lunedì 31 marzo 2014

FAIR PLAY FINANZIARIO PER PRINCIPIANTI

Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa a proposito del Fair Play Finanziario introdotto dall’UEFA per i club, un argomento che seguo con interesse già da qualche tempo.

Come già fatto in altre occasioni, userò un approccio semplificato che serva ad avere un’idea più chiara sul funzionamento del FFP (Financial Fair Play) senza andare troppo in profondità e senza andare a sviscerare tutte le clausole e i cavilli di un regolamento piuttosto complicato che, per l’interpretazione di alcuni punti, suscita ancora dubbi e opinioni contrastanti fra gli addetti ai lavori.



Prima di iniziare questo “Bignamino del FFP”, vi segnalo però che numerosi articoli interessanti e più approfonditi su questo argomento possono essere trovati sul sito:

www.tifosobilanciato.it




I 4 punti fondamentali richiesti dall’UEFA per non rischiare di incorrere in sanzioni per violazione del FFP sono:

1) Going Concern: la dimostrazione che la società gode di una continuità aziendale solida.

2) Negative Equity: un Patrimonio Netto non negativo.

3) Break-even Results: il dato di cui si sente più spesso parlare, quello che richiede bilanci in pareggio.

4) Overdues Payables: l’assenza di debiti scaduti verso altri club, dipendenti e istituzioni.

Oltre a questi quattro punti, l’UEFA si riserva il diritto di chiedere ulteriori informazioni per la valutazione del bilancio di un club in altri due casi:

5) Se, nel bilancio annuale, l’Indebitamento Finanziario Netto è superiore ai Ricavi (escluse le plusvalenze).

6) Se, nel bilancio annuale, il Costo del Personale (ovvero gli stipendi di giocatori e altri dipendenti) è superiore al 70% dei Ricavi (escluse le plusvalenze).


1) GOING CONCERN

La richiesta di una continuità aziendale solida, che viene valutata da un revisore esterno alla società chiamato a certificare i bilanci, è un requisito fondamentale per l’UEFA perché attesta che il club è in grado di onorare gli impegni finanziari futuri e non investe soldi che non ha con debiti che poi non può ripagare.

Per quanto riguarda le squadre italiane non mi risultano grosse problematiche per soddisfare questo punto.


2) NEGATIVE EQUITY

Un Patrimonio Netto Negativo è un valore critico per l’UEFA. E’ un valore che può essere migliorato dai proprietari con le cosiddette “ricapitalizzazioni” che vadano a migliorare i conti del club. Per questo primo periodo di valutazione, l’UEFA accetta anche Patrimoni Netti negativi ma solo se questi mostrano un miglioramento rispetto all’annata precedente.

A oggi, questo è un punto critico per i bilanci di Milan e Roma anche perché l’italiana Co.Vi.Soc. (Commissione di Vigilanza sulle Società Professionistiche) ha sempre chiuso un occhio sui Patrimoni Netti negativi se presentati da una società con solida continuità aziendale. Non sembra che l’UEFA sia dello stesso avviso...

Il Milan ha da anni il Patrimonio Netto Negativo (-96,7 nel 2010, -77,1 nel 2011, -54,9 nel 2012, a fine aprile dovrebbe essere comunicato il Patrimonio Netto del 2013), ma la tendenza al miglioramento verrà sicuramente valutata positivamente dall’UEFA. Nel 2012, a fronte di un bilancio chiuso con una perdita di circa 7 milioni, la proprietà ha versato 29 milioni così da migliorare il Patrimonio Netto di circa 22 milioni.

La situazione della Roma è leggermente più complicata. Il suo Patrimonio Netto negli ultimi tre bilanci è negativo e in peggioramento (-44 nel 2011, -52,5 nel 2012, -66 nel 2013). Non ho abbastanza dati per dirvi se l’aumento di capitale recentemente deciso da Pallotta migliorerà questo dato per il bilancio 2013/14. Di certo mi pare che lo sforzo economico della proprietà, mostrato anche nei giorni scorsi con l’avveneristico progetto del nuovo stadio, sia tale che sarei molto stupito se la Roma non riuscisse a migliorare questo parametro in caso di rilievi da parte dell’UEFA.

Per chi se lo fosse chiesto, l’Inter non ha di questi problemi perché Moratti ha sempre coperto personalmente i buchi di bilancio mantenendo il Patrimonio Netto in attivo o alla peggio in pareggio. La Juventus ha ancora un Patrimonio Netto positivo dall’aumento di capitale del 2011 ma rischia di eroderlo pesantemente in questa stagione e di dover fare molta attenzione al bilancio del 2014/15 per non far risultare un segno meno.




