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In attesa di Italia-Svezia, Rado Il Figo ci racconta tutti gli spareggi della Nazionale italiana nella sua storia.
Introduzione
Volendo rimanere ottimisti, si
può affermare che Buffon arriverà al
suo (annunciato) Mondiale del capolinea
esattamente com'era entrato nel suo primo: infatti, giusto 20 anni fa l'Italia
affrontò per l'ultima volta la tortuosa via degli spareggi, dove batté la Russia per raggiungere la Francia.
La distanza temporale citata suggerisce come per gli Azzurri il passaggio sotto le “forche caudine” sia evento episodico seppur non sconosciuto: è quindi l'occasione ideale per ripercorrere i trascorsi italiani in queste particolari sfide “dell'ultima spiaggia”.
Definizioni e ambiti
La mia ricostruzione copre Mondiali, Europei e (teoricamente)
Confederations, cioè le competizioni ufficiali per nazionali maggiori cui
l'Italia ha partecipato nella sua storia; sono escluse le Olimpiadi per i limiti
sempre presenti, seppur variati nel tempo, nell'eleggibilità dei giocatori,
anche se le gare delle primissime edizioni sono ugualmente catalogate come
partite di rappresentativa A.
Nell'ambito dei tornei esaminati,
sono considerati solo gli incontri formalmente definiti come “spareggi” (play off in inglese, barrage
in francese) o locuzioni equivalenti; sono pertanto escluse le gare che,
per le particolari condizioni createsi, furono degli “spareggi di fatto”.
Lo spareggio (nelle competizioni
per nazionali) è immediatamente collegato a una partita addizionale disputata fra due formazioni occupanti la medesima posizione nella classifica
finale di un gruppo, in virtù dei punti conquistati e degli eventuali altri
discriminanti adottati (solitamente legati al computo delle reti segnate e
subite e/o all'esito dei confronti diretti), quando il piazzamento è utile per
l'accesso al turno successivo ovvero per la vittoria finale. Tuttavia questa
definizione è solo il punto di partenza: infatti, in primo luogo, vale anche per i gironi in cui sono coinvolte solo…
le due squadre in ex æquo, dove
popolarmente lo spareggio prende il nome di “bella”, se segue a una gara di
andata e una di ritorno, ovvero di “ripetizione”, se segue una gara secca. Questi
spareggi sono stati i primi per i quali si sono cercate soluzioni per evitarli: p.es., nelle fasi finali dei Mondiali furono
abrogati fin dal 1962, sostituiti prima dal sorteggio e poi dai rigori, a
eccezione della finale, dove la ripetizione fu soppiantata dai rigori solo nel
1990.
In secondo luogo, la definizione “di base” vale pure quando le
squadre alla pari sono più di due, anche se nel concreto ciò non è mai avvenuto
nel presente ambito: p.es., sempre nelle fasi finali dei Mondiali, è capitato
che vi fossero tre e pure quattro
squadre in testa alla classifica dei gruppi ma ciò è sempre avvenuto quando
ormai gli spareggi non erano più previsti.
Accanto alla veste tradizionale fin
qui vista, gli spareggi indossano altri abiti: infatti, oltre ai descritti “occasionali”, esistono anche gli “istituzionalizzati”, espressamente
previsti per essere sempre disputati. Nel contesto in esame, se ne hanno due
fattispecie, entrambe riguardanti squadre occupanti una determinata posizione
in classifica, solitamente ma non necessariamente la medesima, ma in raggruppamenti diversi. Nella prima, servono
per ridurre nei limiti stabiliti le squadre che hanno colto il titolo sportivo
richiesto. Si pensi agli spareggi intercontinentali per Russia 2018: CONCACAF e AFC hanno diritto a 8 posti
totali, assegnati alle migliori 4 nazionali della prima e 5 della seconda;
essendovi una squadra più del necessario, l'ultimo posto è attribuito alla
vincente dello spareggio fra la quarta americana e la quinta asiatica.
La seconda fattispecie ha la
fisonomia del “ripescaggio”, in
quanto sana la situazione contraria alla precedente, cioè quando le squadre che
hanno raggiunto il titolo sportivo richiesto sono in numero inferiore al richiesto e si colma la lacuna “pescando” fra
le formazioni eliminate. Pure qui è utile pensare alle attuali eliminatorie
mondiali e al destino italiano:
poiché le 9 prime classificate del gironi di qualificazione europei sono
insufficienti a coprire il lotto di 13 rappresentanti assegnato all'UEFA,
questo è integrato dalle vincenti dei 4 spareggi fra le 8 migliori seconde.
