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Rado Il Figo ci presenta in due puntate come sarebbe l’edizione degli europei del
2016 se si seguissero le regole di Euro 2012 e quelle di Euro 2020.
Premesse
Fra qualche settimana sui campi francesi inizieranno i turni
conclusivi di Euro 2016, un’edizione
storica del torneo, poiché è contemporaneamente la prima con una fase
finale a 24 squadre e l’ultima (si spera al momento) le cui qualificazioni non
sono accompagnate dall’UEFA Nations
League (UNL). Entrambe le novità avallate o frutto della fin troppo fervida
fantasia di Platini –
opportunatamente oggi in tutt’altre faccende affaccendato – sulle quali il mio
giudizio è prettamente negativo.
A prescindere dalle mie personali opinioni, colgo l’occasione
per illustrare come sarebbe Euro 2016 se si seguissero le regole del torneo che
l’ha preceduto ovvero lo seguirà, per evidenziare le principali differenze.
Le qualificazioni
Prima di procedere, nello specchietto qui sotto ricordo l’esito dei 9 gruppi eliminatori di Euro
2016: le nazionali, che per ragioni di brevità sono sempre citate usando la
sigla FIFA (facilmente intuibile), sono inserite in ordine di classifica,
accompagnate da tre cifre indicanti, nell’ordine, i punti, le gare giocate e la
differenza reti.
I colori (terribili!)
sono gli ufficiali usati dall’UEFA per distinguere i gruppi stessi; alla fase
finale si sono qualificate la FRA, organizzatrice, le prime (CZE, BEL, ESP,
GER, ENG, NIR, AUT, ITA e POR) e le seconde (ISL, WAL, SVK, POL, SUI, ROU, RUS,
CRO e ALB) classificate, la migliore terza (TUR) dopo aver stralciato i
risultati ottenuti contro la (eventuale) sesta e le vincenti dei 4 spareggi fra
le restanti 8 terze (UKR, IRL, HUN e SWE che hanno prevalso, rispettivamente,
su SVN, BIH, NOR e DEN).
Euro 2016 come Euro 2012
1) Qualificazioni
A commento unanime, Euro
2016 presenta molte novità, fra neofite assolute come ISL e ALB, finora mai
giunte alla fase finale di Europei o Mondiali, e relative come WAL e NIR,
all’asciutto in ambito continentale ma già apparse nella competizione FIFA, e
un ritorno in un grande palcoscenico da 30ennale assenza (Messico 1986)
dell’HUN. Tuttavia, è facile pensare che ciò sia dipeso non tanto o solo dai
progressi delle summenzionate nazionali quanto
esclusivamente o quasi dall’allargamento da 16 a 24 squadre della fase
finale, ufficialmente deliberato proprio per permettere a un maggior numero di
squadre di accedervi (in effetti, una tautologia).
Ciò risponde al vero?
In altre parole: a chi ha giovato realmente l’aumento delle finaliste, cioè chi
fra le 23 qualificate (escludendo la FRA ammessa di diritto) a Euro 2016
sarebbe rimasta a casa se non ve ne fossero 8 in più rispetto a 4 anni fa?
Per
rispondere, bisogna ipotizzare la struttura delle eliminatorie; in realtà,
compito molto semplice poiché dai Mondiali 2010, l’UEFA ha sempre seguito
questi dettami:
a) i gruppi
di qualificazione sono al massimo da 6
squadre l’uno;
b) a parità
di piazzamento, si ha “uguale destino”;
in altri termini, tutte le squadre che terminano all’n-posto sono o qualificate
o eliminate;
c) dove non sia possibile quanto sub b), si ricorre agli spareggi, i più corposi possibili.
Applicandoli al nostro contesto, si possono mantenere i 9
gruppi reali, dai quali si qualificano le 9 prime, le 3 migliori seconde e le
vincenti dei 3 spareggi fra le restanti 6. Pertanto, se da un lato per le prime
(CZE, BEL, ESP, GER, ENG, NIR, AUT, ITA e POR) non cambia nulla, dall’altro per tutte le terze, fra qualificate
direttamente (TUR) e via spareggi (UKR, IRL, HUN e SWE), l’allargamento si è rivelato decisivo.
Restano da analizzare
le seconde. Qui sotto riporto la graduatoria dopo aver stralciando i
risultati contro la sesta del proprio gruppo: a fianco di ogni nazionale sono
riportati, nell’ordine, il girone d’appartenenza e i punti, le gare e la
differenza reti lì totalizzati, il nome della sesta classificata, i confronti
diretti con questa (per prima sempre la partita in casa), e infine i punti, le
gare e la differenza reti al netto di detti confronti diretti (tranne per
l’ALB, inserita nel Gruppo I, l’unico a 5 squadre).
