. L’Olanda si conferma implacabile in Coppa Campioni. Questa volta a vincere è la squadra che mano a mano diventerà una filosofia di vita prima ancora che calcistica: l’Ajax. Ciò permette gli arancioni di arrivare al quinto posto in classifica.
1971-1972
L’Uefa propone una importante novità: nasce la Coppa Uefa,
nota all’estero anche con i nomi di C3 o terza coppa. Una competizione
destinata alle squadre che, seppur piazzate nei propri campionati, non hanno
vinto lo scudetto e tantomeno la coppa nazionale. Esclusa questa edizione e
fino alla nascita del ranking Uefa ufficiale, ad Italia, Germania
Ovest e Inghilterra verranno sempre assegnate d’ufficio 4 squadre,
soltanto 3 alla Spagna ed eventualmente ad altre nazioni a rotazione se nel tabellone a 64 squadre si fossero creati buchi da riempire (per esempio nel caso in cui la vincitrice dell'anno precedente si fosse già qualificata attraverso il campionato a una delle tre coppe europee), una per le
cosiddette nazioni minori e due per tutte le altre. Altra particolarità di
questa coppa è che sino al 1997 la finale si giocherà in doppia gara anziché
con una partita secca. La prima finale Uefa è un derby inglese, con il
Tottenham che batte il Wolverhampton. Ciò permette all’Inghilterra di vincere
la classifica a coefficienti annuale e restare prima nel ranking stesso. Dietro
c’è il crollo della Scozia che “scaduti” i punti della fantastica annata
1966-1967 scivola al quinto posto. Dunque dietro agli inglesi sale l’Italia con
il Milan in semifinale di Uefa e l’Inter che raggiunge un’altra finale di Coppa
Campioni. La vittoria tuttavia va, per il secondo anno di fila, all’Ajax di
Johan Cruyff. Ed infatti, giunta alla terza Coppa Campioni consecutiva vinta,
l’Olanda si piazza terza nel ranking. La Francia entra in una crisi
senza fine e sprofonda al diciassettesimo posto.
1972-1973
La costanza premia ancora una volta l’Inghilterra che
raggiunge la semifinale in tutte e tre le competizioni. Bene anche l’Italia
che vince la Coppa Coppe con il Milan, sconfiggendo una delle squadre più
mitologiche degli anni settanta e di cui parleremo in seguito, e perdendo la
finale di Coppa Campioni per il secondo anno di fila. Questa volta a soccombere
all’Ajax è la Juventus. Perdiamo così la seconda posizione a vantaggio degli
stessi tulipani. A superarci è tuttavia anche la rediviva Scozia. Fa
capolino la Grecia al quattordicesimo posto.
1973-1974
Lo strapotere di Inghilterra e Olanda è messo a repentaglio
dalle due germanie. Alla risalita della Germania Ovest dopo qualche anno
nelle retrovie (vince la Coppa Campioni con il Bayern Monaco) fa da ampio
sostegno la Germania Est che si aggiudica la Coppa delle Coppe con il
Magdeburgo ed arriva in semifinale Uefa con il Lokomotive di Lipsia. L’Italia
delude ampiamente e nel complesso viene scavalcata dalla più costante Polonia.
Scendono e di tanto Scozia e Spagna, mentre la Francia raschia il barile con il
ventunesimo posto.
1974-1975
Dopo anni d’attesa il calcio sovietico vince il primo trofeo
internazionale della sua storia. La Dinamo Kiev trionfa nella seconda
coppa e traina la federazione al quinto posto del ranking. Davanti a loro si
segnala solo il sorpasso della Spagna ai tedeschi dell’est. L’Italia vive un
anno di crisi e viene scavalcata anche dalla Jugoslavia.
La Germania Ovest vince invece due coppe su tre, col Bayern
che si conferma campione d’Europa ed il Borussia Moenchengladbach che
porta a casa il suo primo trofeo. La squadra è caratterizzata da tre elementi:
dal tecnico Hennes Weisweiler, l’attaccante danese poi pallone d’oro Allan
Simonsen, un’inconfondibile maglia a righe verdi e nere appena appoggiate su di
un elegante bianco e soprattutto da un nome quanto mai difficile da pronunciare
e per molti impossibile da scrivere… Il Moenchengladbach diventerà anche una
delle formazioni più ricercate ed acquistate al Subbuteo.
1975-1976
Rivoluzione totale nel ranking: La Germania Ovest
torna leader d’Europa a suon di coppe vinte. Continua a seguirla la sempre
ottima Olanda che tuttavia non riesce (e mai riuscirà) a guidare la classifica
generale. L’Inghilterra scende ma si conferma sul podio. Dietro l’armata rossa
sovietica inizia a far paura. Risale l’Italia mentre il Belgio vince la
sua prima coppa europea con l’Anderlecht e porta il Club Brugge (conosciuto
anche come Bruges) in finale Uefa. E’ l’inizio della scalata.