3) BREAK-EVEN RESULTS

E’ il dato su cui si soffermano più spesso i giornali perché a prima vista il più immediato. L’idea alla base è semplice: “Non si può spendere di più di quello che si guadagna”. Poi, nella realtà, ci sono una marea di distinguo che rendono i conteggi non proprio immediati. Per esempio fra le voci di bilancio più rilevanti vanno scorporati dai costi alcuni degli investimenti per strutture e settore giovanili (che l’UEFA considera virtuosi e quindi da incentivare) e il peso delle tasse. Ci sono fra l’altro interpretazioni più o meno restrittive su cosa è scorporabile e cosa no, speriamo che l’UEFA sciolga tutti i dubbi a breve quando farà le sue prime valutazioni a proposito.

Inoltre, l’UEFA consente in questi primi anni uno scostamento abbastanza rilevante dal punto di pareggio secondo questo schema (ricordate che fra qualche settimana verranno valutati i bilanci del Biennio 2011/13, fra un anno quelli del Triennio 2011/14, fra due anni quelli del Triennio 2012/15 e così via…):

Biennio 2011/13: consentita una perdita totale di 45 milioni

Triennio 2011/14: consentita una perdita totale di 45 milioni

Trienni 2012/15 – 2013/16 – 2014/17: consentita una perdita totale di 30 milioni

Successivamente dovrebbe essere consentita una perdita totale di 5 milioni a triennio, ma l’UEFA ha rimandato questa decisione volendo valutare il funzionamento del fair play finanziario nei primi anni.

Un aiuto alle società è dato dalla possibilità, in caso di infrazione dovuta al deficit eccessivo, di portare come “prova a discarico” gli eventuali bilanci in attivo degli anni immediatamente precedenti a quelli valutati.

Un ulteriore aiuto, che viene incontro a chi ha concesso stipendi troppo elevati a calciatori ancora sotto contratto prima che si iniziasse a parlare di FFP, è la possibilità - nel bilancio 2011/12 - di scorporare tutti i costi relativi agli stipendi di calciatori il cui acquisto (o, in caso di giocatori militanti da lungo tempo nel club, l’ultimo rinnovo di contratto) sia avvenuto prima del 1 giugno 2010.

Su questo punto, nessun problema all’orizzonte per Napoli, Lazio e Fiorentina. Milan sereno dopo i robusti tagli degli ultimi due anni. Tranquilla anche la Juventus per il Biennio 2011/13 che verrà valutato quest’anno, qualche minimo rischio in caso di uscita ai quarti dell’Europa League per il Triennio 2011/14 e situazione da tenere sotto controllo per le annate successive.

Situazione critica per la Roma e, soprattutto, per l’Inter.

La Roma dovrebbe essere a cavallo della soglia consentita per il Biennio 2011/13 e, a seconda di come chiuderà il prossimo bilancio, potrebbe rischiare seriamente lo sforamento per il Triennio 2011/14 nonostante l’ottimo mercato (sia dal punto di vista tecnico che economico) fatto quest’anno.

L’Inter è invece in una situazione molto negativa, probabilmente la peggiore d’Europa. Gli ultimi bilanci si sono chiusi sempre con 70-80 milioni di passivo e così parrebbe essere anche per quello 2013/14. Anche scorporando tutti i costi virtuosi, e gli elevati stipendi di molti giocatori con contratto firmato prima del 1 giugno 2010 per la stagione 2011/12, pare impossibile pensare che l’Inter possa aver rispettato questo criterio nel biennio 2011/13. E, come potete ben capire, l’ulteriore elevata perdita di quest’anno porterà a uno sforamento della soglia massima di deficit che potrebbe avvicinarsi o addirittura superare i 100 milioni. Per evitare sanzioni l’Inter deve sperare in un approccio particolarmente soft dell’UEFA in tema di sanzioni, almeno per questo primo anno, ma su questo punto mi soffermerò a conclusione dell’articolo.

Fra le altre squadre italiane, da sottolineare la situazione particolarmente borderline della Sampdoria, reduce da bilanci non certo brillanti a seguito della retrocessione in B e di stipendi un po’ troppo elevati elargiti nel mercato precedente alla B a causa dell’illusione Champions League, stipendi dei quali si sta liberando solo recentemente. Anche se la probabile mancata qualificazione alle coppe europee dei doriani renderebbe indolore anche una eventuale non concessione della licenza UEFA per la stagione 2014/15.