Il responso
vede RUS, ISL e ROU qualificate direttamente e SVK, CRO, POL, SUI, WAL e ALB a
disputare i 3 spareggi. Alcune considerazioni:
a) la classifica delle seconde è più serrata
di quella delle terze usata realmente; infatti, se in quest’ultima le 9
nazionali interessate erano racchiuse nell’arco di 6 punti (dai 16 della TUR ai
10 della SVN), qui sono tutte raggruppate nell’angusto spazio di 2, riducibili
a 1 per le prime otto;
b) decisiva per la ROU la regola che vuole l’esito dei confronti diretti come
primo discriminante in caso di pari punti nei gruppi; infatti, si fosse usata
la differenza reti, nell’F al sesto posto sarebbero giunte le FRO e non la GRE,
e la ROU sarebbe scivolata a 14 punti, lasciando via libera alla SVK;
c) un altro aspetto storico di Euro 2016 è l’aver visto per
la prima volta applicate delle penalizzazioni
in classifica in un torneo per nazionali; infatti, CRO e SRB hanno subito
il depennamento di, rispettivamente, 1 e 3 punti. Tuttavia, non è chiaro se
detta decurtazione si debba o no “trasportare” nella classifica delle seconde. Poiché
nel concreto nessuna delle due è giunta terza, devo affidarmi alla sola lettera
del regolamento, dove testualmente si prevede che “i risultati contro le
squadre al sesto posto sono scartati” e non che si debbano considerare i soli
confronti diretti contro le migliori 4 avversarie del proprio girone. In ogni
caso, la CRO, l’unica qui interessata, senza penalizzazione è appena quinta,
per cui tale dilemma rimane privo di effetti pratici.
Gli
accoppiamenti per i 3 spareggi sono affidati a un sorteggio pilotato dividendo
le squadre in due urne in base al coefficiente UEFA aggiornato al termine dei
gironi eliminatori (fra parentesi la posizione nel ranking):
Urna 1: SUI
(10), CRO (12), POL (17)
Urna 2: SVK (19), WAL (28), ALB (31)
Da qui in avanti, per semplicità, ipotizzo sempre che l’esito dei confronti diretti ovvero l’ordine di
classifica dipenda dal coefficiente di volta in volta usato; pertanto, gli
spareggi sono assunti come vinti dalle 3 teste di serie, completando così il
quadro delle 16 finaliste, in base al quale si può affermare che, delle 5
apparenti “beneficiate” dall’allargamento, in realtà solo HUN (sicuramente),
WAL e ALB (con maggior probabilità) lo siano state veramente, mentre NIR
(vincente del suo girone) e ISL (seconda migliore seconda) avrebbero ottenuto
la qualificazione anche coi limiti di Euro 2012.
2) Fase finale
La simulazione si può spingere alla fase finale, fermandomi
però alla composizione dei gironi iniziali. Innanzitutto le 4 fasce di merito
sono le seguenti (fra parentesi la posizione nel ranking):
Alcune
precisazioni:
a) vi sono due teste di serie d’ufficio: la FRA,
organizzatrice, e la ESP, detentrice, che comunque sarebbe finita in prima fascia;
b) non ho simulato un esito degli spareggi, concedendomi una
“deroga” applicando qui le norme di
Euro 2016, per le quali il coefficiente usato è quello aggiornato al termine
dei gruppi eliminatori, mentre a Euro 2012 fu ricalcolato ultimati i play off.
Quale sarebbe il volto dei 4 gruppi finali?
Fermo restando l’inserimento a tavolino della FRA nell’A, si può immaginarlo adottando
due ipotesi alternative:
1) seguendo
l’ordine di estrazione occorso per il sorteggio di Euro 2016 delle 4 (ovvero 3
per la prima) nazionali col maggior coefficiente di ogni fascia; ovvero
2) seguendo l’ordine di coefficiente delle prime 4 (ovvero 3
per la prima) nazionali estratte da ogni fascia nel sorteggio di Euro 2016.
Ecco il responso per le due ipotesi:
Ricordando che l’eliminazione diretta qui parte dai quarti,
cui accedono (solo) le prime due classificate di ogni girone, a prescindere
dall’ipotesi seguita, il tabellone (di Euro 2012) degli accoppiamenti è il
seguente:
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