I ripescaggi sono a volte decisi a bocce ferme (si pensi all'attuale
formula della fase finale degli Europei, dove per arrivare alle 16 partecipanti
necessarie per gli ottavi, si riammettono le 4 migliori terze dei gironi,
scelte direttamente in base ai risultati ivi ottenuti) ovvero in forma “mista” (p.es.: nelle
eliminatorie per Euro 2016, le 5 terze ripescate furono individuate nella
migliore di esse per i risultati conseguiti nei gironi e nelle vincenti dei 4 spareggi
fra le restanti otto).
Infine, vi sono pure gli “spareggi nel gruppo”: formalizzati per
la prima volta per Euro 2004, seppur
preceduti da decisioni “in corso d'opera” in Coppa America 1989 e
Confederations 1995, riguardano l'ultima partita del girone quando si
affrontano due squadre in perfetta parità in termini di punti e reti fatte e
subite; ebbene, se vi è un interesse di classifica e purché nessun'altra
formazione dello stesso gruppo possa concluderlo agli stessi punti, se al 90’
terminasse con un pareggio, tale gara conosce l'appendice dei rigori, il cui
esito decide il piazzamento delle due contendenti senza ricorrere ai discriminanti “normali”.
Terminate le definizioni, spazio
ora a tutti gli spareggi dell'Italia.
La prima volta
Gli Azzurri impiegano poco tempo per
vivere uno spareggio: il primo della loro storia è la ripetizione dei quarti di finale dei Mondiali casalinghi
del 1934, primo torneo ufficiale affrontato (non valendo, ricordo, le
Olimpiadi) dalla nostra rappresentativa, dove il 1° giugno si deve rigiocare
contro la Spagna, esattamente 24 ore
dopo aver impattato 1-1 al termine dei supplementari (e col pareggio italiano
pure irregolare) della miglior partita dell'intera edizione, a giudizio
unanime. La quale, però, lascia parecchi segni sui protagonisti: metà di essi
non scende in campo nella prova d'appello, fra cui il mitico portiere iberico Zamora, un'assenza chiacchieratissima
per quanto giustificata da un infortunio tutt'altro che sospetto, date le
cronache. La sfida è rapidamente decisa da Meazza
nel quarto d'ora iniziale e apre la strada al primo successo dell'era Pozzo.
Vent’anni dopo
Più a causa del conteggiare solo
la Coppa Rimet, interrotta pure dal
secondo conflitto mondiale, trascorrono due decenni per rivedere l'Italia in
uno spareggio, affrontato a… “ruoli invertiti” rispetto al primo: il 23 giugno 1954 si è in campo per la
seconda volta contro la Svizzera,
padrona di casa della V edizione iridata. Vi si giunge per colpa della formula balorda adottata, coi gironi iniziali
monchi con solo 4 gare (non disputandosi i confronti diretti fra le 2 teste di
serie e i 2 materassi), in cui il pareggio è ammesso solo se mantenuto al
termine dei supplementari (!). Elvetici
che ci hanno già battuti 6 giorni prima, salvo poi perdere contro l'Inghilterra mentre l'Italia piega in tutta scioltezza il Belgio. Appaiati a quota 2 punti, e
valendo solo quelli, Svizzera e Italia spareggiano così per l'accesso ai
quarti: se il primo confronto era stato puntellato da polemiche per
l'arbitraggio del brasiliano Viana,
ritenuto fin troppo casalingo, con indecorosa coda finale con Lorenzi a prendere a calci la
giacchetta nera, il secondo si chiude con un pesante rovescio per 1-4 che non
ammette repliche, anche se qualche critico punta l'indice sulla tattica
scriteriata dell'allenatore Czeizler.
Un doppio appuntamento…
mancato
Si deve attendere il Mondiale cileno perché esca la “prima
volta” nelle eliminatorie: nel quadro dei 4
spareggi intercontinentali allestiti al nobile scopo di avere una fase
finale solo con europee e sudamericane, all'Italia capita Israele, vincente di uno dei tre raggruppamenti afro-asiatici (fra
l'altro, proprio quello misto): sfida difficilmente ricordata come tale,
essendovi gli Azzurri arrivati senza
colpo ferire, usufruendo del ritiro della Romania,
unica avversaria degli allora asfittici gironi europei.