Infine, nel sottolineare che la maggior parte dei grandi club d’Europa non hanno alcun problema a soddisfare questo punto (perché hanno ricavi leciti nettamente superiori a quelli delle squadre italiane e quindi possono permettersi di spendere di più sul mercato e offrire stipendi migliori ai top player), vale la pena accennare ai casi Paris Saint-Germain e Manchester City.

Sia PSG che City tengono i conti a posto con sponsorizzazioni super gonfiate da parte di aziende direttamente legate ai rispettivi proprietari. Una cosa che, teoricamente, non si può fare. Infatti l’UEFA, pur concedendo a una società controllata dal proprietario di essere sponsor del club (basti pensare alla Fiat per la Juventus), richiede che la sponsorizzazione non ecceda un congruo valore di mercato. Le megasponsorizzazioni di PSG e City di congruo hanno ben poco… vedremo cosa ne penserà l’UEFA fra qualche settimana.


4) OVERDUES PAYABLES

E’ il punto del fair play finanziario che è formalmente già in vigore, tanto che il Malaga è stato escluso dalle coppe europee un anno fa proprio per non aver pagato tutti i debiti in scadenza.


A quanto mi risulta nessuna squadra italiana dovrebbe avere problemi con questa richiesta.


5) NO INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO > RICAVI (plusvalenze escluse)

E’ evidente che se una squadra ricava meno rispetto all’ammontare dei suoi debiti finanziari ci sia un fattore di criticità nel bilancio che mette in dubbio il punto 1 relativo alla solidità aziendale. Per questo l’UEFA guarderà con preoccupazione alle squadre che presenteranno un Indebitamento Finanziario Netto superiore ai Ricavi.

Attualmente le principali squadre italiane, anche quelle con un indebitamento finanziario piuttosto elevato, rispettano tutte questo criterio avendo ricavi superiori all’indebitamento finanziario.

Siccome a qualcuno potrà venire il dubbio visto quanto si sente in giro, il Real Madrid e il Barcellona hanno un Indebitamento Finanziario Netto inferiore a molte squadre italiane e ricavi maggiori. Quindi stanno messe molto meglio delle nostre anche su questo punto…


6) NO 70% COSTO PERSONALE > RICAVI (plusvalenze escluse)

L’UEFA ritiene un fattore di criticità per le finanze di un club se più del 70% dei ricavi (escluse le plusvalenze) serve per pagare i costi fissi dovuti agli stipendi del personale.

Non fa parte dei quattro parametri principali, ma se l’UEFA si dimostrerà particolarmente rigida su questo punto per le italiane saranno dolori. Infatti, il nostro sistema ha ancora ricavi notevolmente inferiori alle squadre migliori d’Europa e se vogliamo mantenere un briciolo di competitività la strada più facile è quella di fare elevate plusvalenze per avere soldi freschi per comprare buoni giocatori e offrirgli stipendi competitivi.

Dando un’occhiata agli ultimi bilanci disponibili, la situazione è critica per Roma, Inter e Fiorentina e potrebbe esserlo nell’immediato futuro anche per Juventus e Milan.

La Roma nel 2012/13 aveva questo valore al 76%, non so dirvi per mancanza di dati se il mercato di questa stagione (estivo e invernale) riuscirà a portare questo valore sotto la soglia richiesta per il 2013/14.

L’Inter nel 2012/13 era al 76% e nonostante le sforbiciate agli stipendi potrebbe chiudere il 2013/14 al 77% (a causa di mancati ricavi superiori ai risparmi sugli stipendi). Sicuramente i numerosi contratti a scadenza il 30 giugno 2014 potrebbero migliorare la situazione, a patto che i giocatori che arriveranno a sostituire i partenti abbiano ingaggi meno pesanti.


Persino la Fiorentina, che per il resto ha un bilancio senza particolari problemi, nel 2012 ha visto il costo del personale pesare sul 73% dei ricavi (escluse le plusvalenze). Non sono ancora disponibili i dati relativi al 2013.

Il Milan, al 67% nel 2012 e presumibilmente senza problemi nel 2013, potrebbe risentire della probabile esclusione dalle coppe nella prossima stagione, anche se i tagli di stipendio automatici in caso di mancata qualificazione alla Champions League di cui ha parlato Galliani nei giorni scorsi potrebbero servire a mantenere questo valore sotto controllo.

La Juventus ha avuto valori virtuosi fino al 2012/13 (60%). Gli elevati ingaggi di Tevez e Llorente dovrebbero far avvicinare moltissimo la squadra bianconera alla soglia massima del 70% in questa stagione e sarà un valore da tenere sotto controllo anche in futuro.


