domenica 22 ottobre 2017

TUTTI GLI SPAREGGI DELL'ITALIA




In attesa di Italia-Svezia, Rado Il Figo ci racconta tutti gli spareggi della Nazionale italiana nella sua storia. 

Introduzione

Volendo rimanere ottimisti, si può affermare che Buffon arriverà al suo (annunciato) Mondiale del capolinea esattamente com'era entrato nel suo primo: infatti, giusto 20 anni fa l'Italia affrontò per l'ultima volta la tortuosa via degli spareggi, dove batté la Russia per raggiungere la Francia.

La distanza temporale citata suggerisce come per gli Azzurri il passaggio sotto le “forche caudine” sia evento episodico seppur non sconosciuto: è quindi l'occasione ideale per ripercorrere i trascorsi italiani in queste particolari sfide “dell'ultima spiaggia”.

Definizioni e ambiti

La mia ricostruzione copre Mondiali, Europei e (teoricamente) Confederations, cioè le competizioni ufficiali per nazionali maggiori cui l'Italia ha partecipato nella sua storia; sono escluse le Olimpiadi per i limiti sempre presenti, seppur variati nel tempo, nell'eleggibilità dei giocatori, anche se le gare delle primissime edizioni sono ugualmente catalogate come partite di rappresentativa A.

Nell'ambito dei tornei esaminati, sono considerati solo gli incontri formalmente definiti come “spareggi” (play off in inglese, barrage in francese) o locuzioni equivalenti; sono pertanto escluse le gare che, per le particolari condizioni createsi, furono degli “spareggi di fatto”.

Lo spareggio (nelle competizioni per nazionali) è immediatamente collegato a una partita addizionale disputata fra due formazioni occupanti la medesima posizione nella classifica finale di un gruppo, in virtù dei punti conquistati e degli eventuali altri discriminanti adottati (solitamente legati al computo delle reti segnate e subite e/o all'esito dei confronti diretti), quando il piazzamento è utile per l'accesso al turno successivo ovvero per la vittoria finale. Tuttavia questa definizione è solo il punto di partenza: infatti, in primo luogo, vale anche per i gironi in cui sono coinvolte solo… le due squadre in ex æquo, dove popolarmente lo spareggio prende il nome di “bella”, se segue a una gara di andata e una di ritorno, ovvero di “ripetizione”, se segue una gara secca. Questi spareggi sono stati i primi per i quali si sono cercate soluzioni per evitarli: p.es., nelle fasi finali dei Mondiali furono abrogati fin dal 1962, sostituiti prima dal sorteggio e poi dai rigori, a eccezione della finale, dove la ripetizione fu soppiantata dai rigori solo nel 1990.

In secondo luogo, la definizione “di base” vale pure quando le squadre alla pari sono più di due, anche se nel concreto ciò non è mai avvenuto nel presente ambito: p.es., sempre nelle fasi finali dei Mondiali, è capitato che vi fossero tre e pure quattro squadre in testa alla classifica dei gruppi ma ciò è sempre avvenuto quando ormai gli spareggi non erano più previsti.

Accanto alla veste tradizionale fin qui vista, gli spareggi indossano altri abiti: infatti, oltre ai descritti “occasionali”, esistono anche gli “istituzionalizzati”, espressamente previsti per essere sempre disputati. Nel contesto in esame, se ne hanno due fattispecie, entrambe riguardanti squadre occupanti una determinata posizione in classifica, solitamente ma non necessariamente la medesima, ma in raggruppamenti diversi. Nella prima, servono per ridurre nei limiti stabiliti le squadre che hanno colto il titolo sportivo richiesto. Si pensi agli spareggi intercontinentali per Russia 2018: CONCACAF e AFC hanno diritto a 8 posti totali, assegnati alle migliori 4 nazionali della prima e 5 della seconda; essendovi una squadra più del necessario, l'ultimo posto è attribuito alla vincente dello spareggio fra la quarta americana e la quinta asiatica.

La seconda fattispecie ha la fisonomia del “ripescaggio”, in quanto sana la situazione contraria alla precedente, cioè quando le squadre che hanno raggiunto il titolo sportivo richiesto sono in numero inferiore al richiesto e si colma la lacuna “pescando” fra le formazioni eliminate. Pure qui è utile pensare alle attuali eliminatorie mondiali e al destino italiano: poiché le 9 prime classificate del gironi di qualificazione europei sono insufficienti a coprire il lotto di 13 rappresentanti assegnato all'UEFA, questo è integrato dalle vincenti dei 4 spareggi fra le 8 migliori seconde.

