Quarto appuntamento con la storia del Ranking Uefa a cura
di Antonio Bomba.
In questa edizione tratteremo gli anni ottanta. Un decennio caratterizzato da bei momenti e scene drammatiche ma che finirà col segnare in maniera indelebile la storia del calcio, dando il “la” a quella rivoluzione sportivo economica (leggasi economica con forma sportiva a seguito) a cui assisteremo negli anni novanta.
In questa edizione tratteremo gli anni ottanta. Un decennio caratterizzato da bei momenti e scene drammatiche ma che finirà col segnare in maniera indelebile la storia del calcio, dando il “la” a quella rivoluzione sportivo economica (leggasi economica con forma sportiva a seguito) a cui assisteremo negli anni novanta.
Ed ora basta con le parole. E’ tempo di numeri, classifiche
e qualche spiegazione.
La Germania Ovest resta salda in testa, seguita
dall’Inghilterra che porta a casa la Coppa Campioni col Liverpool e l’Uefa con
l’Ipswich Town. La Coppa delle Coppe è invece vinta dalla Dinamo Tbilisi. L’Italia
chiude nona guadagnando una posizione. Da segnalare il bel cammino dell’Inter
nella Coppa Campioni, conclusosi in semifinale, eliminato dal Real Madrid di Vujadin
Boskov.
La Germania Ovest vince la classifica a coefficienti
stagionale, tanto per rimarcare la propria supremazia europea ed il primo posto
del Ranking. La segue salda e perfetta l’Inghilterra. Dietro una bella
bagarre che vede terza l’Olanda, tallonata a meno di un punto dalla Spagna.
Male, anzi malissimo l’Italia che tocca il suo minimo storico, col
dodicesimo posto nel ranking. La Svezia con la vittoria della coppa Uefa da
parte dell’IFK Goteborg torna nella top 15. Ad allenarla c’è Sven Goran
Eriksson, in campo tra gli altri quel Glen Peter Stromberg che finirà col
diventare uno degli stranieri più folkloristici ed amati del campionato
italiano, in cui indosserà la maglia dell’Atalanta. Con continui cambi di
allenatori e formazione il Goteborg si imporrà come una delle squadre europee
più arcigne d’Europa, arrivando a conquistare anche l’Uefa 1986-1987.
La stagione a coefficienti vede la vittoria finale della Scozia
che si aggiudica la Coppa delle Coppe con l’Aberdeen. La squadra ha in panchina
un certo Alex Ferguson che si mette subito in mostra per una
caratteristica ben precisa: con lui ogni giocatore rende al massimo. La
Germania si conferma ad ogni modo prima nell’arco dei cinque anni con l’Amburgo
che trionfa in Coppa Campioni in una finale che i tifosi della Juventus di
vecchia data faticano ancora a oggi a digerire. La Spagna supera l’Inghilterra
per la seconda piazza, mentre in un rimescolamento totale delle posizioni al
quarto posto spunta a sorpresa la Jugoslavia. Male l’Unione Sovietica che
precipita al dodicesimo posto. Risultato che permette a noi italiani di
risalire all’undicesima piazza, appena dietro ad un’altra nazione in crisi
momentanea: l’Olanda. Zitta zitta si mette in mostra anche la Romania che
tuttavia per questa stagione si ferma al sedicesimo posto.
Anno di massimo splendore per l’Inghilterra che vince a mani
basse la classifica stagionale dei coefficienti. Liverpool campione
d’Europa ai rigori sulla Roma, Manchester United semifinalista in Coppa
Coppe e Tottenham che alza l’Uefa col Nottingham Forrest in semifinale
sono la narrazione essenziale dei punti conquistati dagli inventori del calcio
in questa classifica. Male, malissimo la Germania Ovest che tuttavia riesce
comunque a mantenere il primo posto, ovviamente a discapito degli inglesi,
grazie a quanto messo in cascina nelle quattro stagioni precedenti. L’Italia
risorge e finisce quinta, dietro a Spagna e Scozia. I tempi bui sono ormai alle
spalle. Per i drammatici avvenimenti che accadranno nella stagione successiva,
il numero di squadre qualificate per ogni nazione per la Coppa Uefa 1985/86
verrà cambiato in corsa: le nazioni posizionate dal nono al dodicesimo posto
(URSS, Francia, Cecoslovacchia e Olanda) avranno tre squadre anziché due in
sostituzione delle quattro inglesi.
E’
l’anno della strage dell’Heysel durante la finale di Coppa Campioni. Una
tragedia che qua analizzeremo prendendo in esame le sole conseguenze che ha
avuto sul ranking. L’Inghilterra viene sospesa dalle competizioni
europee per cinque anni. Il ban è esteso per un ulteriore anno al Liverpool.