TEMPISTICHE

Spiegato il regolamento resta da capire quando arriveranno le prime decisioni sul Fair Play Finanziario. Per rispondere a questa domanda uso le parole presenti sul sito dell’UEFA in un articolo del 3 marzo 2014:

Da questa stagione, i club devono garantire bilanci in parità o in attivo, ovvero non spendere più di quanto guadagnino. Al momento sono in corso le attività di monitoraggio, con richieste di ulteriori informazioni e revisioni se necessario. L'Unità di Indagine CFCB emanerà i verdetti entro fine aprile; tutti i casi rinviati all'Unità di Aggiudicazione verranno decisi a giugno, mentre le sentenze del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) su eventuali ricorsi sono previste entro fine luglio-metà agosto

Quindi fra poche settimane sapremo tutto… a fine aprile i “colpevoli”, a giugno le “pene” e a ferragosto le “sentenze definitive”.


COSA SUCCEDERA’?

L’ultima domanda a cui rispondere in questa sintesi è cosa potrà accadere alle squadre che non rispetteranno i criteri del FFP. Qui si entra nel campo delle ipotesi più sfrenate, visto che l’UEFA prevede un vasto numero di punizioni che vanno dalla semplice ammenda, al blocco di una o più sessioni di mercato, a punti di penalità nei gironi, fino all’esclusione dalle coppe.



Partendo da questa frase del Segretario Generale dell’UEFA Gianni Infantino:

"La UEFA non vuole escludere o isolare i club perché il fair play finanziario intende aiutare le società e il calcio europeo. Allo stesso tempo, la UEFA non ha paura di adottare le misure necessarie per tutelare il calcio e difendere l'integrità delle sue competizioni”

la mia personale opinione è che, soprattutto nel primo periodo, le sanzioni saranno di lieve entità e più che altro condizionate a miglioramenti futuri delle situazioni critiche. Poiché tutte le squadre italiane, comprese le “pericolanti” Inter e Roma, stanno mettendo in atto quantomeno un tentativo di processo di risanamento, credo che l’UEFA non sarà particolarmente severa nei nostri confronti (come non lo sarà probabilmente nei confronti di tutti…).

Prendendo ad esempio l’Inter possiamo ritenere che, a fronte di alcune violazioni del fair play, l’UEFA possa evitare ogni punizione immediata alla società nerazzurra chiedendo in cambio il raggiungimento di obiettivi di bilancio stabiliti in futuro per riportare nel giro di poco tempo i conti della squadra in ordine.

Se sarà così, sarò particolarmente curioso di conoscere quali saranno le tempistiche dei paletti imposti dall’UEFA. Questo perché, sempre restando all’esempio dell’Inter, anche se la società di Thohir volesse seguire scrupolosamente i dettami UEFA ormai i conti del prossimo bilancio oggetto di revisione, ovvero quello del 2013/14, sono fatti e non sono migliorativi rispetto ai conti di un anno fa. Di conseguenza l’UEFA si può aspettare miglioramenti solo a partire dal bilancio 2014/15 e ci vorrebbero almeno un paio d’anni per verificarli. Io credo che siano troppi e che l’UEFA farà in modo di monitorare le società “a rischio sanzioni” in ogni sessione di mercato, per vedere semestre per semestre (o addirittura trimestre per trimestre) se i “compiti a casa” vengono realmente svolti, riservandosi il diritto di intervenire più pesantemente nel caso in cui questo non succeda (e una recente dichiarazione di un dirigente dell'Inter che ha parlato di fretta di approvare la semestrale per spedirla all'UEFA mi fa ritenere di essere sulla strada giusta...).



Totalmente imprevedibile invece quello che potrà chiedere l’UEFA a PSG e City. Se le megasponsorizzazioni verranno considerate illegali, riportare i loro bilanci a valori regolari richiederebbe interventi di ampia portata, per forza di cose da spalmare in numerose stagioni sportive pena la distruzione totale dei due club con la svendita del parco giocatori… inoltre mi sentirei di escludere in ogni caso sanzioni retroattive, teoricamente previste dal regolamento. Per intenderci, anche se il Paris Saint-Germain dovesse vincere la Champions League e venisse poi accusato di aggirare il fair play finanziario, ritengo personalmente impossibile che gli venga revocata la coppa proprio in virtù del regolamento del FFP piuttosto farraginoso (e lento come tempistiche), che si adatta molto di più a un approccio correttivo (ed eventualmente sanzionatorio) sui bilanci futuri piuttosto che punitivo sui bilanci passati.

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