I ripescaggi sono a volte decisi a bocce ferme (si pensi all'attuale formula della fase finale degli Europei, dove per arrivare alle 16 partecipanti necessarie per gli ottavi, si riammettono le 4 migliori terze dei gironi, scelte direttamente in base ai risultati ivi ottenuti) ovvero in forma “mista” (p.es.: nelle eliminatorie per Euro 2016, le 5 terze ripescate furono individuate nella migliore di esse per i risultati conseguiti nei gironi e nelle vincenti dei 4 spareggi fra le restanti otto).

Infine, vi sono pure gli “spareggi nel gruppo”: formalizzati per la prima volta per Euro 2004, seppur preceduti da decisioni “in corso d'opera” in Coppa America 1989 e Confederations 1995, riguardano l'ultima partita del girone quando si affrontano due squadre in perfetta parità in termini di punti e reti fatte e subite; ebbene, se vi è un interesse di classifica e purché nessun'altra formazione dello stesso gruppo possa concluderlo agli stessi punti, se al 90’ terminasse con un pareggio, tale gara conosce l'appendice dei rigori, il cui esito decide il piazzamento delle due contendenti senza ricorrere ai discriminanti “normali”.

Terminate le definizioni, spazio ora a tutti gli spareggi dell'Italia.

La prima volta

Gli Azzurri impiegano poco tempo per vivere uno spareggio: il primo della loro storia è la ripetizione dei quarti di finale dei Mondiali casalinghi del 1934, primo torneo ufficiale affrontato (non valendo, ricordo, le Olimpiadi) dalla nostra rappresentativa, dove il 1° giugno si deve rigiocare contro la Spagna, esattamente 24 ore dopo aver impattato 1-1 al termine dei supplementari (e col pareggio italiano pure irregolare) della miglior partita dell'intera edizione, a giudizio unanime. La quale, però, lascia parecchi segni sui protagonisti: metà di essi non scende in campo nella prova d'appello, fra cui il mitico portiere iberico Zamora, un'assenza chiacchieratissima per quanto giustificata da un infortunio tutt'altro che sospetto, date le cronache. La sfida è rapidamente decisa da Meazza nel quarto d'ora iniziale e apre la strada al primo successo dell'era Pozzo.

Vent’anni dopo

Più a causa del conteggiare solo la Coppa Rimet, interrotta pure dal secondo conflitto mondiale, trascorrono due decenni per rivedere l'Italia in uno spareggio, affrontato a… “ruoli invertiti” rispetto al primo: il 23 giugno 1954 si è in campo per la seconda volta contro la Svizzera, padrona di casa della V edizione iridata. Vi si giunge per colpa della formula balorda adottata, coi gironi iniziali monchi con solo 4 gare (non disputandosi i confronti diretti fra le 2 teste di serie e i 2 materassi), in cui il pareggio è ammesso solo se mantenuto al termine dei supplementari (!). Elvetici che ci hanno già battuti 6 giorni prima, salvo poi perdere contro l'Inghilterra mentre l'Italia piega in tutta scioltezza il Belgio. Appaiati a quota 2 punti, e valendo solo quelli, Svizzera e Italia spareggiano così per l'accesso ai quarti: se il primo confronto era stato puntellato da polemiche per l'arbitraggio del brasiliano Viana, ritenuto fin troppo casalingo, con indecorosa coda finale con Lorenzi a prendere a calci la giacchetta nera, il secondo si chiude con un pesante rovescio per 1-4 che non ammette repliche, anche se qualche critico punta l'indice sulla tattica scriteriata dell'allenatore Czeizler.

Un doppio appuntamento… mancato

Si deve attendere il Mondiale cileno perché esca la “prima volta” nelle eliminatorie: nel quadro dei 4 spareggi intercontinentali allestiti al nobile scopo di avere una fase finale solo con europee e sudamericane, all'Italia capita Israele, vincente di uno dei tre raggruppamenti afro-asiatici (fra l'altro, proprio quello misto): sfida difficilmente ricordata come tale, essendovi gli Azzurri arrivati senza colpo ferire, usufruendo del ritiro della Romania, unica avversaria degli allora asfittici gironi europei.