E così la nazione che si sarebbe trovata prima nel Ranking non può più
portare per cinque anni squadre nelle coppe. Come fatto a posteriori sul
Ranking dell’anno precedente, per sostituire le quattro inglesi nella Coppa
Uefa 1986-87 vengono aumentati da due a tre squadre i contingenti delle nazioni
dalla nona alla dodicesima. Con l’Inghilterra fuori, noi italiani ci ritroviamo
così virtualmente primi, grazie alla Coppa Campioni conquistata dalla Juventus
ed alla semifinale raggiunta dall’Inter in Uefa. Anche questa volta la
bestia nera dei nerazzurri si chiama Real Madrid che a fine stagione porterà a
casa il trofeo. Alle nostre spalle si piazza la Germania Ovest e subito dietro in rimonta troviamo
l’Unione Sovietica. La Romania aggancia la quindicesima posizione.
1985-1986
Anno di grazia per il calcio spagnolo che porta in
finale una squadra per competizione. Alla fine tuttavia solo il Real Madrid
alzerà una coppa, quella Uefa. Ciò è sufficiente a catapultare gli spagnoli al
quinto posto. Davanti resistono infatti Italia, Germania Ovest, Unione
Sovietica, e Belgio. La Coppa Campioni vede la Steaua Bucarest trionfare
ai rigori sul Barcellona, mentre in Coppa delle Coppe è la Dinamo Kiev a
regolare l’Atletico Madrid per portare a casa la terza coppa europea del calcio
targato CCCP. Nelle retrovie si segnala invece la grande annata della Finlandia
che raggiunge la ventitreesima posizione grazie al Kuusysi Lahti, giunto a
sorpresa ai quarti di coppa Campioni e sbattuto fuori per un solo gol
complessivo dai futuri campioni della Steaua. L’Inghilterra scende in sesta
posizione e le sue tre squadre verranno sostituite nella Coppa Uefa 1987-88 da
una squadra in più per le nazioni dal nono all’undicesimo posto.
L’Italia mantiene saldamente il primo posto. Dietro di lei
si posiziona l’Unione Sovietica che riesce a superare la Germania Ovest.
Il Porto vince la coppa Campioni grazie a Rabah Madjer ed il suo ormai
immortale tacco d’Allah e dopo anni d’oblio il Portogallo torna in alto,
occupando la sesta piazza. Risale anche l’Austria con il settimo posto mentre
si fa drammatica la situazione dell’Olanda che precipita in
quindicesima posizione nonostante la vittoria della Coppa Coppe per mano
dell’Ajax. Gli arancioni pagano infatti i precedenti quattro anni disastrosi.
Undicesimo posto per la Svezia mentre l’Inghilterra, fuori dall’Europa già da due
stagioni, sarebbe ancora nona e avrebbe diritto a due squadre per la Coppa Uefa
1988-89, sostituite da un terzo team della decima e dell’undicesima del
Ranking.
L’Italia è sempre al top ma perde leggermente terreno su tutte le principali inseguitrici. La classifica a coefficienti
annuali è portata a casa dalla Spagna che ha nell’Espanyol la sua
principale protagonista.
I ragazzi guidati da Javier Clemente,
buttano fuori in coppa Uefa prima il Milan di Arrigo Sacchi e poi l’Inter di
Giovanni Trapattoni. Il loro cammino si interromperà soltanto in finale con il
Bayer Leverkusen che uscirà vincitore dalla lotteria dei rigori. Da segnalare
anche la vittoria della Coppa Coppe da parte del Malines, squadra
allenata dall’Olandese Aad De Mos e che verrà ricordata come una degli
undici più tattici degli anni ’80.
L’angolo del calcio romantico vede l’ingresso nella propria vetrina dell’Atalanta. Dalla serie B italiana raggiunge la semifinale di Coppa Coppe, cedendo solo al già citato Malines ed al suo schema a ragnatela.
Le due
squadre inglesi per la Coppa Uefa 1989-90 (l’ultima prima della fine della
squalifica) vengono sostituite da un’austriaca (l’Austria è nona nel ranking),
una francese e… una jugoslava: Francia e Jugoslavia infatti chiudono a pari
punti in decima posizione e per decidere chi ha diritto a un posto in più
l’UEFA decide di far disputare un turno preliminare, vinto dai transalpini, fra
la terza squadra francese qualificata (Auxerre) e la terza jugoslava
qualificata (Dinamo Zagabria) all’inizio della stagione ‘89/90.