Il rotondo risultato complessivo
di 10-2 nasconde gli imprevedibili tentennamenti italiani,
evidenziati dalla concentrazione di quasi tutte le segnature azzurre fra gli
ultimi 11 minuti dell'andata del 15 ottobre 1961 a Tel Aviv (3) e il ritorno a
Torino di 20 giorni dopo (6). A restare fuori, il rigore all'8’ della ripresa
della prima gara, quando Lojacono
dimezza le distanze dell'imbarazzante 2-0 con cui si è chiusa la prima
frazione.
Curiosità: Italia-Israele, sempre come spareggio intercontinentale,
poteva tranquillamente avere un precedente nelle eliminatorie per Svezia 1958,
dove gli israeliani emersero vincenti dal raggruppamento afro-asiatico, ma
senza mai essere scesi in campo, poiché tutti i loro avversari si rifiutarono
di giocarvi contro per ragioni politiche.
Le norme dell'epoca prevedevano il ricorso a un estemporaneo spareggio: come
tocco di novità, la FIFA, invece di
scegliere autonomamente la squadra designata, decise di ricorrere al sorteggio ripescando una fra le seconde
dei gironi europei, dove vi era l'Italia, eliminata nella corsa alla fase
finale dall'Irlanda del Nord e poi doppiamente sfortunata. Infatti, a
testimonianza dei timori (non sportivi) legati all'affrontare Israele, il Belgio rifiutò l’occasione
piovutagli dal cielo e si ricorse a una seconda estrazione per trovare nel Galles il tanto sospirato avversario.
Anzi, alcune fonti vogliono che fra le due pesche, la FIFA avesse chiamato
direttamente l'Uruguay, dapprima
infuriato per la mancata inclusione nel sorteggio anche delle seconde
sudamericane (e quindi la stessa Celeste), salvo poi tornare sui suoi passi al
momento del dunque.
Uno spareggio che vale oro
Dal 1962 gli spareggi dei
Mondiali restano solo nelle eliminatorie, a eccezione della finale fino al 1986,
per cui le occasioni per disputarli si
diradano sempre più, complice anche l'aumento progressivo delle partecipanti
al torneo. Nel frattempo, nel biennio
1958/60 esordiscono gli Europei: pure qui gli spareggi nella fase finale
hanno vita breve, venendo abrogati fin dalla III edizione, sempre esclusa la
finale, che si allineerà nel 1976, fra l’altro con una norma emessa ad hoc poco prima della sua disputa.
Le puntualizzazioni sono
necessarie per capire il diverso modo di stabilire la vincente delle due sfide
giocate dall'Italia nel 1968 sui
campi amici per la fase finale proprio della III edizione, all'epoca ristretta
a semifinali e finali per il 1° e il 3° posto. Ebbene, entrambe si chiudono in
parità sia al 90’ sia al 120’, ma se nella prima contro l'URSS si ricorre al sorteggio, vinto dall'Italia col lancio della
monetina, nella seconda si usa la ripetizione, in scena il 10 giugno, due giorni dopo la prima partita contro la Iugoslavia. È lo spareggio più famoso e importante della storia azzurra, essendovi
in palio il titolo continentale: con norme che limitano i cambi in gara al solo
portiere, Valcareggi fa ampio uso di
quello che oggi si chiama turnover,
variando cinque uomini nella formazione iniziale, fra cui Riva e Anastasi, autori delle reti che fissano sul 2-0 il punteggio
conclusivo, permettendo all'Italia di rivincere qualcosa dopo 30 anni di
digiuno.
Sacchi e i ripescaggi a
tavolino
Il progressivo aumento degli
impegni a livello sia di nazionali sia di club, e il conseguente ingolfamento
del calendario agonistico, portano a modificare man mano le norme in modo da
ridurre le occasioni cui si deve ricorrere agli spareggi, almeno gli
occasionali, tanto da poter affermare che siano ormai relegati ai soli già
compresi nelle formule delle varie eliminatorie.
Infatti, dal 1968 si deve
attendere l'era Sacchi per rivedere
l'Italia alle prese con dei ripescaggi, addirittura in due circostanze, a prova
di una gestione in costante apnea,
anche se entrambe con ridottissimi patemi d'animo… e senza mai scendere in
campo. La prima “eliminazione sanata”
arriva nella fase finale di USA 1994,
l'ultima Coppa del Mondo a 24 squadre strutturata come gli attuali Europei: in
un Gruppo E di esasperante equilibrio,
dove (caso finora rimasto unico nell'ambito in esame) tutt'e 4 le nazionali
presenti terminano in testa a pari punti e con uguale differenza reti
(ovviamente nulla), la classifica è decisa da tutti i discriminanti a
disposizione, eccetto il sorteggio, e l'Italia
termina terza, per aver segnato (e subito) una rete meno del Messico e perso il confronto diretto
con l'Irlanda. Tuttavia, pur
essendosi conclusi solo 3 gironi, nella graduatoria delle ripescabili la Corea e già certa di finire ultima, e
gli Azzurri devono solo attendere la successiva tornata di gare per essere
certi di avere alle spalle un'altra squadra, grazie alla Russia che batte il Camerun.