1976-1977
Inghilterra e Germania la fanno da padrona
nell’annata e ne traggono beneficio nel ranking quinquennale. Gli inglesi
conquistano col Liverpool la Coppa Campioni sconfiggendo il Moenchengladbach e
scavalcano l’Olanda nella piazza d’onore. I tedeschi portano invece a casa la
Coppa Coppe con l’Amburgo. Buona in termini di punteggio e piazzamenti finali
la prestazione dell’Italia. Tuttavia c’è chi riesce a fare anche di meglio e
alla fine ci ritroviamo sesti.
1977-1978
L’anno vede il dominio di Olanda e Belgio. E
così i primi ri-strappano la seconda piazza all’Inghilterra, i secondi
proseguono l’inarrestabile ascesa giungendo sesti. Al sempre competitivo
Anderlecht che porta a casa la Coppa delle Coppe, i belgi traggono vantaggio
dalla cavalcata in Coppa Campioni del Club Brugge. Tuttavia, come due anni
prima in coppa Uefa, la vittoria finale non arriverà. Poche gioie per l’Italia
che giunge all’ottavo posto. Prima, neanche a dirlo, si conferma la Germania
Ovest.
1978-1979
Stagione storica dato che nasce ufficialmente il Ranking
Uefa. L’esigenza iniziale è quella di assegnare in base al merito i posti
in coppa Uefa. Viene così deciso che le prime tre federazioni del ranking
avrebbero potuto iscrivere 4 squadre, quelle dal quarto all’ottavo 3
squadre. Le federazioni piazzatesi dal nono al ventunesimo posto avrebbero
potuto schierare 2 squadre. Per tutte le altre 1 squadra. La
formula del torneo, fissa a 64 squadre, prevedeva anche la partecipazione come
“extra” della squadra campione l’anno precedente a meno che questa fosse
qualificata per una delle altre due coppe. In tal caso il posto di campione si
sarebbe liberato permettendo alla federazione piazzata al ventunesimo posto di
iscrivere in extremis una terza squadra. L’Italia si fa trovare impreparata a
questa autentica rivoluzione e patisce subito il colpo, chiudendo l’annata (che
avrebbe caratterizzato la stagione europea 1980-1981) al nono posto, vedendo
così ridurre subito il numero delle proprie squadre iscritte alla terza coppa
da quattro a due. A conquistare il diritto di poter schierare le quattro
squadre, con ampio merito, sono i paesi dominatori delle coppe negli ultimi
anni: Germania Ovest, Olanda e Belgio nell’ordine.
1979-1980
Gli anni settanta si chiudono con l’ennesima stagione
trionfale della Germania Ovest che giocoforza si conferma prima. A
distanza abissale risale l’Inghilterra, seguita dal Belgio, un’autentica potenza
del calcio europeo in questo periodo storico. Dietro crolla l’Olanda che da
seconda termina la stagione come quinta, scavalcata anche dalla Spagna. L’Italia
tocca il punto più basso mai raggiunto fino ad allora scendendo al decimo
posto, scavalcata ancora una volta dalla Jugoslavia e dalla rinata Francia.
Per questa settimana è tutto. Appuntamento alla prossima quando, analizzando gli anni ottanta, assisteremo alla nascita e al declino per ragione extracalcistiche di un impero, nonché al risorgimento prima e all’affermarsi poi del calcio italiano come superpotenza europea e mondiale del calcio per club.
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ad Italia, Germania Ovest e Inghilterra verranno sempre assegnate d’ufficio 4 squadre, soltanto 3 alla Spagna e ad un’altra nazione a rotazione, una per le cosiddette nazioni minori e due per tutte le altre
RispondiEliminaA voler esser precisi, o meglio secondo una mia ricostruzione, non era proprio così. In realtà, "di diritto" era la sola Spagna ad aver diritto a 3 squadre: tuttavia, dovendo il torneo avere per forza 64 partecipanti, accadeva che altre una o due federazioni avessero 3 squadre (scelte a rotazione, come ricordato: a proposito, sai nulla se vi era qualche norma che la regolasse o ero tutto affidato all'umore dell'UEFA?) per integrare l'assenza del detentore (solitamente o impegnato in Coppa Campioni/Coppe o già qualificato in Coppa UEFA via tornei nazionali) e/o della rappresentante albanese (federazione che aveva diritto a una sola squadra).