L’Italia vince ancora la classifica annuale, ma nel ranking
quinquennale viene scavalcata dalla Germania Ovest. La costanza
nell’arco dei cinque anni premia i tedeschi nonostante l’Italia trionfi in
tutte e tre le coppe: Il Milan bissa il successo in Coppa Campioni, la Sampdoria
questa volta non fallisce l’appuntamento con la storia e porta a casa la
Coppa Coppe, mentre l’Uefa vede addirittura la Juventus prevalere sulla Fiorentina.
Peccato. Dietro continua ad incalzare la Spagna a meno di un punto da noi,
mentre la Francia risale sino al sesto posto dopo oltre un decennio di buio.
Gli anni ottanta si concludono con due voglie infinite: la
prima, quella dei tifosi, è quella di vedere quante più partite possibili in un
misto irrefrenabile di ingordigia e passione, la seconda quella dei presidenti
dei maggiori club europei, è quella di sfruttare questa fame di calcio per
farne quanti più soldi possibili. Si inizia a parlare di inutili trasferte in
posti sconosciuti e cresce la voglia di affrontare sempre e solamente le
squadre più forti ed affascinanti del continente. Ad un tratto si inizia a
parlare di Superlega Europea. Uno spauracchio da cui l’Uefa uscirà
concedendo mano a mano sempre più modifiche alle formule originariamente
concepite per le proprie coppe. Metamorfosi che avranno continue evoluzioni e
seguito negli anni novanta.
Come tutto ciò ha influito sul ranking e sul suo
funzionamento? Scopritelo nel prossimo numero della Storia del Ranking Uefa.
Email Antonio Bomba: abomb@hotmail.it
Facebook Antonio Bomba: www.facebook.com/antonio.bomba.3
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Questi sono gli anni in cui ho cominciato a seguire più da vicino il calcio, per cui me li ricordo volentieri.
RispondiEliminaSul ranking, farei notare la forza dell'Inghilterra che, nonostante la squalifica, addirittura per 3 anni ha conservato posizioni tali da avere ancora almeno due club "virtuali" in Coppa UEFA!
Sulla chiusa, conservo ancora la Gazzetta in cui Berlusconi (all'indomani della conquista della sua prima Coppa Campioni), spalleggiato dal presidente del Real (Mendoza, se non ricordo male, non ho voglia di cercare :-) ) svelò il suo progetto di nuova formula per Coppa Campioni e Coppa delle Coppe: 8 gironi iniziali da 4 squadre l'uno (ricorda niente?) e poi via all'eliminazione diretta.
A dire il vero, la formula era pensata a vantaggio delle piccole squadre in quanto:
- comunque partecipavano solo i campioni nazionali ovvero i vincitori di coppa nazionale;
- tutte i club aveva garantite 6 gare e 3 incassi per quelle interne (fatti salvi quei 2 o 4 costretti agli eventuali preliminari)
- non si sarebbero usate date in più, in quanto si qualificava solo la prima ai quarti di finale (in altre parole, le 6 gare dei gironi "coprivano" le date dei 3 turni iniziali di Coppa UEFA)
Purtroppo la cosa degenerò, come sappiamo...
Anche noi abbiamo iniziato a seguire il calcio da ragazzini negli anni '80 quindi possiamo capire perché te li ricordi volentieri :p
EliminaCiao Rado.
EliminaIn realtà non molto tempo dopo Berlusconi, Mendoza e compagnia bella iniziarono a far notare quanto fosse triste una coppa Campioni senza Barcellona o Real, senza altre due italiane, senza il Bayern e così via. Ricordo bene anche il discorso di Berlusconi che avrebbe volute come qualificate di diritto alla coppa Campioni tutte le squadre in grado di vincerla per cinque volte o tre di fila...
Insomma senza mettersi a trovare le date precise, lentamente ma nemmeno troppo han sempre più premuto il piede sull'acceleratore per giocarsela tra di loro...
Antonio
INfatti, avevo chiuso ricordando che la cosa degenerò. D'altronde mica potevano dire subito quale era il vero intento; anzi, mi sto pure ancora chiedendo come diamine riuscirono a far ingoiare l'amara pillola della Champions League a 24 squadre totali dal 1994/95 al 1996/97.
EliminaE, in effetti, da quel punto di partenza (tutto sommato anche condivisibile), si arrivò alle varie "varianti": oltre a quella da te citata, ricordo solo la Champions aperta a tutti coloro che l'avessero vinta almeno una volta nel passato (tipo Gold Cup della CONCACAF) oppure l'ammissione almeno in Coppa UEFA per chi l'avesse vinta almeno una volta nelle ultime 4 stagioni.
Mi chiedo se fra 15 anni staremo a rimpiangere l'attuale format delle coppe :-)