Il secondo ripescaggio è ancora
più a maglie larghe: Euro 1996 è il
primo con 16 finaliste; con l'Inghilterra organizzatrice unica qualificata di
diritto, dagli 8 gruppi eliminatori sono ripescate anche tutte le seconde,
tranne le due peggiori che devono spareggiare per l'ultimo biglietto a
disposizione. L'Italia termina a pari punti con la Croazia ma soccombe per il negativo esito dei confronti diretti (che
si sostituisce come primo discriminante alla differenza reti), finendo seconda,
anzi come migliore seconda e quindi
senza alcun timore reale di spareggio.
La paura fa 90, anzi 180…
… minuti in più da giocare.
Sacchi abbandona la panchina azzurra dopo le prime due gare di qualificazione
ai Mondiali 1998, lasciando in
eredità due vittorie al successore che la FIGC individua in Cesare Maldini, la cui eccessiva
prudenza (eufemismo) porta a doverci sobbarcare gli ultimi spareggi affrontati
(prima dei presenti) in una situazione di classifica apparentemente
paradossale. Infatti, l'Italia primeggia
nei confronti diretti con tutte le 4 avversarie del girone ma termina
ugualmente alle spalle dell'Inghilterra,
complici gli 0-0 rimediati in Georgia e
Polonia, salutati come risultati positivi dal CT, non essendo delle
sconfitte, campi dove, al contrario, gli albionici tornano vittoriosi e ci
sorpassano, con controsorpasso impeditoci poiché sempre sul nulla di fatto si
conclude Italia-Inghilterra, ultima gara del girone.
I ripescaggi sono misti e
nuovamente i due succitati pareggi si rivelano nefasti, poiché gli Azzurri si
rivelano essere… la seconda delle
seconde, per un solo punto dietro la
Scozia, unica ammessa alla qualificazione diretta ed esentata dagli
spareggi, dove la sorte ci abbina alla Russia,
andata il 29 ottobre 1997 a Mosca, ritorno 17 giorni dopo a Napoli.
La prima gara, già vent'anni fa, è
definita come “d'altri tempi”, dove
si annota il debutto azzurro di Buffon,
letteralmente a freddo: chiamato a sostituire alla mezz'ora Pagliuca, uscito malconcio da un
contrasto, scende in campo in maniche corte… in mezzo a un'incessante nevicata! La partita si decide nei
primi minuti delle due frazioni: al 4’ Vieri
ci porta in vantaggio, con la prima rete della storia italiana in una trasferta
nella principale repubblica ex sovietica; al 52’ Cannavaro in disperata scivolata, infila la propria rete per l'1-1
definitivo.
Il ritorno si rivela meno tormentato
del previsto: lo 0-0 ci qualifica e costringe i russi a scoprirsi, terreno tattico
ideale (verrebbe da dire anche l'unico) di Maldini padre. Qui il 52’ è
favorevole ai colori azzurri, con la rete di Casiraghi che chiude ogni discorso su incontro e passaggio del
turno.
Uno spareggio mancato
In questi ultimi 20 anni,
l'Italia non è stata più alle prese con questi impegni da angoscia costante,
centrando regolarmente le qualificazioni dirette in tutti i tornei da Euro 2000 a Euro 2016. Infatti, non
si può definire “spareggio nel girone” la sfida contro la Francia dell'ultima
giornata della fase finale del torneo continentale 2008: è vero che azzurri e galletti vi arrivano entrambi
con 1 punto, 1 rete segnata e 4 subite, ma a quota due potrebbe chiudere pure
la Romania, per cui questa gara è catalogata come una “normale “partita di
gruppo.
Tirando le somme
In conclusione, l'Italia è sempre
uscita indenne dagli spareggi, soccombendo
in un'unica occasione su 7 (ovvero 5, togliendo i due ripescaggi a tavolino
con Sacchi), precedenti che fanno ben sperare in vista dell'ultima chiamata ai
Mondiali 2018, dove contenderà uno degli ultimi biglietti per la Russia alla Svezia.
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