Ti ringrazio anche io come Antonio e ho già provveduto a integrare l'articolo con la tua osservazione.
EliminaCiao Rado grazie della precisazione ben accetta. Comunque no non ne so molto più di te e ritengo fosse una sorta di rotazione pilotata. ergo, l'umore Uefa come dici tu ;)
RispondiEliminaAntonio
Urp! Vi ringrazio per la fiducia ma mi devo essere espresso male.
RispondiEliminaPer "ricostruzione personale" intendevo dire: "mia ipotesi non avallata da nulla di ufficiale". Insomma, da prendere colle dovute cautele, per quanto la ritenga aderente alla realtà.
Infatti credo che la ripartizione delle squadre in Coppa UEFA pre-ranking sia avvenuta così: per la prima edizione, replicando tale e quale quella dell'ultima Coppa delle Fiere, coi necessari "sacrifici" di Danimarca, Grecia, Iugoslavia e Scozia per far "spazio" alle "neofite" Albania, Cipro e URSS (nonché al detentore).
Dalla seconda in poi, l'impianto di base prevedeva che ognuna delle 32 federazioni partecipanti (tutte quelle dell'UEFA tranne il Galles) iscrivesse 2 squadre a testa, coll'eccezione delle migliori 4 (Germania Ovest, Inghilterra, Italia e Spagna), cui era riconosciuta una partecipazione doppia (4), "pagata" delle peggiori 8 (Albania, Cipro, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Irlanda del Nord, Lussemburgo, Malta) cui era concessa una partecipazione dimezzata (1). Poi, non so per quale motivo, si pensò di lasciare comunque un posto libero per il detentore non già qualificato per le coppe, e la Spagna si ritrovò con 3 squadre.
La ricostruzione, plausibile sul piano dei numeri, cozza a essere sincero con quanto accadde una volta introdotta la ripartizione via ranking, dove il posto del detentore non era previsto "a priori", bensì veniva "recuperato" all'occorrenza togliendo una squadra alla 21ª federazione.
Una piccola annotazione finale (questa, però, "supportata pienamente"): il Galles non ha fatto parte del ranking fino a quello 1988/93, ragion per cui non ebbe alcun club nella Coppa UEFA 1993/94 pur essendosi disputato il suo primo campionato la stagione precedente.
Infatti, nei miei ranking "storici" l'inserisco ugualmente, come "fuori classifica" (perché in qualche caso mi è utile ricordare il suo coefficiente di federazione).
La tua ricostruzione è plausibile, direi che il cambiamento che abbiamo inserito nel testo è abbastanza generico da contemplare tutti i casi poi effettivamente capitati nella realtà :)
EliminaPer quanto riguarda il Galles in pratica fino a una certa annata non inserivano nel ranking ufficiale chi non aveva il campionato nazionale a differenza di quanto fanno ora per il Liechtenstein? Che ci sta pure visto che in effetti non serve a niente sapere la posizione del Liechtenstein visto che sempre una squadra sola porta... Certo che se hanno iniziato dall'anno dopo (contando tutte le annate precedenti) ci potevano pensare anche per il 93/94... :)
Grazie Rado. Il senso dei ranking pre-ufficiali io l'ho inteso come strumento per misurare la forza delle nazioni non tanto per l'assegnazione che avrebbe dovuto esserci fosse esistito il ranking. Apposta ho sempre tenuto il Galles in classifica.
RispondiEliminaLa top15 invece ammetto che è un omaggio alle nazioni che avrebbero portato due squadre in Champions con l'attuale formula, dato che un taglio alla tabella andava fatto per motivi di spazio.
Buona Pasqua amico mio!
Antonio
Buona Pasqua anche voi, seppur in ritardo!
RispondiEliminaTornando al tema:
per Marco: in effetti è inspiegabile quanto fatto dall'UEFA per il Galles. Tanto più che per la Coppa UEFA 1993/94, il ranking 1987/92 aveva solo 30 federazioni coinvolte (Iugoslavia esclusa e Germania Est ormai scomparsa) e le due squadre così mancanti furono assegnate, una a testa, a Slovenia e Ucraina, anch'esse parimenti fuori classifica ma semplicemente... perché all'esordio come federazioni indipendenti solo dalla stagione precedente 1992/93.
Per ANtonio:
capito il senso dell'inclusione del Galles, ma io ragionavo, più che per "assegnazione virtuale di squadre in UEFA", per "coerenza giuridica": nel senso, se non hai incluso i risultati della prima coppa delle coppe, ritenevo "coerente" escludere il Galles fino al 1992/93. Poi, chiaro, parliamo di dettagli e il lavoro che hai fatto mantiene intatto il suo valore. ;-)