Il rotondo risultato complessivo di 10-2 nasconde gli imprevedibili tentennamenti italiani, evidenziati dalla concentrazione di quasi tutte le segnature azzurre fra gli ultimi 11 minuti dell'andata del 15 ottobre 1961 a Tel Aviv (3) e il ritorno a Torino di 20 giorni dopo (6). A restare fuori, il rigore all'8’ della ripresa della prima gara, quando Lojacono dimezza le distanze dell'imbarazzante 2-0 con cui si è chiusa la prima frazione.

Curiosità: Italia-Israele, sempre come spareggio intercontinentale, poteva tranquillamente avere un precedente nelle eliminatorie per Svezia 1958, dove gli israeliani emersero vincenti dal raggruppamento afro-asiatico, ma senza mai essere scesi in campo, poiché tutti i loro avversari si rifiutarono di giocarvi contro per ragioni politiche. Le norme dell'epoca prevedevano il ricorso a un estemporaneo spareggio: come tocco di novità, la FIFA, invece di scegliere autonomamente la squadra designata, decise di ricorrere al sorteggio ripescando una fra le seconde dei gironi europei, dove vi era l'Italia, eliminata nella corsa alla fase finale dall'Irlanda del Nord e poi doppiamente sfortunata. Infatti, a testimonianza dei timori (non sportivi) legati all'affrontare Israele, il Belgio rifiutò l’occasione piovutagli dal cielo e si ricorse a una seconda estrazione per trovare nel Galles il tanto sospirato avversario. Anzi, alcune fonti vogliono che fra le due pesche, la FIFA avesse chiamato direttamente l'Uruguay, dapprima infuriato per la mancata inclusione nel sorteggio anche delle seconde sudamericane (e quindi la stessa Celeste), salvo poi tornare sui suoi passi al momento del dunque.

Uno spareggio che vale oro

Dal 1962 gli spareggi dei Mondiali restano solo nelle eliminatorie, a eccezione della finale fino al 1986, per cui le occasioni per disputarli si diradano sempre più, complice anche l'aumento progressivo delle partecipanti al torneo. Nel frattempo, nel biennio 1958/60 esordiscono gli Europei: pure qui gli spareggi nella fase finale hanno vita breve, venendo abrogati fin dalla III edizione, sempre esclusa la finale, che si allineerà nel 1976, fra l’altro con una norma emessa ad hoc poco prima della sua disputa.

Le puntualizzazioni sono necessarie per capire il diverso modo di stabilire la vincente delle due sfide giocate dall'Italia nel 1968 sui campi amici per la fase finale proprio della III edizione, all'epoca ristretta a semifinali e finali per il 1° e il 3° posto. Ebbene, entrambe si chiudono in parità sia al 90’ sia al 120’, ma se nella prima contro l'URSS si ricorre al sorteggio, vinto dall'Italia col lancio della monetina, nella seconda si usa la ripetizione, in scena il 10 giugno, due giorni dopo la prima partita contro la Iugoslavia. È lo spareggio più famoso e importante della storia azzurra, essendovi in palio il titolo continentale: con norme che limitano i cambi in gara al solo portiere, Valcareggi fa ampio uso di quello che oggi si chiama turnover, variando cinque uomini nella formazione iniziale, fra cui Riva e Anastasi, autori delle reti che fissano sul 2-0 il punteggio conclusivo, permettendo all'Italia di rivincere qualcosa dopo 30 anni di digiuno.

Sacchi e i ripescaggi a tavolino

Il progressivo aumento degli impegni a livello sia di nazionali sia di club, e il conseguente ingolfamento del calendario agonistico, portano a modificare man mano le norme in modo da ridurre le occasioni cui si deve ricorrere agli spareggi, almeno gli occasionali, tanto da poter affermare che siano ormai relegati ai soli già compresi nelle formule delle varie eliminatorie.

Infatti, dal 1968 si deve attendere l'era Sacchi per rivedere l'Italia alle prese con dei ripescaggi, addirittura in due circostanze, a prova di una gestione in costante apnea, anche se entrambe con ridottissimi patemi d'animo… e senza mai scendere in campo. La prima “eliminazione sanata” arriva nella fase finale di USA 1994, l'ultima Coppa del Mondo a 24 squadre strutturata come gli attuali Europei: in un Gruppo E di esasperante equilibrio, dove (caso finora rimasto unico nell'ambito in esame) tutt'e 4 le nazionali presenti terminano in testa a pari punti e con uguale differenza reti (ovviamente nulla), la classifica è decisa da tutti i discriminanti a disposizione, eccetto il sorteggio, e l'Italia termina terza, per aver segnato (e subito) una rete meno del Messico e perso il confronto diretto con l'Irlanda. Tuttavia, pur essendosi conclusi solo 3 gironi, nella graduatoria delle ripescabili la Corea e già certa di finire ultima, e gli Azzurri devono solo attendere la successiva tornata di gare per essere certi di avere alle spalle un'altra squadra, grazie alla Russia che batte il Camerun.

Il secondo ripescaggio è ancora più a maglie larghe: Euro 1996 è il primo con 16 finaliste; con l'Inghilterra organizzatrice unica qualificata di diritto, dagli 8 gruppi eliminatori sono ripescate anche tutte le seconde, tranne le due peggiori che devono spareggiare per l'ultimo biglietto a disposizione. L'Italia termina a pari punti con la Croazia ma soccombe per il negativo esito dei confronti diretti (che si sostituisce come primo discriminante alla differenza reti), finendo seconda, anzi come migliore seconda e quindi senza alcun timore reale di spareggio.

La paura fa 90, anzi 180…

… minuti in più da giocare. Sacchi abbandona la panchina azzurra dopo le prime due gare di qualificazione ai Mondiali 1998, lasciando in eredità due vittorie al successore che la FIGC individua in Cesare Maldini, la cui eccessiva prudenza (eufemismo) porta a doverci sobbarcare gli ultimi spareggi affrontati (prima dei presenti) in una situazione di classifica apparentemente paradossale. Infatti, l'Italia primeggia nei confronti diretti con tutte le 4 avversarie del girone ma termina ugualmente alle spalle dell'Inghilterra, complici gli 0-0 rimediati in Georgia e Polonia, salutati come risultati positivi dal CT, non essendo delle sconfitte, campi dove, al contrario, gli albionici tornano vittoriosi e ci sorpassano, con controsorpasso impeditoci poiché sempre sul nulla di fatto si conclude Italia-Inghilterra, ultima gara del girone.

I ripescaggi sono misti e nuovamente i due succitati pareggi si rivelano nefasti, poiché gli Azzurri si rivelano essere… la seconda delle seconde, per un solo punto dietro la Scozia, unica ammessa alla qualificazione diretta ed esentata dagli spareggi, dove la sorte ci abbina alla Russia, andata il 29 ottobre 1997 a Mosca, ritorno 17 giorni dopo a Napoli.

La prima gara, già vent'anni fa, è definita come “d'altri tempi”, dove si annota il debutto azzurro di Buffon, letteralmente a freddo: chiamato a sostituire alla mezz'ora Pagliuca, uscito malconcio da un contrasto, scende in campo in maniche corte… in mezzo a un'incessante nevicata! La partita si decide nei primi minuti delle due frazioni: al 4’ Vieri ci porta in vantaggio, con la prima rete della storia italiana in una trasferta nella principale repubblica ex sovietica; al 52’ Cannavaro in disperata scivolata, infila la propria rete per l'1-1 definitivo.
Il ritorno si rivela meno tormentato del previsto: lo 0-0 ci qualifica e costringe i russi a scoprirsi, terreno tattico ideale (verrebbe da dire anche l'unico) di Maldini padre. Qui il 52’ è favorevole ai colori azzurri, con la rete di Casiraghi che chiude ogni discorso su incontro e passaggio del turno.

Uno spareggio mancato

In questi ultimi 20 anni, l'Italia non è stata più alle prese con questi impegni da angoscia costante, centrando regolarmente le qualificazioni dirette in tutti i tornei da Euro 2000 a Euro 2016. Infatti, non si può definire “spareggio nel girone” la sfida contro la Francia dell'ultima giornata della fase finale del torneo continentale 2008: è vero che azzurri e galletti vi arrivano entrambi con 1 punto, 1 rete segnata e 4 subite, ma a quota due potrebbe chiudere pure la Romania, per cui questa gara è catalogata come una “normale “partita di gruppo.

Tirando le somme

In conclusione, l'Italia è sempre uscita indenne dagli spareggi, soccombendo in un'unica occasione su 7 (ovvero 5, togliendo i due ripescaggi a tavolino con Sacchi), precedenti che fanno ben sperare in vista dell'ultima chiamata ai Mondiali 2018, dove contenderà uno degli ultimi biglietti per la Russia alla Svezia.

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